HomeCriptovaluteBitcoinRimandata all'anno prossimo la scadenza per i Bitcoin di Mt. Gox

Rimandata all’anno prossimo la scadenza per i Bitcoin di Mt. Gox

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Qualche giorno fa, il curatore fallimentare di Mt. Gox ha inviato una lettera a tutti i creditori dell’exchange fallito nel 2014 con la quale avvisa che è stata modificata la scadenza dei rimborsi in Bitcoin. 

In realtà parte dei rimborsi sono già stati effettuati, ma ne mancano ancora alcuni che avrebbero dovuto essere completati entro il 31 ottobre 2024. Questa data di scadenza è stata posticipata al 31 ottobre 2025.

I rimborsi di Bitcoin di Mt. Gox

Nella lettera, Nobuaki Kobayashi afferma che, ad eccezione di alcuni tipi di rimborsi, sono già stati in gran parte completati i rimborso di base, il rimborso forfettario anticipato ed il rimborso intermedio.

Questo però vale solo per i creditori che hanno già completato le procedure necessarie per ricevere i rimborsi, e che non hanno riscontrato alcun problema durante il processo di rimborso.

Kobayashi però rivela anche che molti creditori non hanno ancora ricevuto i loro rimborsi perché non hanno completato le procedure necessarie per riceverli.

Da notare che l’exchange ha chiuso più di dieci anni fa, e che le procedure per il rimborso sono iniziate mesi fa. 

Attualmente, stando ai dati di Arkham Intelligence, dei 142.000 BTC circa detenuti dall’exchange ne sono già stati distribuiti circa 97.000, ma quasi 45.000 sono ancora da distribuire, ed infatti sono ancora custoditi sui wallet di Mt. Gox. 

I primi rimborsi sono stati effettuati a luglio, e gli ultimi ad agosto. Quindi sono ormai due mesi che non ne vengono effettuati altri. 

I problemi dei creditori

Kobayashi ammette che vi sono stati però anche altri problemi, oltre al non aver fornito tutti i dati per poter ricevere i rimborsi. 

Uno di questi è la verifica dell’identità, anche perchè in casi simili c’è da attendersi tutta una serie di richieste illegittime da parte di qualcuno che si spaccia per un creditore senza magari esserlo. 

Il curatore fallimentare afferma che è auspicabile effettuare i rimborsi mancanti in misura ragionevolmente praticabile, ammettendo quindi anche il fatto che alcuni creditori necessitano di maggior tempo. 

Per questo motivo ha ottenuto il permesso del tribunale per modificare la scadenza finale, allungandola di un anno. 

Quindi da un lato ci sono ancora molti creditori che non hanno fornito tutti i dati necessari per ricevere il rimborso, mentre dall’altro alcune richieste non sono state portate a compimento per la mancanza di tutti i dettagli. 

L’impatto sul prezzo di Bitcoin dei rimborsi di Mt. Gox

Quando si è diffusa la notizia dell’inizio dei rimborsi, ad inizio luglio, il prezzo di Bitcoin scese da 63.000$ a 54.000$. 

Dato che si trattava di una cifra ingente, rilasciata in poche settimane, c’era il timore che molti di coloro che li avessero ricevuti li avrebbero subito venduti. 

Ciò invece non è successo, tanto che già a metà luglio erano state recuperate tutte le perdite di inizio mese. 

Ad inizio agosto però, non appena terminata questa fase di rimborso, il prezzo è di nuovo sceso, passando in pochi giorni da quasi 70.000$ a meno di 50.000$. Anche in questo caso però già una settimana dopo il grosso delle perdite era stato recuperato con un ritorno sopra i 60.000$.

Il fatto che il prezzo attuale sia perfettamente in linea con quello di fine giugno porta a credere che l’impatto negativo sul prezzo di BTC lo abbiano avuto soprattutto le notizie riguardanti questi rimborsi, e non i rimborsi stessi. 

Cosa faranno gli Holder di BTC?

Il punto è che chi aveva perso Bitcoin nel 2014, quando Mt. Gox chiuse, se li riceve adesso con un valore di mercato che nel frattempo è aumentato di circa 100 volte può facilmente essere indotto a tenerseli ancora magari per altri dieci anni. 

D’altronde erano anni che si era persa la speranza di ricevere indietro qualcosa, ed il numero di BTC rimborsati è di gran lunga inferiore al numero di BTC posseduti dagli utenti sull’exchange al momento della chiusura. 

In particolare, c’è un dato che evidenzia come chi ha ricevuto quei BTC, restituiti tramite altri exchange, in gran parte ha deciso di holdarli. 

Infatti, nel mese di luglio il numero complessivo di BTC tenuti dagli exchange come riserva è sceso da circa 2,87 milioni a 2,76 milioni, scendendo ancora ad agosto fino a 2,72. 

Quindi, nonostante il curatore fallimentare di Mt. Gox abbia inviato 97.000 BTC sugli exchange come rimborso ai creditori registrati, nel medesimo periodo il numero di BTC sugli exchange è sceso di 110.000 unità. 

È molto probabile che la maggior parte di coloro che li ha ricevuti li ha prelevati e messi su un proprio wallet non-custodial. 

Per questo motivo la decisione di rimandare la scadenza non ha avuto molto impatto sul prezzo di BTC.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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