Quello che è accaduto tra ieri ed oggi al prezzo di Bitcoin, a causa del CPI, è davvero molto interessante.
In realtà si tratta di una dinamica iniziata già alcuni giorni fa, influenzata solo ieri per un relativamente breve momento dai dati sul CPI.
Summary
Il CPI degli USA e la reazione del prezzo di Bitcoin
Con CPI si intende il Consumer Price Index, ovvero l’indice dei prezzi al consumo.
Ieri sono stati resi noti i nuovi dati relativi a gennaio del CPI negli USA.
I dati sono risultati essere non solo peggiori del previsto, ma soprattutto non migliori rispetto a dicembre.
Per quanto riguarda il CPI degli USA, a gennaio 2024 è salito a quota 308,4 punti, mentre a dicembre era a quota 306,7. Si tratta di un aumento significativo che riporta l’indice addirittura sopra i livelli di settembre.
Per capire meglio il problema conviene concentrarsi sul dato dell’inflazione core.
L’inflazione core è quella che la Fed prende come riferimento per decidere quali eventuali modifiche apportare alla sua politica monetaria.
Ieri si è scoperto che a gennaio 2024 l’inflazione core negli USA non è scesa, come aveva fatto a dicembre, ma è rimasta al 3,9% annuo.
A novembre era al 4%, quindi a dicembre era scesa di un decimo di punto percentuale. Va però ricordato che anche ad ottobre era al 4%, quindi ciò che è accaduto a gennaio è uguale a ciò che accadde a novembre.
I mercati però si aspettavano una discesa al 3,7%, ed è per questo che hanno reagito male.
La politica monetaria della Fed
I mercati finanziari sono in spasmodica attesa di un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed.
Lo attendono così tanto che nei mesi scorsi si erano addirittura illusi che avrebbe potuto avvenire già a marzo (a febbraio non ci sarà alcuna decisione a riguardo).
Ora invece, dato che a gennaio l’inflazione core non è scesa, hanno cambiato idea non solo su marzo, ma anche su maggio (ad aprile non ci sarà alcuna decisione a riguardo).
Quindi mentre fino all’altro ieri i mercati erano convinti che a maggio ci sarebbe stato il primo taglio dei tassi, ora lo stanno mettendo in dubbio.
Ormai sono settimane che si sono convinti che a marzo non ci sarà alcun taglio, pertanto l’attenzione si è spostata su maggio. Con i dati attuali non sembra probabile che la Fed possa iniziare a tagliare i tassi già a maggio.
Secondo il presidente della Fed, Jerome Powell, si possono ipotizzare circa tre tagli dei tassi da 25 punti base nel corso del 2024, e se così sarà non ci sarà alcun taglio prima almeno di giugno.
In questo momento però i mercati danno ancora un 36% di probabilità che la Fed inizi a tagliare i tassi a maggio, mentre per l’ipotesi che inizino entro giugno le probabilità salgono al 76%.
A dire il vero danno ancora addirittura il 54% di probabilità che i tagli dei tassi siano più di tre.
I mercati pertanto sono stati troppo ottimistici sull’efficacia della politica monetaria della Fed nel ridurre l’inflazione, e sembrano continuare ad esserlo.
Ieri però perlomeno hanno cambiato idea su maggio, ed è stato questo cambio di idea a far muovere i mercati.
Il calo del prezzo di Bitcoin dopo la pubblicazione del CPI
Al momento della pubblicazione del dato, ieri il prezzo di Bitcoin di colpo è sceso da circa 50.000$ a circa 48.300$.
Si capiva però subito che non sembravano esserci le condizioni per un’ulteriore discesa.
D’altro canto però anche prima della pubblicazione del dato si capiva che potevano esserci le condizioni per una correzione, ed infatti tale correzione di ieri non ha stupito quasi nessuno. Ciò che ha stupito è stata l’entità molto contenuta della correzione, e soprattutto il successivo rimbalzo.
Il fatto è che lunedì il prezzo di Bitcoin era ancora di circa 48.000$, e la risalita fin sopra i 50.000$ è avvenuta in poco più di tre ore.
Quando si verificano impennate del genere, seppur relativamente contenute, il fatto che avvengano in breve tempo fa sempre supporre che si possa trattare di mini-bolle, ovvero veloci picchi di entusiasmo eccessivo che poi svaniscono tanto in fretta quanto ci hanno messo a formarsi.
Invece non solo il prezzo di Bitcoin è rimasto a 50.000$ per più di 24 ore, ma la successiva correzione non ha nemmeno cancellato tutti i guadagni dato che si è fermata a 48.300$.
Oltretutto a ciò va aggiunto che una settimana fa il prezzo era ancora a 43.000$, e tre settimane fa era sotto i 39.000$. Un +30% in tre settimane per Bitcoin fa sempre pensare ad una probabile correzione, quindi quella di ieri sembrava essere “telefonata”.
Il rimbalzo
Per questi motivi ieri quasi nessuno si è stupito della discesa sotto i 49.000$, ma a dirla tutta ci si aspettava anche una possibile discesa sotto i 48.000$.
Invece la correzione, in modo inaspettato, è durata solamente quattro ore, poi il prezzo si è stabilizzato.
Ancora stamattina il prezzo era più o meno a 49.600$, tanto che in molti si aspettavano una giornata di lateralizzazione.
Ad un certo punto invece è scattato un vero e proprio rimbalzo, dopo circa 16 ore dalla fine della correzione di ieri.
Il rimbalzo è stato così inaspettato che il prezzo ha finito per salire anche sopra i 51.000$ facendo segnare i nuovi record dell’anno. Anzi, i picchi di oggi sono i maggiori degli ultimi due anni abbondanti, dato che bisogna risalire fino a novembre 2021 per trovare livelli simili.
In altre parole in questi giorni Bitcoin sta dando grandissimi segnali di forza.
A questo punto è persino lecito immaginare che il rimbalzo possa non essere nemmeno concluso, e che possa persino sperare di superare anche i 52.000$.
Va detto che a dicembre del 2021 il prezzo oscillava tra i 45.000$ ed i 52.000$ prima di scendere a 40.000$ ai primi di gennaio 2022. Forse è proprio questo il range attuale di oscillazione del prezzo di Bitcoin, e nel caso in cui riuscisse a salire anche sopra i 53.000$ si aprirebbero scenari completamente nuovi, in linea con quelli di novembre 2021 che portarono al massimo storico di 69.000$.
In alternativa una volta raggiunti i 52.000$ potrebbe anche ritracciare, magari rimanendo però sempre sopra i 45.000$.
Nel frattempo comunque ha nuovamente raggiunto i mille miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.