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CME: la Borsa di Chicago potrebbe lanciare il trading di Bitcoin

Oggi, sul Financial Times è stato pubblicato un articolo che sostiene che la Borsa di Chicago CME stia pianificando il lancio del trading di Bitcoin. 

La fonte dell’indiscrezione è anonima, ma sarebbero tre persone che hanno conoscenza diretta dei colloqui in atto tra il CME e la svizzera EBS.

Il CME si è rifiutato di commentare ufficialmente questa indiscrezione, e ciò significa che non l’ha smentita. 

Il progetto comunque non è stato ancora finalizzato. 

CME e il trading di Bitcoin sulla Borsa di Chicago

CME Group è la più grande borsa di future al mondo.

È stata fondata addirittura nel 1898 come Chicago Mercantile Exchange, e nel 2002 sbarcò a sua volta in borsa. 

Nel 2007 CME si fuse con la rivale Chicago Board of Trade, con una fusione da 8 miliardi di dollari che creò quella che all’epoca era la singola maggiore borsa al mondo. 

Nel 2017 fu in assoluto una delle prime grandi borse occidentali a listare i future su Bitcoin

Quindi il rapporto tra il CME e Bitcoin è ormai di lunga durata, tanto che proprio sui future su BTC listati al CME sono stati creati anni fa i primi ETF crypto degli USA. 

Ora l’idea sembra essere quella di affiancare al trading dei future su BTC anche il trading diretto di Bitcoin. 

Questa aggiunta consentirebbe agli investitori di effettuare più facilmente le operazioni di base, come ad esempio prendere in prestito denaro per vendere future ma acquistando al contempo l’asset sottostante per estrarre guadagni dal piccolo divario tra i due

Da notare che grazie al boom di Bitcoin sulle borse USA tradizionali, dopo il listing dei nuovi ETF su Bitcoin spot, stando a ciò che rivela il Financial Times il CME ha superato addirittura Binance diventando il maggiore mercato al mondo per quanto riguarda i future su Bitcoin. 

Attualmente risulta ospitare ben 26.000 posizioni aperte sui future su BTC, per un valore di circa 8,5 miliardi di dollari. È una cifra più che doppia rispetto a quella di un anno fa.

La partnership con EBS 

Le indiscrezioni raccolte dal Financial Times affermano che il trading spot di BTC sul CME verrebbe in realtà gestito attraverso la sede di negoziazione valutaria svizzera EBS, grazie alle ampie e chiare normative svizzere che regolano il commercio e la conservazione di criptovalute.

Va ricordato che negli USA non esiste ancora una regolamentazione crypto, mentre la Svizzera è stata in assoluto uno dei primi Paesi al mondo ad adottarne una, ormai diversi anni fa. 

Probabilmente da questo punto di vista è la giurisdizione più avanti in tutto il mondo, grazie soprattutto al fatto di avere ormai diversi anni di esperienza alle spalle in questo campo. 

Ad esempio la rivale del CME a Chicago, CBOE Global Markets, il mese scorso ha dichiarato di voler chiudere le sue attività sul mercato spot, proprio a causa della mancanza di una chiara regolamentazione a tal riguardo negli USA.

Grazie alla partnership con la svizzera EBS il CME potrebbe risolvere questo problema a monte, di fatto trasferendo l’attività fisica del trading spot su Bitcoin in Svizzera. 

CME: Il successo dell’iniziativa del trading di Bitcoin sulla Borsa di Chicago

In effetti sembra un po’ limitante il fatto che sulle borse tradizionali si possano scambiare derivati su Bitcoin ma non BTC. 

Oltretutto dopo il clamoroso successo degli ETF su Bitcoin spot sul Nasdaq o sul NYSE viene davvero da chiedersi perchè non possa avere successo anche il trading diretto di BTC. 

Il problema principale appare proprio quello normativo, ma il CME dovrebbe averlo risolto brillantemente affidandosi ad una società che opera in una giurisdizione con norme chiare ed ormai ben testate da tempo. 

Nonostante ciò però ci sono dubbi sul successo di questa operazione, perchè questo tipo di trading spot sulle borse tradizionali potrebbe rivelarsi meno efficiente rispetto a quello sugli exchange crypto. 

Ad esempio Deutsche Börse ha aperto un proprio mercato di asset digitali spot quest’anno, ma per ora non sembra aver ottenuto un grande successo. 

Tuttavia l’introduzione del trading spot di Bitcoin sul CME porterebbe con sè un altro importante vantaggio, ovvero la dimostrazione palese e lampante che le grandi borse regolamentate stanno diventando sempre più a loro agio con l’infrastruttura per lo scambio di asset digitali.

Alla luce di ciò il Financial Times ipotizza che in futuro le stesse borse tradizionali potrebbero arrivare ad esempio ad accettare crypto come garanzia o collaterale, o ad ospitare mercati tokenizzati. 

Bitcoin ed i mercati finanziari tradizionali

Oltretutto quest’anno non è stato solo l’anno in cui Bitcoin è sbarcato sulle borse USA grazie ad un derivato diretto. 

È stato anche l’anno in cui diverse istituzioni finanziarie tradizionali hanno iniziato a prendere posizione sul prezzo di BTC, utilizzando proprio gli ETF, anche se in misura ancora molto contenuta. 

Non sono state affatto poche le istituzioni finanziarie che nelle loro ultime trimestrali hanno rivelato di aver comprato azioni degli ETF su Bitcoin spot, anche se le quote dichiarate sono davvero minime rispetto alle loro abitudini. 

Grazie a questi ETF Bitcoin non solo è sbarcato sui mercati finanziari tradizionali, ma è anche già riuscito ad attrarre un minimo di interesse proveniente da istituzioni che fino a pochi anni fa non avrebbero mai osato avvicinarsi a BTC. 

A questo punto la mossa del CME potrebbe anche essere la prima di una lunga serie. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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