HomeCriptovaluteLe grandi bolle dei mercati crypto

Le grandi bolle dei mercati crypto

Fino ad oggi sui mercati crypto si sono formate tre grandi bolle speculative. 

In realtà, se ne sono formate molte di più, ma spesso sono state di breve durata, limitate solo ad alcune criptovalute o di entità non particolarmente elevata. 

Quelle che invece sono state enormi, diffuse e soprattutto lunghe, sono state solo tre. Ed in tutti i casi sono avvenute, non a caso, l’anno dopo quello in cui è avvenuto un halving di Bitcoin. 

Con il termine halving si intende il dimezzamento del premio per i miner, che costituisce l’unica fonte di emissione di nuovi BTC. Dimezzando il premio pertanto si dimezza anche la produzione di nuovi BTC, riducendo di conseguenza l’offerta di BTC sul mercato. 

Di halving su Bitcoin ce ne sono stati solo tre, ovvero a novembre 2012, a luglio 2016 ed a maggio 2020. 

La prima delle tre bolle crypto

La prima grande bolla speculativa dei mercati crypto si verificò nel 2013, ovvero l’anno successivo al primo halving di Bitcoin. 

In realtà, sul prezzo di Bitcoin ne abbiamo avuta una anche nel 2011, ma riguardò solo Bitcoin e durò meno di un anno. 

Quella del 2013 invece riguardò l’intero mercato crypto, anche se all’epoca era ancora quasi totalmente dominato da Bitcoin, e durò più di 12 mesi. Anzi, in realtà seguì al rimbalzo successivo allo scoppio della bolla del 2011, quindi la bullrun del 2011/2013 durò di fatto due anni. 

Al momento dell’halving di Bitcoin, a novembre 2012, il mercato crypto capitalizzava meno di 150 milioni di dollari, di cui più del 90% costituito da Bitcoin. La grande bolla speculativa del 2013 fece schizzare questa capitalizzazione addirittura a 16 miliardi di dollari al suo apice, tra novembre e dicembre. 

In altre parole in circa tredici mesi l’aumento fu di quasi il 12.000%. Se invece si prende come riferimento il valore minimo successivo alla bolla del 2011, l’aumento in due anni fu del 75.000%. 

Quindi si è trattato a tutti gli effetti di una bolla gigantesca, molto diffusa, e dalla durata notevole. 

Quella del 2011 fu altrettanto ampia, ma dalla durata leggermente inferiore, e soprattutto concentrata su Bitcoin. Invece quella del 2013 coinvolse tutto il mercato crypto, sebbene dominato ancora all’89% da Bitcoin. 

Ad esempio, nel 2013 Ethereum non esisteva ancora, mentre esistevano già Ripple e Litecoin. 

La seconda bolla crypto

Nei due anni seguenti, 2014 e 2015, si verificò un terribile bear market che produsse un crollo dell’81% della capitalizzazione di mercato complessiva delle criptovalute, fino ai 3,1 miliardi di dollari di gennaio 2015. 

A quel punto la dominance di Bitcoin era scesa all’80%, e fino all’halving dell’anno successivo non vi fu modo di tornare ai livelli del 2013. 

Tuttavia già a fine maggio del 2016, in vista dell’halving, la capitalizzazione del mercato crypto era già risalita a 10 miliardi di dollari, ed iniziò ad impennarsi nuovamente a partire da ottobre. 

Durante quella bolla speculativa un ruolo importante lo ebbe Ethereum, che contribuì non poco sia al forte aumento della capitalizzazione complessiva dei mercati crypto, sia alla riduzione della dominance di Bitcoin. 

Il picco di quel ciclo si toccò ad inizio gennaio 2018, sebbene il prezzo di Bitcoin lo toccò a metà dicembre 2017, con un market cap totale superiore agli 800 miliardi di dollari. 

Rispetto ai 3,1 miliardi di gennaio 2015 la crescita era stata del 26.000%, mentre quella successiva all’halving fu del 6.000%. 

La terza bolla

Anche il 2018 ed il 2019 furono anni difficili, seguiti a marzo del 2020 dal crollo dei mercati finanziari globali a causa dell’inizio della pandemia. 

Il punto più basso di quel ciclo fu toccato a dicembre del 2018 con la capitalizzazione di mercato scesa a 100 miliardi, ovvero con una perdita dell’88%. 

La dominance di Bitcoin, scesa al 32% a gennaio 2018, era risalita al 55%. 

A maggio 2020 ci fu il terzo halving, ed a ottobre dello stesso anno si è innescata l’ultima grande bull run. 

Il suo culmine è stato a novembre 2021, quando il mercato crypto ha sfiorato i 3.000 miliardi di dollari, ovvero con un aumento del 2.900% rispetto al minimo del 2018, e del 667% rispetto ad ottobre 2020. 

Come si intuisce facilmente, questa terza bolla è stata molto meno ampia delle due precedenti, forse anche a causa dell’incremento esponenziale del numero delle criptovalute.

Basti pensare che la dominance di Bitcoin è scesa dal 60% di ottobre 2020 al 42% di novembre 2021. 

In altri termini a partire dalla bolla del 2017-2018 c’è stata una forte dispersione degli investimenti in criptovalute, che prima erano concentrati soprattutto su Bitcoin. Questo ha generato performance nel complesso più distribuite, con una riduzione del ruolo primario di Bitcoin, e di quello secondario di Ethereum

Ad esempio la dominance di Ethereum era del 7% a luglio del 2016, mentre salì anche sopra il 20% a gennaio del 2018. Dopo essere ritornata al 7% nel 2020, non è mai più riuscita a sfondare il muro del 20% se non per brevissimo tempo. 

Questo indica piuttosto chiaramente che i mercati crypto nel corso degli anni si sono ampliati parecchio, e forse anche per questo le bolle sono diventate sempre più contenute. 

Dal picco di novembre 2021 la capitalizzazione complessiva dei mercati crypto è poi scesa fino a 780 miliardi di dollari a novembre del 2022, con una perdita del 74% decisamente inferiore a quelle delle due precedenti bolle. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick