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Crypto crash: la SEC accusata di diventare una “canaglia”

Di recente il capo della sezione che si occupa di politica presso il venture capitalist Andreessen Horowitz (a16z) ha accusato la SEC di diventare una “canaglia” nei confronti delle crypto, soprattutto nei periodi di crash.

Lo riferisce Forbes che cita testualmente le dichiarazioni di Brian Quintenz, secondo cui la SEC da questo punto di vista sarebbe completamente fuori controllo. 

In effetti il rischio che a causa delle azioni della SEC possa verificarsi un nuovo “crypto crash” c’è.

La posizione della SEC

L’attuale Presidente della SEC, Gary Gensler, ha più volte affermato che solo Bitcoin tra le criptovalute è sicuramente una security. Anzi, di recente ha anche ribadito di ritenere che tutte le criptovalute basate su Proof-of-Stake, come ad esempio Ethereum, sarebbero security non registrate. 

Ormai nel settore crypto Gensler viene visto come un nemico, ovvero qualcuno che sta provando a mettersi di traverso, anche se in realtà più che un nocoiner sembrerebbe essere un massimalista Bitcoin

Da notare che Quintenz in passato è stato commissario della CFTC (Commodities Futures Trading Commission), ovvero l’agenzia che si sta di fatto schierando contro la SEC (Securities and Exchange Commission) sostenendo che le criptovalute invece sarebbero commodity. 

C’è in atto una specie di scontro tra queste due agenzie, dato che entrambe a quanto pare sembra che vogliano assumersi l’incarico di vigilare sui mercati crypto, la prima considerandole commodity, la seconda security. 

Quindi la posizione della SEC in questo momento non è necessariamente quella del governo o del Congresso statunitense, tanto che c’è chi sostiene che prima o poi Gensler dovrà mollare l’osso. 

Non è un caso che Quintenz stia chiedendo agli USA di prendere una decisione definitiva a riguardo, perchè l’attuale incertezza non fa bene a nessuno. 

L’eventuale crypto crash

Il crypto crash del 2022 non c’entra nulla con tutto ciò. 

Ma se dovesse passare la linea della SEC potrebbe essercene un altro. 

Bisogna però distinguere tra mercato di Bitcoin e mercato delle altcoin. 

Il mercato di Bitcoin probabilmente andrà avanti lo stesso. Oltretutto se le altcoin dovessero diventare di colpo difficili da scambiare, Bitcoin potrebbe trarne giovamento, sul medio-lungo periodo, perchè molti capitali di investimento, o speculativi, potrebbero a quel punto spostarsi dalle altcoin a Bitcoin. 

Per le altcoin, e quindi per il mercato crypto nel suo complesso, invece potrebbe essere una catastrofe. 

Infatti ciò che sostiene Gensler allo stato attuale implicherebbe il ritiro immediato di tutte le altcoin da tutti gli exchange centralizzati che operano negli USA, e la chiusura del trading di altcoin per gli utenti statunitensi anche in tutti gli altri exchange regolamentati in giro per il mondo. 

Quindi a partire da Coinbase, passando per Binance, rimarrebbero solo Bitcoin e le stablecoin per gli utenti USA. 

Il fatto è che gli USA sono in assoluto il maggior mercato al mondo per le criptovalute, e dopo un’eventuale decisione del genere anche altri Paesi potrebbero seguire il loro esempio. 

Le altcoin rimarrebbero scambiabili in quei Paesi in cui eventualmente non fossero considerate security, sugli exchange decentralizzati, e su quelli centralizzati che operano in spregio delle leggi. 

Tutti contro le criptovalute?

Mettendo per un attimo da parte Bitcoin, che fa vita a sè, c’è addirittura chi crede che in questo momento l’interno mondo finanziario non-crypto ce l’abbia contro le criptovalute (in special modo proprio le altcoin). 

Secondo l’amministratore delegato della Blockchain Association, Kristin Smith, in questo momento sembra esserci un bombardamento a tappeto contro le criptovalute, con diversi esperti di legge che stanno riflettendo sul fatto che gli USA siano o meno un luogo appropriato per ospitare attività crypto. 

Purtroppo la situazione a livello legale e normativo non è ancora completamente chiara, e questo tiene sulle spine le centinaia, o migliaia di aziende crypto che hanno sede negli USA, ovvero il principale mercato per questo settore. 

Nel frattempo però il paventato crash del settore bancario sta convincendo molte persone ad investire parte dei propri risparmi liquidi in BTC, tanto che nel weekend sono stati creati un milione di nuovi indirizzi Bitcoin. 

Forse sono proprio le difficoltà del settore bancario tradizionale a spingere coloro che vi operano a prendersela con il mondo crypto, dato che Bitcoin inizia a sembrare una possibile alternativa, sebbene solo in parte e solamente per specifici utilizzi. 

Che questa sia fondamentalmente una reazione di paura per un possibile profondo ed imminente cambiamento? 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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