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Regolamentazione: l’applicazione delle regole della Corte Internazionale di Arbitrato nelle controversie DeFi

Il Protocollo Q è il nuovo segno di maturità per l’applicazione della regolamentazione della Corte Internazionale di Arbitrato alle controversie DeFi. 

Nello specifico, il Protocollo Q rappresenta un passo significativo nello sviluppo del settore, consentendo agli sviluppatori di elaborare costituzioni organizzative implementate attraverso smart contract. 

Inoltre, queste costituzioni includono anche percorsi off-chain per la risoluzione di controversie al di là delle capacità gestionali del codice. Vediamo di seguito tutti i dettagli. 

Protocollo Q: la creazione di costituzioni organizzative con soluzioni Off-Chain per la regolamentazione DeFi

Come anticipato, Q Protocol adotterà la regolamentazione stabilita dal tribunale arbitrale della Camera di Commercio Internazionale (ICC) per la risoluzione delle controversie e l’esecuzione delle decisioni, come indicato da Nicolas Biagosch, co-fondatore del protocollo, in un’intervista a CoinDesk.

Ricordiamo che Q Protocol offre servizi di governance blockchain per il Web3 e le organizzazioni autonome decentralizzate. 

Inoltre, il protocollo consente agli sviluppatori di creare costituzioni organizzative implementate attraverso smart contract, includendo percorsi off-chain per la risoluzione delle controversie al di là delle capacità gestionali del codice. 

La costituzione del Protocollo Q definisce le regole del sistema, con l’inclusione del ricorso alla Corte Internazionale di Arbitrato, attiva da oltre 100 anni.

Storicamente, la risoluzione delle controversie è stata un problema nella finanza decentralizzata (DeFi). 

Ad esempio, lo scontro tra l‘Aragon Foundation e un gruppo di investitori attivisti ha portato alla chiusura della fondazione e al trasferimento di 155 milioni di dollari di asset ai possessori di token ANT.

Nicolas Biagosch ha infatti a tal proposito dichiarato che: “Avremmo avuto una soluzione alla disputa di Aragona.” 

ICC e Q Protocol: tutti i dettagli sui piani per la risoluzione delle controversie DeFi 

Le regole dell’ICC sono spesso utilizzate per condurre l’arbitrato privato in quanto tendono ad essere più veloci rispetto alle giurisdizioni basate sugli stati nazionali. Alexander G. Fessas, segretario generale della Corte Internazionale di Arbitrato, ha affermato che la Corte ha già gestito controversie legate alla blockchain.

Nonostante non sia la prima volta che le controversie nel contesto della DeFi possano utilizzare il framework offerto dall’ICC, la credibilità data dalla principale istituzione arbitrale al mondo conferisce uno status senza precedenti allo spazio.

Fessas ha dichiarato in merito quanto segue: 

“La nostra missione è garantire l’accesso alla giustizia e allo stato di diritto, e il nostro obiettivo è assistere le parti nella risoluzione delle loro controversie.” 

I partecipanti all’ecosistema Q (tredici progetti hanno firmato per utilizzare i servizi) sono parte del contratto privato rappresentato dalla Costituzione Q. 

Hanno inoltre concordato che la Corte di Arbitrato della CPI, in base alla Costituzione Q e alle sue regole di procedura, sarà l’unico meccanismo per risolvere le controversie, anziché un sistema giudiziario alternativo a quello degli stati-nazione.

Biagosch ha specificato che la CPI si riserverà sempre il diritto, in base alle sue regole, di non esaminare il caso e che la risoluzione delle controversie non può essere forzata.

Oltre alla risoluzione delle controversie tramite l’ICC, Q Protocol offre anche un processo decisionale decentralizzato discrezionale e l’applicazione decentralizzata di regole al di là del codice come legge. 

La mainnet di Q Protocol è stata avviata a marzo 2022, e oltre ai progetti firmati, 123 DAO hanno costruito la propria organizzazione su Q, un ulteriore servizio disponibile sulla piattaforma. 

Capitale bloccato nella DeFi: raggiunti i $50 Miliardi, un incremento del 41% in sei mesi

Il totale del capitale bloccato o in staking su tutti i protocolli di finanza decentralizzata (DeFi) ha di recente superato la soglia dei 50 miliardi di dollari, segnando un notevole aumento del 41% in sei mesi. 

L’aumento è stato guidato dall’incremento del valore degli asset sottostanti e dall’interesse degli investitori nel garantirsi rendimenti sulle loro criptovalute.

Secondo i dati di DefiLlama, da metà ottobre, quando il settore era ai minimi pluriennali, il capitale bloccato è cresciuto di 15 miliardi di dollari. La ricerca di rendimento è stata evidente con il recente successo del progetto layer 2, Blast.

Quest’ultimo ha attratto oltre 700 milioni di dollari in depositi da parte di trader e investitori, nonostante i prelievi siano possibili solo a partire da marzo.

Durante lo stesso periodo, l’Ether (ETH), la principale criptovaluta utilizzata nel mercato DeFi, ha registrato un aumento del 42%, superando il complessivo incremento del 41% nel settore DeFi. 

È interessante notare che molti protocolli DeFi offrono rendimenti sulle stablecoin, ancorate alle valute fiat tradizionali.

Il volume delle transazioni ha anch’esso registrato un aumento significativo, superando i 5,4 miliardi di dollari in un solo giorno il mese scorso, il massimo da marzo. 

La spinta del settore è stata ulteriormente alimentata dalla transizione di Ethereum a una blockchain proof-of-stake, che ha incentivato il mercato dello staking liquido, dominato da Lido e RocketPool, responsabili del 45% del totale del capitale bloccato (TVL) nella DeFi.

Lido e RocketPool offrono rendimenti annuali rispettivamente del 3,7% e del 3,92% attraverso lo staking liquido, una forma di derivato che consente agli investitori di generare rendimenti dallo staking di ether. 

Nel frattempo, i protocolli basati su Solana, come Jito e Marinade Finance, hanno visto un aumento del TVL tra il 60% e il 120% negli ultimi 30 giorni. Ciò evidenzia un crescente interesse istituzionale verso Solana. 

Il Solana Trust di Grayscale è stato oggetto di scambi con un premio dell’869% il mese scorso, indicando una forte domanda da parte del settore istituzionale.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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