Dopo il 31 dicembre 2024 c’è il rischio che USDT venga delistato in Europa.
Per la precisione, gli exchange potrebbero essere costretti a togliere la possibilità dell’utilizzo della stablecoin di Tether ancorata al dollaro ai loro utenti che risultano essere residenti in un Paese dell’Unione Europea.
Summary
Il rischio delisting per USDT in Europa
Per prima cosa va sottolineato che si tratta di un rischio che riguarda solo i residenti nei Paesi dell’Unione Europea, dove vige il MiCA.
Tale normativa si applica solo ai residenti UE, quindi non vale né per l’America né per l’Asia.
Attualmente però il rischio è reale, perchè la soluzione promessa da Tether ad inizio ottobre non è ancora arrivata.
Il fatto è che la società Tether secondo il MiCA non è riconosciuta ufficialmente come emettitore di moneta elettronica nell’Unione Europea.
Altre società, come Quantoz appoggiata dalla stessa Tether, lo sono, ma la società che emette USDT ancora non lo è.
Il MiCA di fatto riconosce come stablecoin su valute fiat sono quei token emessi da società riconosciute ufficialmente come emettitori di moneta elettronica, e collateralizzate in valuta fiat (ovvero nel sottostante).
Ad ottobre Tether si era detta pronta a introdurre una nuova soluzione tecnologica specificamente progettata per il mercato europeo, ma non aveva detto quando sarebbe stata presentata.
Ora manca solo poco più di un mese alla scadenza finale del 31 dicembre, dopodichè gli exchange crypto saranno costretti a ogliere il supporto per le stablecoin non regolamentate agli utenti della UE.
La soluzione di Tether al delisting di USDT in Europa
Ad inizio ottobre la società affermò che stava sviluppando una soluzione basata sulla tecnologia, realizzata su misura per soddisfare le necessità del mercato europeo.
Da allora però praticamente non ne ha più parlato.
Tuttavia Tether ha già presentato altre due alternative a USDT, progettate e realizzate per essere conformi ai mercati europei.
La prima è aUSDT (Alloy Tether), ovvero una stablecoin algoritmica collateralizzata in oro. Essendo questa una stablecoin algoritmica ancorata al dollaro USA, ma non collateralizzata in dollari, non rientra nella casistica che prevede la registrazione obbligatoria dell’emittente come emettitore di moneta elettronica nella UE.
aUSDT esiste già sui mercati crypto da giugno di quest’anno, ma per ora è utilizzabile solo su Bitfinex, ed ha una capitalizzaione di mercato molto bassa (50 milioni di dollari).
La seconda è USDQ (Quantoz USD), una stablecoin ancorata al dollaro e collateralizzata in dollari, emessa da una società (Quantoz) riconosciuta legalmente dalla UE come emettitore di moneta elettronica.
Per ora USDQ è presente solo su due exchange (Bitfinex e Kraken), ma ha già raggiunto i 6 miliardi di dollari di capitalizzazione nonostante esista solamente da una settimana.
Non è però detto che queste siano le due soluzioni su cui punta Tether, anche perchè in assenza di altre soluzioni queste due non consentirebbero agli exchange di continuare ad offrire USDT agli utenti europei.
Pertanto, in teoria, siamo ancora in attesa della soluzione promessa da Tether che consentirebbe agli exchange crypto di non levare il supporto a USDT agli utenti residenti nei Paesi dell’Unione Europea.
USDQ: qual è il suo ruolo?
Comunque, nel caso in cui tale soluzione non dovesse arrivare in tempo, o non fosse sufficiente a scongiurare il delisting di USDT, vanno aggiunte un paio di precisazioni.
La prima, come già detto, è che il delisting riguarderebbe solo i Paesi UE, e non i Paesi americani ed asiatici, dove il rischio di delisting di USDT ad oggi non c’è.
La seconda è che un’alternativa c’è già, ed è proprio USDQ.
Il fatto però che nessun exchange europeo abbia già listato USDQ fa pensare che credano di non averne bisogno, anche perchè manca solo poco più di un mese alla scadenza finale del 31 dicembre.
Quindi sembra che anche gli exchange europei siano ancora in attesa della soluzione promessa da Tether che consentirebbe loro di continuare ad offrire il supporto a USDT anche agli utenti UE.
Nel caso peggiore comunque si tratterebbe non solo di aggiungere USDQ sugli exchange, ma anche di offrire agli utenti un modo semplice per convertire tutti i loro USDT in USDQ.
Anche il fatto che tale procedura non sia ancora stata attivata, nonostante USDQ esista già, la dice lunga sul fatto che gli exchange molto probabilmente non si aspettano di doverla offrire ai loro utenti.
Comunque, più si avvicina la scadenza del 31 dicembre, più aumentano le probabilità che si debbano cambiare gli USDT in USDQ, in assenza di novità da parte di Tether a riguardo.
I dubbi di Tether
Il motivo per cui Tether non sembra essere affatto convinta della necessità di doversi registrare come emettitore di moneta elettronica nella UE, per poter trasformare USDT in una stablecoin MiCA compliant, è che la società ha forti dubbi sulla nuova normativa crypto europea.
Secondo Tether le nuove norme UE sulle stablecoin aumentano i rischi di depeg, e non li riducono.
Il fatto è che, come dimostrato da USDC a marzo dell’anno scorso, la custodia bancaria delle valute fiat sottostanti ad una stablecoin non sono così al sicuro come spesso si crede.
Tether ad esempio preferisce in gran parte collateralizzare USDT in asset simili al dollaro USA, come le obbligazioni di Stato degli USA stessi, che non solo sono più sicure ma garantiscono anche un rendimento finanziario.
Tenere gran parte del sottostante in valuta fiat pura è più rischioso, perchè anche a livello bancario possono esserci problemi con il cash.