HomeCriptovaluteBitcoinTanti auguri al whitepaper di Bitcoin che compie 15 anni

Tanti auguri al whitepaper di Bitcoin che compie 15 anni

Esattamente 15 anni fa, ovvero il 31 ottobre del 2008, Satoshi Nakamoto pubblicava il whitepaper di Bitcoin. 

Lo pubblicò all’indirizzo web www.bitcoin.org/bitcoin.pdf, da dove è possibile scaricarlo ancora oggi, e ne diede notizia con un’email intitolata “Bitcoin P2P e-cash paper” inviata alla inviata alla Cryptography Mailing List. 

In quella email lo presentò dicendo: 

“Sto lavorando a un nuovo sistema di moneta elettronica completamente peer-to-peer, senza terze parti fidate”. 

L’email risulta essere stata inviata venerdì 31 ottobre 2008 alle ore 14:10:00 EDT (Eastern Daylight Time, ovvero l’ora legale degli Stati Uniti orientali). 

Non si conosce però nè l’esatto luogo da cui è stato effettuato l’invio, nè l’indirizzo IP del mittente. 

Il whitepaper di Bitcoin

Il cosiddetto whitepaper di Bitcoin (che tuttavia Satoshi non chiamava in questo modo) non era altro che un PDF di nove pagine in cui spiegava il funzionamento di Bitcoin. 

Satoshi allora descrisse Bitcoin come una versione puramente peer-to-peer dei contanti elettronici che consentiva pagamenti online diretti tra mittente e destinatario, senza alcun istituto finanziario come intermediario.

Disse che tale soluzione era fornita in parte dalle firme digitali, e che preveniva la doppia spesa. 

Citava già anche esplicitamente la Proof-of-Work su cui si basavano le convalide delle transazioni, e citava già anche la blockchain, anche se la chiamava semplicemente catena di blocchi. 

Non parlava ancora di mining, sebbene citò esplicitamente coloro che estraggono l’oro (i gold miners). 

Oltre alla prevenzione della doppia spesa, grazie ad una rete peer-to-peer (P2P), all’assenza di terze parti fidate (trustless), ed alla Proof-of-Work, citava già anche l’anonimato. 

Il lancio di Bitcoin

Quello però era solo un PDF che descriveva il protocollo Bitcoin. 

Per far sì che si tramutasse in realtà serviva creare e rendere disponibile il software del nodo. 

L’8 gennaio del 2009 pubblicò un’altra email, sempre nella stessa mailing list, la versione 0.1 di Bitcoin, ovvero il software per avviare e gestire un nodo. All’epoca quel software fungeva anche da wallet, e consentiva anche di fare mining. 

Tuttavia qualche giorno prima, ovvero il 3 gennaio, lui stesso aveva minato il primo blocco della blockchain di Bitcoin, probabilmente con un prototipo del software che stava ancora elaborando. 

Quindi non solo fu il primo al mondo a minare un blocco della blockchain di Bitcoin, ma lo fece anche in segreto. Quando rese pubblico il software infatti anche altri iniziarono ad utilizzarlo ed a minare, tanto che il secondo blocco fu minato il 9 gennaio. 

E fu proprio a partire da quel 9 gennaio 2009 che iniziò a venir minato più o meno un nuovo blocco ogni 10 minuti. 

Nel frattempo Satoshi aveva anche creato una nuova mailing list, chiamata esplicitamente bitcoin-list, alla quale l’11 gennaio inviò un’altra email per annunciare il lancio della versione 0.1.2 del software di Bitcoin. 

La sua ultima email pubblica fu inviata a dicembre dell’anno successivo, così come l’ultimo post sul forum BitcoinTalk. 

Ad aprile 2011 inviò la sua ultima email privata in cui scrisse che si era spostato su altre cose, tanto il progetto Bitcoin ormai era in buone mani. 

La rivoluzione di Bitcoin

Il whitepaper Bitcoin affrontava alcuni problemi dei sistemi valutari tradizionali proponendo un sistema alternativo decentralizzato di valuta digitale. 

Secondo alcuni analisti di Bitget il documento enfatizzava le caratteristiche di decentralizzazione ed apertura fornendo anche indicazioni per lo sviluppo delle successive criptovalute

L’idea principale era quella di creare un sistema di valuta digitale che non si basasse su autorità centrali, garantendo la sicurezza delle transazioni invece attraverso un meccanismo decentralizzato. 

Gli analisti di Bitget suggeriscono anche di prendere in considerazione il cosiddetto Bitcoin Rainbow Chart

Si tratta di un grafico che inserisce l’andamento del prezzo di BTC in scala logaritmica all’interno di fasce colorate. 

Le fasce rosse ed arancioni indicano un mercato surriscaldato, probabilmente in bolla, mentre le aree blu e viola indicano un mercato potenzialmente sottovalutato con opportunità di acquisto.

Sebbene non si tratti di un indicatore assoluto di acquisto e vendita, il Rainbow Chart può fornire un’impressione intuitiva del sentiment del mercato. 

Inoltre, risulta essere più adatto agli investitori a lungo termine perché si concentra sulle tendenze macro del mercato, piuttosto che sulle fluttuazioni dei prezzi a breve termine.

Tuttavia, fanno anche notare che, mano a mano che il mercato si evolve, i parametri e gli intervalli del Rainbow Chart potrebbero richiedere degli aggiornamenti per mantenere l’aderenza alla realtà. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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