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Coinbase US news dalla Corte Suprema

La Corte Suprema degli US viene incontro alla volontà dell’ormai terzo più grande exchange di criptovalute con una grande news: esaminerà le due pendenze legali su Coinbase come da richiesta della società. 

Il colosso americano aveva espresso la volontà di risolvere delle azioni legali intentate contro l’exchange passando per la strada dell’arbitro e non tramite un tribunale di competenza. 

La volontà della società quotata alla Borsa di New York è stata accolta recentemente grazie alla sentenza del tribunale di venerdì 9 dicembre scorso. 

La sentenza dà la chance alla società di criptovalute di far valere le proprie ragioni circa la pertinenza delle cause ad essa attribuite passando per lo strumento più congeniale dell’arbitrato. 

Le news sulle cause di Coinbase nel settore crypto

Coinbase è alle prese con due cause legali in particolare verso cui in entrambi i casi ritiene di non dover far valere le proprie ragioni davanti a un giudice ma che sarebbe possibile una risoluzione bonaria della cosa.

La prima causa riguarda un utente che ha mosso azione legale alla società di scambi per il rimborso di 31.000 dollari che avrebbe perso per colpa di Coinbase. 

In sostanza l’exchange dovrebbe rimborsare 31.000 dollari per averli persi dopo che l’utente aveva concesso l’accesso da remoto a un sedicente operatore di Coinbase che si è poi rivelato un truffatore.

La società ha detto di rendersi disponibile a collaborare con le autorità per tutto ciò che è in suo potere per aiutare l’utente a recuperare la somma in cambio di chiudere bonariamente la questione proprio tramite arbitrato. 

L’altra causa da affrontare riguarda la presunta elusione della legge della California sui consumatori. 

L’exchange è accusato di non aver fornito in maniera chiara ed inequivocabile ai partecipanti a una lotteria di Dogecoin da 1,2 milioni di dollari americani un’informazione fondamentale. 

L’informazione in dibattito è quella che i partecipanti non erano in alcun modo obbligati ad acquistare o vendere Dogecoin o altre criptovalute per aderire alla lotteria causando incertezza e facendo incorrere alcuni utenti in errore.

Il tribunale in passato aveva respinto la richiesta da parte di Coinbase per intercedere e dare la possibilità dell’arbitrato e la stessa sorte era toccata quando fu chiamato a rispondere il tribunale distrettuale federale di competenza. 

Ora la situazione è ribaltata e in poco tempo il tribunale della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha concesso alla società di scambio di criptovalute la possibilità di far valere le proprie ragioni. 

La sentenza che qualcuno sospetta fosse già nell’aria è arrivata a distanza di poco tempo dalle dichiarazioni di Armstrong, CEO di Coinbase che ha affermato che le entrate societarie potrebbero crollare del 50% quest’anno. 

Brian Armstrong ha tenuto a spiegare che l’affare FTX nonostante abbia minato la fiducia degli investitori non è stata la sola causa di un anno così funesto per il mondo crypto e che anche le valute digitali più capitalizzare come Bitcoin o Ethereum hanno subito una importante contrazione del valore e dei volumi.

Non solo brutte notizie per quanto riguarda le entrate ma anche dal fronte azioni per Coinbase non ci sono buone nuove. 

A Wall Street quest’anno il titolo ha lasciato sul campo oltre l’80% del proprio valore proprio in seguito alla batosta presa dal settore delle criptovalute nel suo complesso. 

Per freddare le perdite sul forex il CEO era intervenuto chiarendo alcuni punti e prendendo le distanze dagli ultimi avvenimenti nel comparto crypto. 

FTX che tanto male ha fatto alla fiducia dei consumatori e a tanti investitori non era già da prima equiparabile ad altri exchange anche e non solo per il fatto di essere una società la cui sede si trova alle Bahamas. 

In questo arcipelago caraibico i regolamenti così come i controlli minimi sono molto più blandi ed FTX nonostante si fregiasse di attestati che poi si è scoperto essere falsi aveva con sé un alone di sospetto dai più attenti. 

Coinbase a differenza di FTX ha sede negli Stati Uniti d’America, un Paese con una storia più articolata e radicata nel mondo delle criptovalute e che grazie alla sua regolamentazione garantisce controlli molto più rigidi soprattutto per quanto riguarda la tutela degli investimenti dei cittadini americani. 

La terza società di scambi più grande al mondo per giunta è quotata a Wall Street e si sottopone regolarmente a controlli meticoloso da parte di tutti i regolatori SEC (Securities and Exchange Commission) in primis in più è soggetta alla pubblicazione trimestrale dei propri earnings che è una sorta di lastra dei conti e dei piani della società che lascia poco spazio alla fantasia e tranquillizza gli investitori sulla trasparenza.

Brian Armstrong su questi temi ha rimarcato:

“Coinbase non è nei guai. Siamo molto ben capitalizzati: abbiamo 5 miliardi di dollari di liquidità in bilancio e deteniamo tali asset in dollari, quindi non siamo esposti alla volatilità delle criptovalute.

I fondi dei clienti sono separati, questa è una cosa importante da considerare. Penso che siamo stati anche molto chiari con il pubblico che Coinbase è una società molto diversa da FTX. Siamo registrati proprio qui negli Stati Uniti. Non siamo in una giurisdizione offshore sottoposta a controlli minimali. Coinbase è la migliore della categoria come società pubblica: abbiamo appena soddisfatto uno standard completamente diverso da quello che altri sono stati in grado di fare”.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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