Nel 2023 è avvenuta una vera e propria svolta per USDT, la stablecoin crypto di Tether sul dollaro USA, tanto da essere apprezzata anche dalle banche.
Summary
Crypto news: la svolta del 2023 della stablecoin Tether tra le banche
Il punto chiave di questa vicenda è stato il fallimento di alcune grosse banche USA nel marzo del 2023.
Infatti in particolare la chiusura di Silicon Valley Bank (SVB) portò ad una perdita di dollari per Circle, ovvero l’emittente della principale rivale di Tether (USDC).
In quel momento quella che veniva comunemente ritenuta la stablecoin più sicura (USDC di Circle) perse il peg con il dollaro, anche se poi lo recuperò molto velocemente quando la banca centrale statunitense (Fed) intervenne per coprire tutti gli ammanchi nei depositi delle banche fallite.
USDT di Tether, che comunque già allora dominava i mercati crypto, invece non perse nulla.
In quel momento molti smisero di utilizzare USDC ed iniziarono ad utilizzare USDT.
L’andamento nel tempo
Prendendo in considerazione la capitalizzazione di mercato di USDT e USDC, prima dell’implosione dell’ecosistema crypto Terra/Luna a maggio del 2022 la stablecoin di Tether valeva 83 miliardi di dollari, mentre quella di Circle circa 50 miliardi di dollari.
In quel momento USDT aveva una capitalizzazione superiore del 66% superiore a USDC.
L’implosione di Terra/Luna però fu dovuta al depegging della loro stablecoin algoritmica, UST, dal prezzo del dollaro USA, è questo generò molta paura tra i detentori di USDT.
Ma, nonostante un crollo del 20% in tre mesi della capitalizzazione di mercato, la stablecoin di Tether non perse il peg con il dollaro, e così potè poi tornare a crescere.
In quel momento USDT era scesa a 66 miliardi di dollari, mentre USDC era salita a 55, riducendo il divario dal 66% al 20%.
Da allora però la capitalizzazione di USDC iniziò un forte e duraturo calo, mentre USDT invece smise di scendere.
Il 2023
Ad inizio 2023 USDT era ancora a 67 miliardi di dollari, ma USDC era scesa a 44 miliardi.
Con la chiusura di Silicon Valley Bank a marzo 2023 la capitalizzazione di mercato di USDC crollò, a causa del depeg con il dollaro, sebbene solo temporaneo, e della fuga verso altre stablecoin.
Tale crollo si è arrestato solamente a novembre dello stesso anno, quando ormai era scesa a 24 miliardi di dollari. Da notare che rispetto al picco di 55 miliardi di luglio 2022 la perdita è stata del 56%.
A gennaio del 2023 però il mercato crypto aveva iniziato a risolevarsi, quindi quando a marzo si è verificata la fuga da USDC molti semplicemente si sono appoggiati a USDT, anche perchè la stablecoin di Tether non aveva perso il peg con il dollaro.
Così la capitalizzazione di mercato di USDT salì a 84 miliardi di dollari, tornando sui massimi dell’anno precedente.
Il 2024 per le stablecoin
A partire da novembre dell’anno scorso è iniziata una vera e propria bull run sui mercati crypto, conclusa solamente a marzo di quest’anno.
A quel punto sia la capitalizzazione di mercato di USDT che quella di USDC sono cresciute.
Mentre la stablecoin di Circle si è limitata a riportarsi sopra i 30 miliardi di dollari, quella di USDT è balzata addirittura sopra i 110 nel corso del resto dell’anno.
In questo momento il divario tra le capitalizzazioni di mercato della prima e della seconda maggiore stablecoin al mondo è schizzato a +245%.
La dominance attuale di USDT sul mercato delle stablecoin è addirittura del 70%, ovvero più del doppio di tutte le altre stablecoin messe assieme.
Le banche diventano più crypto avvicinandosi alla stablecoin di Tether (USDT)
Dal picco del 2022 ad oggi la capitalizzazione di mercato della stablecoin di Tether è cresciuta del 37%, mentre quella di USDC è scesa del 38%.
Sebbene la crescita di USDT probabilmente sia dovuta soprattutto alla crescita dei mercati crypto, in concomitanza con il calo di USDC, un certo ruolo potrebbero averlo giocato anche le istituzioni finanziarie tradizionali.
Il fatto è che per operare direttamente sul mercato crypto non conviene utilizzare valuta fiat, ma stablecoin. Questo vale anche per le istituzioni finanziarie tradizionali, quindi anche le società di TradFi che scelgono di operare sui mercati crypto alla fine inevitabilmente si imbattono sulle stablecoin.
Con una dominance del 70% è assolutamente inevitabile che anche le società tradizionali che vogliono operare sui mercati crypto finiscano per utilizzare USDT. Oltretutto nel corso del tempo ha dato anche maggiori garanzie di tenuta, rispetto ad altre stablecoin che sembravano più sicure ma senza esserlo realmente.
La regolamentazione europea MiCA
Una svolta però potrebbe avvenire nei Paesi dell’Unione Europea con l’introduzione della nuova regolamentazione crypto (MiCA).
Infatti il MiCA introduce il riconoscimento delle stablecoin come e-money token, di fatto imponendo agli exchange di rimuovere quelle che non dovessero ottenere tale riconoscimento.
Sebbene la nuova regolamentazione sulle stablecoin sia già entrata in vigore nella UE, dal 30 di giugno, gli exchange hanno 60 giorni di tempo per adeguarsi.
Quindi la situazione attuale non è ancora definitiva, ed occorrerà ancora circa un mese prima di avere informazioni certe.
Allo stato attuale USDC nella UE ha ottenuto il riconoscimento di e-money token, mentre USDT ancora no. Nonostante ciò la stablecoin di Tether non è ancora stata delistata dagli exchange crypto in Europa proprio perchè c’è ancora un mese di tempo per adeguarsi.
Occorre sottolineare che questa è una vicenda limitata esclusivamente ai Paesi UE, e le possibili soluzioni sembrano essere solo due.
O entro fine agosto USDT ottiene il riconoscimento dalla UE come e-money token, come già fatto da USDC, oppure dovrà essere reso non più disponibile sugli exchange agli utenti che risiedono in un Paese UE.
Nel caso in cui non dovesse ottenere tale riconoscimento, USDT potrebbe essere sostituito da aUSDT, ovvero la stablecoin di Tether ancorata al dollaro USA, ma collateralizzata in oro e non in dollari. In questo momento però le probabilità sembrano pendere maggiormente verso l’ipotesi che alla fine USDT ce la faccia ad ottenere il riconoscimento come e-money token nella UE.