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USA: per la nuova regolamentazione crypto la DeFi è come una banca

Nonostante il Congresso degli Stati Uniti d’America non sia ancora stato in grado di approvare una regolamentazione crypto, è stato elaborato un nuovo disegno di legge che vorrebbe equiparare la DeFi ad una banca. 

Ormai è da più di tre anni che stanno lavorando ad una possibile regolamentazione crypto, ed è da più di un anno che è stato elaborato un disegno di legge che tuttavia non riescono ad approvare. 

Eppure continuano a fare proposte di regolamentazione che allo stato attuale sembra che abbiano ben poche possibilità di essere approvate. 

Regolamentazione crypto: la DeFi come una banca

L’ultima iniziativa in tal senso è la proposta del cosiddetto Crypto-Asset National Security Enhancement Act, ovvero un disegno di legge bipartisan che vorrebbe regolamentare la DeFi. 

Tra l’altro, va sottolineato come la vera DeFi è decentralizzata, quindi difficilmente regolabile dato che non dovrebbero esserci intermediari sui quali poter intervenire a livello legale. 

Nel testo provvisorio del disegno di legge si legge che l’obiettivo sarebbe quello di combattere l’aumento del crimine facilitato dalle criptovalute, e sbarrare le strade all’evasione ed al riciclaggio di denaro, per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. 

Il disegno di legge viene proposto dai senatori democratici Jack Reed e Mark Warner, insieme ai senatori repubblicani Mike Rounds e Mitt Romney, ma non si sa ancora quali chance effettive abbia di essere approvato. 

Se sarà come per il disegno di legge bipartisan per la regolamentazione delle criptovalute, presentato l’anno scorso dalla senatrice repubblicana Cynthia Lummis e da quella democratica Kirsten Gillibrand, sembra improbabile che possa essere approvato a breve. 

L’idea contenuta in quest’ultimo disegno di legge è quella di richiedere ai servizi di finanza decentralizzata (DeFi) gli stessi obblighi di conformità di altre società finanziarie, come ad esempio le banche, in particolare per quanto riguarda le norme AML (antiriciclaggio). 

Non si capisce però come potrebbero fare ad imporle, dato che spesso i protocolli DeFi sono anonimi. 

Oltretutto i senatori che propongono questa legge ammettono che la DeFi spesso è anonima, ma nonostante questo ipotizzano di sanzionare comportamenti illeciti. Come faranno ad individuare le persone da sanzionare probabilmente però non lo sanno ancora. 

Nel testo fanno riferimento a “chi controlla il servizio DeFi”, forse senza sapere che spesso non lo controlla nessuno, o non si sa chi lo controlli. 

La campagna elettorale

Alla luce di questi dubbi, viene da chiedersi se questa sia in realtà solamente un’iniziativa propagandistica. 

Infatti, i senatori statunitensi si stanno preparando per le elezioni presidenziali dell’anno prossimo, e questo genere di iniziative con verosimilmente poche reali possibilità di andare concretamente in porto hanno tutto l’aspetto di sparate propagandistiche in piena campagna elettorale. 

Oltretutto sarebbe molto meglio procedere prima all’approvazione del disegno di legge sulla regolamentazione crypto fermo da un anno, prima di procedere al lancio di altri disegni di legge che sembrano avere ancora meno probabilità di andare in porto. 

La concorrenza internazionale

Infatti, non va dimenticato che da questo punto di vista gli USA stanno subendo una forte concorrenza persino dall’Unione Europea, non certo famosa per le sue capacità di seguire e cavalcare l’innovazione. 

In giro per il mondo ci sono già Paesi che stanno diventando importanti hub crypto internazionali anche e soprattutto grazie ad una regolamentazione crypto chiara, in primis Svizzera e UAE (Dubai). 

Se a ciò si aggiunge che anche la UE si è dotata di una regolamentazione crypto chiara, e che forse persino la Cina ne sta elaborando una, rimane piuttosto strano che invece negli USA la politica non riesca ad emettere una regolamentazione chiara e specifica su criptovalute e mercati crypto. 

In altre parole in questo momento sembra che stiano perdendo la competizione per attrarre aziende crypto in grado ad esempio di creare nuovi posti di lavoro. 

Se a ciò ci aggiungiamo l’enorme confusione creata ultimamente dalla SEC, ci si può rendere conto abbastanza facilmente di quanto gli USA stiano rischiando di perdere il loro ruolo di leadership finanziaria a livello globale. 

Tutto ciò è ancora più strano proprio perchè è già in atto una campagna elettorale, in cui la mancata difesa degli interessi nazionali potrebbe pesare molto negativamente sulla performance elettorale. 

Regolamentazione crypto: il controllo dei protocolli DeFi come in una banca?

Nel testo provvisorio del Crypto-Asset National Security Enhancement Act i senatori scrivono che l’obbligo e la responsabilità del rispetto dei requisiti AML per i protocolli DeFi spetterà a chiunque controlli un protocollo DeFi, o renda disponibile un’applicazione per utilizzarlo. In questo ultimo caso fa riferimento a quei soggetti centralizzati che forniscono agli utenti finali le interfacce per poterlo utilizzare. 

Inoltre, aggiungono che, qualora nessuno controllasse il protocollo, saranno ritenuti responsabili coloro che ci hanno investito più di 25 milioni di dollari. Questo praticamente esclude dagli obblighi di legge la stragrande maggioranza dei protocolli DeFi. 

In altre parole questo disegno di legge non normerebbe la DeFi, ma solo l’attività di eventuali intermediari centralizzati o di grossi investitori. 

Molto difficile pensare che ciò possa essere sufficiente a combattere l’aumento del crimine facilitato dalle criptovalute, ed a sbarrare le strade all’evasione ed al riciclaggio di denaro, per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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