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Posto il divieto di comunicazione per l’ex CEO dell’exchange FTX Sam Bankman Fried

I procuratori federali sono stanchi dei tentativi di Sam Bankman Fried di trovare testimoni per la vicenda relativa all’exchange FTX. 

La richiesta deriva dal fatto secondo cui l’ex CEO abbia tentato di “manomettere” un testimone tramite l’invio di messaggi in codice. Dunque, i pubblici ministeri hanno presentato al giudice una richiesta in cui esortano Sam Bankman Fried a modificare la propria condotta. 

Il blocco delle comunicazioni di Sam Bankman Fried verso i dipendenti dell’exchange FTX

La condotta dell’ex CEO di FTX, non sta piacendo ai procuratori distrettuali, perciò hanno chiesto i provvedimenti necessari al giudice del caso. Tutto parte da Ryne Miller, che attualmente occupa il posto di consigliere generale di FTX US. 

Si parla di un tentativo di contatto da parte di Sam Bankman Fried, tramite l’app Signal. Ma non solo, infatti a quanto pare l’ex CEO ha provato a contattare ed influenzare diversi dipendenti (o ex dipendenti), procedendo a richieste riguardanti il suo caso. 

La richiesta dei procuratori federali di bloccare le comunicazioni, non si ferma alla comunicazione via Signal, ma a tutte le app di messaggistica e chiamate. Il giudice potrebbe facilmente accettare la richiesta, perché non insolita prima di un processo, ma soprattutto visti i precedenti sopra citati. 

Lo scopo è molto chiaro, bandire Sam Bankman Fried da qualsiasi tipo di contatto tramite i canali di comunicazione, impedirebbe un’eventuale ostruzione della giustizia.

L’ex CEO di Alameda Research, Caroline Ellison, ha inoltre dichiarato che Sam Bankman Fried era piuttosto consapevole della cancellazione automatica dei messaggi su piattaforme come Signal. Perciò l’ex braccio destro di SBF, ha implicitamente rivelato che non sorprenderebbe un tentativo di comunicazione crittografata da parte dello stesso. 

SBF ha rivelato a Caroline Ellison, che a sua volta ha riferito ai pubblici ministeri:

“Molti casi legali riguardano la documentazione ed è più difficile costruire un caso legale se le informazioni non vengono scritte o conservate”.

Non è la prima volta che le parti dell’accusa tentano di modificare l’accordo obbligazionario di Sam Bankman Fried. Infatti, all’ex CEO, è stato già proibito l’accesso ai fondi relativi ad FTX e Alameda Research. 

Gli avvocati di SBF non condividono la richiesta dei procuratori federali

Gli avvocati dell’ex CEO caduto in disgrazia, non sembrano molto d’accordo con la richiesta della parte accusatoria. Hanno infatti presentato una lettera al giudice, spiegando il loro disaccordo e opponendosi fortemente alla richiesta dei procuratori federali. 

Nella lettera, viene spiegato il perchè secondo la difesa dell’ex CEO non dovrebbero essere applicate le misure. 

Gli avvocati di Sam Bankman Fried si sono giustificati:

“La proposta del governo di impedire al signor Bankman-Fried qualsiasi contatto con ex o attuali dipendenti FTX senza la presenza di un avvocato è semplicemente impraticabile. Ad esempio, significherebbe che il signor Bankman-Fried non potrebbe parlare con il suo terapista, che è un ex dipendente della FTX, senza la partecipazione dei suoi avvocati”.

Le restrizioni sono state definite “esagerate” e la controproposta degli avvocati difensori, è quella di limitare contatti con specifiche persone. In particolare gli avvocati hanno fatto i nomi di ex dipendenti e dipendenti attuali di FTX e Alameda Research, quali Caroline Ellison, Zixiao “Gary” Wang e Nishad Singh, ed altri nomi che sono stati specificati. 

Il team di avvocati di SBF, ha continuato, giustificando anche le prove presentate dalle autorità federali, spiegando il motivo della comunicazione di Bankman Fried. 

Infatti, il tentativo di contattare l’ex dipendente era semplicemente un “innocuo” messaggio con lo scopo di offrire assistenza nel processo di fallimento di FTX. Questo significa che non riflette affatto una cattiva condotta da parte dell’ex CEO di FTX.

Inoltre, i messaggi non avevano la funzione di cancellazione automatica, perciò non c’era la volontà di SBF di cancellare o nascondere i messaggi. 

Gli avvocati di Bankman-Fried hanno poi sostenuto:

In effetti, il signor Bankman-Fried ha disattivato la funzione di scomparsa dei messaggi sul suo account Signal e non sta inviando alcun messaggio Signal o Slack con funzionalità di eliminazione automatica”.

Al momento per accettare la richiesta fatta dalle autorità federali, il Giudice ha richiesto la copia completa dei messaggi e delle presunte comunicazione tra Ryne Miller e Sam Bankman Fried:

“Mi piacerebbe davvero riconnettermi e vedere se c’è un modo per noi di avere una relazione costruttiva, usarci l’un l’altro come risorse quando possibile, o almeno controllare le cose l’uno con l’altro”.

Staremo a vedere come si evolverà la vicenda e se la condotta di Sam Bankman Fried sarà ritenuta illecita. Al momento, tutto è in mano al giudice che dovrà decidere se applicare le restrizioni o meno. 

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