Ieri, JP Morgan ha pubblicato un report in cui vengono discusse diverse previsioni sulla quotazione di Bitcoin (BTC) dopo la vittoria di Trump alle elezioni.
Il report analizza l’andamento di diversi asset, tra cui oro e Bitcoin, durante il corso del 2024, e li paragona con l’andamento delle probabilità di vittoria di Donald Trump alle elezioni di martedì scorso.
Summary
JP Morgan rialzista sulla quotazione di Bitcoin (BTC)
In seguito un analista di JP Morgan si è detto esplicitamente rialzista su BTC.
In relazione all’andamento fino a fine anno, l’analista di JP Morgan ha dichiarato che continuano a vedere spazio per il cosiddetto “Trump trade” per le prossime otto settimane, in modo simile a ciò che accadde nel 2016 dopo la sua precedente elezione.
Il Trump trade è proprio l’analisi riportata nel report pubblicato ieri, dove è stato messo in relazione con l’andamento di Bitcoin e quello dell’oro.
Secondo l’analista di JP Morgan, è probabile che le politiche di Trump sostengano entrambi fino al 2025, e che oro e BTC possano trarre vantaggio da una sorta di “svalutazione” dovuta ai crescenti rischi associati ai dazi (e quindi al commercio internazionale) ed alla geopolitica.
Questa analisi è perfettamente in linea con la narrativa, già molto diffusa in ambito crypto, che sostiene che dopo le elezioni presidenziali USA il dollaro statunitense tenda ad indebolirsi per mesi, e che tale indebolimento finisca per favorire l’ascesa del prezzo di Bitcoin.
L’effetto Trump sulla quotazione di Bitcoin (BTC): l’analisi di JP Morgan
Nel report la politica economico-finanziaria di Trump viene definita una sorta di esperimento, nonostante Trump abbia già governato quattro anni dal 2017 al 2020.
Viene anche detto che i mercati sono entusiasti delle prospettive di un programma di deregolamentazione, e della possibilità di tagli alle tasse. Inoltre viene sottolineato che nel settore degli investimenti si presume che interi settori ed industrie possano trarre vantaggio, in particolare quelli della finanza e delle criptovalute.
Ora che tale esperimento inizierà, la maggior parte degli economisti prevede però conseguenze negative per la crescita e l’occupazione.
Quindi secondo JP Morgan, da un lato ci potrebbe essere un buon periodo per la finanza (e le criptovalute) perlomeno da qui fino a fine anno, mentre dall’altro sul medio/lungo periodo ci potrebbe essere un periodo meno buono per l’economia.
L’effetto delle politiche di Trump sulla finanza potrebbe proseguire anche l’anno prossimo, dato che entrerà effettivamente in carica come presidente degli Stati Uniti solamente il 20 gennaio 2025.
Previsioni sul prezzo di Bitcoin
Queste previsioni rialziste di JP Morgan sul prezzo di Bitcoin sono perfettamente in linea con altre previsioni di altri analisti.
C’è una ragione di fondo che spinge molti analisti a concordare in merito ad un possibile percorso ulteriormente rialzista di BTC.
Tutto è legato all’apparente correlazione inversa tra l’andamento del prezzo di Bitcoin e quello del Dollar Index (DXY).
Va però specificato che tale correlazione innanzitutto non è diretta, ma indiretta, e che si manifesta solo sul medio/lungo periodo, perchè sul breve termine a volte non si manifesta, o a volte addirittura si manifesta invertita.
Invece nel corso dei mesi, e degli anni, quando il Dollar Index scende il prezzo di BTC tende a salire, e viceversa.
L’indebolimento del dollaro
Alla base delle numerose previsioni rialziste su BTC c’è l’ipotesi che il dollaro USA nei prossimi mesi possa indebolirsi.
Innanzitutto è piuttosto comune che dopo le elezioni presidenziali il Dollar Index inizi a scendere, e finisca poi per scendere per diversi mesi.
Inoltre prima delle elezioni si è rafforzato, passando in poco più di un mese da 100 a 104,5 punti.
È vero che il giorno della vittoria di Trump è salito anche fino a 105,3 punti, ma si è trattato solo di uno spike temporaneo irrilevante a medio/lungo termine.
Attualmente è ancora a 104,5 punti, ovvero lo stesso livello massimo che aveva raggiunto negli ultimi tempi prima delle elezioni di martedì. Quindi la sua discesa non è ancora iniziata, e per essere precisi nel 2016 ad esempio iniziò solo a dicembre, più di un mese dopo la scorsa elezione di Trump.
Tra il 2017 ed il 2018, in piena bullrun crypto, scese da 103 a 89 punti, ed anche nel 2020 finì per scendere a circa 90 punti.
A questo punto sembra facile prevedere che anche nel 2025 possa scendere e tornare a 90 punti.
Il ciclo di Bitcoin
A tutto ciò va aggiunto che non solo le elezioni presidenziali USA hanno un ciclo di 4 anni, ma lo ha anche Bitcoin.
Fino ad oggi ci sono stati quattro halving di Bitcoin, avvenuti tutti nell’anno delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti (2012, 2016, 2020 e 2024).
Difficile immaginare che sia un caso, anche perchè il ciclo quadriennale di Bitcoin è stato deciso arbitrariamente da Satoshi Nakamoto con una precisa idea in testa, anche se non sappiamo quale.
L’halving riduce l’inflazione della massa monetaria di BTC, e difficilmente lo fa nell’anno delle elezioni USA per pura casualità. Infatti la riduzione dell’inflazione della massa monetaria produce una riduzione dell’offerta sul mercato, mentre l’indebolimento del dollaro statunitense dopo le elezioni dovrebbe farne aumentare la domanda. Queste due dinamiche apparentemente opposte, ma in realtà convergenti, fino ad ora hanno sempre finito per sommarsi ed amplificare in questo modo la crescita del valore di mercato di BTC.