HomeCriptovaluteBitcoinVanEck alla SEC: perchè Coinbase sì, e ETF su Bitcoin no?

VanEck alla SEC: perchè Coinbase sì, e ETF su Bitcoin no?

La settimana scorsa il capo delle ricerche crypto di VanEck, Matthew Sigel, ha pubblicato una lunga riflessione sul suo profilo Twitter personale in cui si domanda perchè la SEC continui ad ostinarsi a non voler approvare un ETF su Bitcoin spot. 

Infatti nonostante l’agenzia governativa statunitense che vigila sul mercato dei titoli abbia già approvato diversi ETF basati su contratti future su Bitcoin, non ne ha ancora approvato nessuno collateralizzato direttamente in BTC. 

La domanda di Sigel

Sebbene si tratti effettivamente di due fondi differenti, soprattutto per quanto concerne il collaterale e la sua custodia, Sigel però fa notare che la SEC nel 2021 approvò lo sbarco in borsa di Coinbase, ovvero una società che custodisce Bitcoin ed altre criptovalute per conto dei loro clienti. 

In altre parole, il problema della custodia dei BTC, che a quanto pare impedisce alla SEC di approvare un ETF su Bitcoin spot, non ha impedito alla stessa società di approvare lo sbarco in borsa di Coinbase. 

Oltretutto Sigel fa notare che l’auto-custodia dei token non è la soluzione migliore in tutte le circostanze, e che quindi a volte possa essere conveniente affidare la custodia dei token a terzi qualificati per un tale scopo. 

Fa anche notare che VanEck fece la sua prima richiesta alla SEC per l’approvazione di un ETF basato su derivati di Bitcoin nel 2017. 

A dire il vero però lo stesso capo delle ricerche crypto di VanEck ammette che il motivo addotto dalla SEC al rifiuto di voler approvare un ETF su Bitcoin spot è che vi sarebbero rischi di frodi e manipolazioni proprio sul mercato spot di BTC a causa della mancanza di un accordo di condivisione della sorveglianza completo tra gli exchange crypto, i cui prezzi determinano il benchmark dell’ETF. 

La svolta di BlackRock

A tal proposito Sigel ipotizza che il nuovo tentativo di BlackRock di farsi approvare dalla SEC un ETF su Bitcoin spot possa essere dovuto ad una qualche forma di collaborazione con Coinbase, o ad un cambio di rotta dell’exchange. 

Non va dimenticato infatti che da qualche mese la SEC se l’è presa direttamente con il più grande exchange crypto statunitense, e dalla causa in corso potrebbe alla fine emergere un qualche tipo di accordo. 

L’idea di Sigel è che lavorare come custode per un grande emittente come Blackrock potrebbe aver convinto Coinbase a condividere dati che prima non voleva condividere. Inoltre a questo punto ritiene possibile anche che gli accordi di sorveglianza possano essere sistematizzati anche con la partecipazione di altri exchange. 

In altre parole BlackRock, con la sua enorme forza commerciale e finanziaria, potrebbe aver convinto gli exchange crypto, e Coinbase in primis, a fare un passo avanti per rendere i mercati spot delle criptovalute più sorvegliabili e meno manipolabili, tanto da far cadere uno dei motivi della disapprovazione della SEC. 

A questo punto in teoria potrebbe in effetti essere un po’ più probabile che la SEC prima o poi approvi anche un ETF su Bitcoin spot. 

VanEck: l’importanza dell’ETF su Bitcoin spot

Un ETF collateralizzato in BTC potrebbe avere un impatto significativo sui mercati crypto. 

Il punto è che, a differenza di quelli basati su derivati, un fondo di questo tipo dovrebbe acquistare sul mercato sufficienti BTC per coprire tutte le azioni emesse. 

Quindi se dovesse avere molto successo dovrebbe aumentare di molto sia il numero delle azioni emesse, sia di conseguenza il volume di BTC da tenere in cassa come collaterale. 

Dato che BlackRock è un gigante da circa 8.600 miliardi di AUM (Asset Under Management), e visto che l’intera capitalizzazione di mercato di Bitcoin non arriva a 600 miliardi di dollari, non è assurdo immaginare che ETF su Bitcoin spot possano richiedere massicci volumi di acquisto di BTC sui mercati spot tanto da poterne anche condizionare i prezzi. 

Oltretutto se la SEC approvasse l’ETF di BlackRock potrebbe poi essere costretta ad approvarne anche altri, e questo potrebbe innescare una risalita significativa del prezzo di BTC. 

Tutto però dipende dal successo di questi ETF sul mercato, e soprattutto da quanti investitori ancora assenti sui mercati crypto riuscissero ad attrarre. 

Da notare che l’ipotesi che sta circolando in questi giorni è che tutto ciò potrebbe avvenire proprio nell’anno del quarto halving di Bitcoin, ovvero il 2024. Dopo tutti e tre gli halving precedenti si è innescata una bullrun l’anno successivo. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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