Perché negli ultimi quattro giorni il prezzo di Bitcoin sta salendo? Ripercorriamo ed analizziamo le principali cause di questo rialzo.
Summary
Il calo dei giorni precedenti
Dopo essere sceso sotto i 54.000$ ad inizio settembre, il prezzo di Bitcoin aveva iniziato una risalita che era durata dal 9 al 27 settembre.
Grazie a quella risalita si era riportato sopra i 66.000$, con un +24% in poco più di due settimane.
Una volta terminata quella salita però c’è stata una piccola correzione, che ha avuto inizio lunedì 30 settembre (una settimana fa) a causa della nuova impennata delle tensioni in Medio Oriente.
In questo periodo la peggior forza ribassista sembrano infatti essere proprio i rischi di un’escalation in Medio Oriente, dopo l’attacco missilistico dell’Iran ad Israele a cui forse farà seguito un attacco di Israele all’Iran.
A causa di quella correzione il prezzo era tornato attorno a quota 60.000$ giovedì scorso, ma a quel punto la correzione si è interrotta.
Perché Bitcoin sta salendo oggi?
Già venerdì il prezzo di Bitcoin era tornato sopra i 61.000$, e nel corso del weekend, con le borse tradizionali chiuse, è tornato anche sopra i 63.000$. Ma perché BTC (Bitcoin) sta salendo proprio ora?
La cosa più interessante però è che nella notte, dopo l’apertura delle borse asiatiche, è risalito fino a sfiorare i 64.000$, anche se in seguito è tornato anche sotto i 63.000$, sempre per le paure legate alla situazione in Medio Oriente.
Questa piccola risalita va interpretata come un rimbalzo post-correzione, perchè probabilmente la correzione era stata un pochino esagerata.
Occorre infatti ricordare che in molti credono perlomeno possibile che nella seconda metà del mese possa iniziare un nuovo rally, o addirittura una nuova vera e propria bull run, in previsione delle elezioni americane.
Il rapporto con il dollaro americano (USD)
La chiave di lettura in questo caso è la correlazione inversa con il dollaro USA.
Sul medio/lungo periodo infatti il prezzo di Bitcoin appare inversamente correlato al Dollar Index. Sul breve termine non lo è sempre, ma sul medio/lungo invece spesso lo è, seppure con alcune eccezioni.
Il punto in questo caso è che dopo le elezioni presidenziali negli USA il Dollar Index tende ad indebolirsi, e questo aiuta il prezzo di BTC a crescere.
In tutti e tre i precedenti in cui si sono tenute le elezioni negli USA da quando esiste Bitcoin (2012, 2016 e 2020) il prezzo di BTC è entrato in bull run o appena prima o appena dopo le elezioni stesse. Le prossime si terranno il 5 novembre di quest’anno.
Inoltre, in tutte e quattro le occasioni, 2024 compreso, l’anno delle presidenziali USA è stato accompagnato da un halving di Bitcoin.
Perché Bitcoin sta salendo durante l’apertura dei mercati asiatici?
Nonostante ciò, la risalita di questa notte fino a quasi 64.000$ è stata prodotta dai mercati asiatici.
Infatti quando le borse asiatiche hanno chiuso, il prezzo di Bitcoin è poi tornato sotto i 63.000$.
In questo specifico caso il punto chiave è la politica monetaria della banca centrale cinese.
La Cina ormai da settimane sta optando per una sorta di QE, ovvero immissione di liquidità nel sistema finanziario.
Ad esempio la borsa di Hong Kong sta crescendo quasi ininterrottamente dalla seduta dell’11 settembre, con solo tre sedute negative da allora e ben 10 nettamente o molto positive.
L’ultima seduta negativa è stata quella di giovedì scorso, ma da quella chiusura l’indice Hang Seng è già risalito del 4,5%.
Ma la cosa davvero anomala è il fatto che in meno di un mese il valore di questo indice è salito da 16.900 punti a quasi 23.100 punti, ovvero un livello che non si vedeva da febbraio 2022.
Invece, da gennaio 2023 a gennaio 2024 era sceso in dodici mesi da 22.700 punti a 14.800. Rispetto a questo minimo annuale del 2024 la risalita fino ad oggi è stata addirittura del 55%, il grosso della quale è avvenuto nelle ultime quattro settimane.
Dinamiche contrastanti
Quindi da un lato abbiamo i mercati asiatici che spingono il prezzo degli asset risk-on come Bitcoin verso l’alto.
Dall’altro invece abbiamo le tensioni geopolitiche in Medio Oriente che lo spingono verso il basso.
In questo momento, con i mercati asiatici tradizionali chiusi, sta prevalendo la seconda dinamica, mentre questa notte è prevalsa la prima.
Tuttavia nel weekend, con le borse tradizionali chiuse, ha prevalso una dinamica crescente, probabilmente a causa del fatto che i mercati crypto iniziano a prezzare l’ipotesi di una bullrun nella seconda metà del mese.
La politica monetaria della Fed tra tagli dei tassi e quantitative easing
A tutto ciò va per forza aggiunta anche una terza dinamica, legata invece alla politica monetaria della banca centrale statunitense.
A tal proposito occorre sottolineare che i mercati finanziari fino a relativamente pochi giorni fa si erano convinti che anche alla prossima riunione del FOMC, prevista per il 7 novembre, la Fed avrebbe potuto optare per un altro taglio dei tassi da 50 punti base.
Invece negli ultimi giorni prima hanno iniziato a prezzare un taglio di soli 25 punti base, poi hanno addirittura iniziato ad ipotizzare che vi sia qualche probabilità, sebbene molto piccola, che la Fed il 7 novembre possa addirittura decidere di non tagliare i tassi. In seguito hanno anche eliminato praticamente del tutto l’ipotesi che il taglio possa realmente essere di 50 punti.
Quindi se in questo momento sui mercati asiatici c’è euforia, dopo anni di crisi, su quelli statunitensi c’è ancora molta incertezza.
C’è però perlomeno un dato positivo che arriva dagli USA, ovvero il crollo delle possibilità di una recessione a breve. In uno scenario tale, se le tensioni in Medio Oriente dovessero ridursi c’è da attendersi una reazione decisamente positiva dei mercati.