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Investire nel metaverso: l’analisi di UBS

Il mese scorso UBS ha aggiunto il metaverso agli investimenti a lungo termine che monitora

UBS è la più grande ed importante banca della Svizzera, nata dalla fusione del 1998 tra Unione di Banche Svizzere e Società di Banca Svizzera. Le sue radici però risalgono al 1862, anno di fondazione della Banca di Winterthur.

La banca è balzata agli onori delle cronache di recente per aver rilevato la quasi fallita Credit Suisse, incrementando così ancora di più le sue dimensioni ed il ruolo da incontrastato leader in Svizzera. 

La Svizzera è di fatto il principale hub europeo in ambito crypto, con Zugo e Lugano come città leader del settore. 

D’altronde la stessa UBS segue questo mercato da almeno due anni, quando iniziò a studiare quali servizi poter offrire in relazione alle criptovalute. 

UBS ed il metaverso

Sul suo sito ufficiale, nella sezione dedicata ai cosiddetti “Longer term investments”, UBS include moltissimi settori differenti. 

Si va dalla robotica ai big data, dall’ambiente all’efficienza energetica, dal fintech alla genetica, arrivando fino allo spazio e addirittura alla scarsità di acqua. 

Tra questi settori non ve ne sono molti legati specificatamente alla finanza, se non per l’appunto il fintech, il family business ed in parte proprio il metaverso. 

Nel visual one pager sul metaverso scrivono che lo vedono come un’esperienza virtuale profondamente coinvolgente che avrà un impatto diffuso sull’attività economica. 

Tra le industrie che potrebbero utilizzare il metaverso citano ovviamente quella dei media e dell’intrattenimento, che già lo utilizzano, ma anche la pubblicità e persino l’abbigliamento. 

Il documento cita anche esplicitamente le criptovalute, affermando che le transazioni basate su token hanno raggiunto i 10 miliardi di dollari nel 2022, secondo Bloomberg, e si prevede che crescano ancora fino almeno al 2030 ad un tasso annuo composto del 35%. 

Questa tendenza, dicono, è supportata dall’adozione di massa delle criptovalute e dei wallet digitali, in particolare da parte dei più giovani.

Gli investimenti nel metaverso

Secondo gli analisti di UBS, per la piena realizzazione del metaverso potrebbero essere necessari ancora almeno dieci anni, durante i quali dovrebbero esserci miglioramenti iterativi nell’infrastruttura di base e nell’intelligenza artificiale. 

Quindi non si tratterebbe di un settore in grado di produrre rendimenti sugli investimenti sul breve periodo, e forse nemmeno a medio termine. 

Anzi, affermano che il settore beneficerà di tendenze secolari positive a medio e lungo termine, grazie alle quali si dovrebbe produrre una crescita degli utili superiore alla media nel prossimo decennio.

Da notare che uno dei punti di forza del metaverso citati da UBS è il fatto di essere basato su blockchain

Sottolineano infatti che la blockchain può fornire portabilità agli oggetti ed alle identità digitali, e potrebbe anche servire come unica registrazione della verità se combinata con standard interoperabili per tenere traccia degli acquisti digitali.

I metaversi

Il documento di analisi del metaverso di UBS cita esplicitamente alcuni metaversi, in particolare Decentraland, The Sandbox, Cryptovoxels e Somnium. Si sofferma più volte in particolare su Decentraland, anche perchè ha a che fare con alcuni brand storici molto conosciuti del mondo fisico e della finanza. 

Va tuttavia ricordato che il valore di mercato attuale del token MANA di Decentraland è del 90% inferiore al massimo storico di novembre 2021. 

MANA esiste già dal 2017, e tranne per un breve periodo durante la bolla di inizio 2018, prima dell’ultima grande bullrun il suo prezzo non era mai stato superiore a 0,1$. 

Attualmente invece è di 0,5$, ovvero più di cinque volte superiore a quello di tre anni fa. Nel 2021 però arrivò fin quasi a 6$, ovvero un livello più di dieci volte superiore a quello attuale. 

Quindi in effetti sul lungo periodo le sue performance sembrano buone, mentre a breve termine dipendono moltissimo dall’andamento generale dei mercati crypto. 

Il documento di UBS cita anche una cinquantina di aziende in qualche modo collegate o riferite al metaverso, e tra queste spiccano Apple, Alphabet (ex Google), Meta (ex Facebook), Microsoft, ma anche Netflix, Nvidia, Samsung, Siemens, Sony, Spotify, Xerox e molte altre che apparentemente per ora non hanno ancora nulla a che fare direttamente con questo mondo. 

Conclusioni

Nelle conclusioni del documento di analisi UBS scrive che è ancora molto presto per il metaverso, e questo rende difficile una corretta identificazione delle reali opportunità di investimento. Questo ad esempio spiega perchè tra le aziende collegate ne citano alcune che sembrano non avere ancora nulla a che fare con questa tecnologia. 

Ribadiscono che la piena realizzazione del metaverso potrebbe richiedere fino ad un decennio, ma rivelando di ritenere che già i prossimi cinque anni potrebbero portare una significativa crescita degli investimenti in infrastrutture, piattaforme e tecnologie abilitanti per il metaverso.

Oltretutto sottolineano che la popolazione più giovane sta diventando una parte sempre più grande dell’insieme dei consumatori, e costoro sono nativi digitali cresciuti in un mondo in cui la tecnologia è onnipresente.

Quindi quando verranno davvero gettate tutte le basi, inizieranno ad emergere esperienze più coinvolgenti che attireranno l’attenzione dei consumatori. Quanto più si espanderà la popolazione nativa digitale, tanto più l’adozione del metaverso aumenterà.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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