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La Scadenza Imminente della Sanatoria Criptovalute: l’ultima chance di regolarizzare le tasse relative al mondo crypto in Italia

L’ascesa delle crypto-attività in Italia, oltre a molti benefici,  ha anche sollevato questioni fiscali, lasciando spazio a zone grigie nella dichiarazione dei redditi e nella regolamentazione delle tasse. 

In risposta a questo contesto, l’Agenzia delle Entrate ha introdotto un meccanismo di “istanza di emersione” o sanatoria per le criptovalute, offrendo un’ultima opportunità per i detentori di cripto-attività non dichiarate di regolarizzare la propria posizione finanziaria. 

Questa iniziativa è stata sancita dal comma 138 dell’ultima Legge di Bilancio e ha una scadenza cruciale: il 30 novembre 2023.

L’Enigma della Sanatoria crypto: una Soluzione o un Enigma Normativo per la regolamentazione delle tasse in Italia?

L’aggettivo “sanatoria” sembra suggerire un atto di clemenza, un perdono per passati errori finanziari. 

Tuttavia, in questo caso, potremmo più correttamente parlare di “istanza di emersione,” in quanto l’iniziativa non perdona direttamente le omissioni passate, ma piuttosto offre una strada per regolarizzare una situazione che è sfuggita alle radici normative.

Prima dell’entrata in vigore della Legge di Bilancio in questione, le crypto-attività non erano disciplinate da norme specifiche. Questo ha reso difficile per i contribuenti avere chiarezza sulla necessità di dichiarare tali asset. 

Quindi, sebbene il quadro RW nelle dichiarazioni dei redditi fosse stato compilato basandosi su interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate, non vi era alcun obbligo esplicito di dichiarazione fino a quel momento.

Peculiarità della Dichiarazione Retroattiva

Uno degli aspetti più straordinari della situazione è la dichiarazione retroattiva delle plusvalenze e minusvalenze derivanti dalle cripto-attività. 

Il comma 127 della Legge di Bilancio stabilisce che le plusvalenze e minusvalenze relative alle operazioni effettuate prima dell’entrata in vigore della Legge sono considerate realizzate. 

Questo ha sollevato questioni sui principi di retroattività delle leggi fiscali e ha reso potenzialmente tassabili le plusvalenze precedentemente non considerate.

L’Agenzia delle Entrate ha fornito indicazioni dettagliate su come i detentori di cripto-attività possono avviare la procedura di emersione. 

I contribuenti che non hanno dichiarato le cripto-attività nel quadro RW delle loro dichiarazioni dei redditi possono presentare una richiesta di regolarizzazione. 

Questa richiesta deve includere il modello, il valore delle cripto-valute possedute in ciascun periodo d’imposta e una sanzione dello 0,5% del valore delle stesse alla fine di ogni periodo.

Nel caso in cui i redditi derivanti dalle cripto-attività non siano stati dichiarati, è richiesto anche il pagamento di un’imposta sostitutiva al 3,5% del valore delle criptovalute.

Il 30 Novembre 2023 è la data cruciale per presentare l’istanza

La scadenza per presentare l’istanza di regolarizzazione delle cripto-attività è il 30 novembre 2023. Entro questa data, i contribuenti devono presentare la richiesta completa di tutti gli allegati necessari e versare le imposte sostitutive e/o le sanzioni dovute. 

Una delle sfide aggiuntive per i richiedenti è la necessità di allegare una relazione di accompagnamento che dettagli le violazioni oggetto dell’istanza e fornisca un prospetto di riconciliazione tra la documentazione presentata e i valori riportati.

Una questione critica che emerge in questo contesto è come ottenere documentazione affidabile e certificata per le transazioni effettuate su blockchain decentralizzate, dove spesso mancano intermediari tradizionali. 

La natura pseudo-anonima e decentralizzata delle cripto-attività può complicare la raccolta di prove necessarie per dimostrare la “liceità della provenienza delle somme investite” e stabilire il “costo di acquisto” dei beni.

Conclusioni

Sebbene l’istanza di emersione possa sembrare vantaggiosa in termini di sanzioni e tassazioni rispetto alle alternative, molti ancora vedono questa iniziativa come un tentativo retroattivo e discutibile di reperire reddito precedentemente non dichiarato. 

La sua introduzione solleva interrogativi sulla giustizia e la legalità di tali misure, in particolare quando si considera che l’assenza di una normativa chiara è stata in gran parte responsabile della situazione attuale.

Con la scadenza del 30 novembre 2023 che si avvicina rapidamente, i detentori di cripto-attività dovranno prendere decisioni importanti riguardo alla regolarizzazione delle loro posizioni finanziarie, mentre il dibattito su questa “sanatoria” continua a infiammarsi.

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