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Prezzo di Bitcoin in ripresa, ma non è detto che tenga

Negli ultimi giorni il prezzo di Bitcoin è in leggera ripresa. Il problema è che diversi speculatori potrebbero interpretare il rimbalzino degli ultimi giorni come un tentativo di ripresa della bull run, mentre invece ci sono ancora chiari rischi di possibili ulteriori cali. 

Il rimbalzino del prezzo di Bitcoin

Martedì (l’altroieri) per un breve momento il prezzo di Bitcoin è sceso persino sotto i 77.000$.

Sabato scorso era ad 86.000$, quindi si è trattato di un vero e proprio crollo, seppur contenuto. 

In particolare domenica era sceso gradatamente verso gli 82.000$, mentre invece lunedì alla riapertura delle borse statunitensi è crollato di colpo prima a 79.000$ e poi anche a 77.000$, e la notte successiva per un breve momento è sceso anche sotto quest’ultima soglia. 

Discese forti e rapide come quella di lunedì sono in genere dovute a liquidazioni forzate di posizioni long in leva, ovvero a vendite non decise da qualcuno ma scattate in automatico solo per coprire posizioni che altrimenti avrebbero generato debiti. 

Questo tipo di discese generano inefficienze sull’andamento del prezzo, ed infatti nei giorni successivi tali inefficienza sono state colmate. 

Già martedì stesso, poco prima dell’apertura delle Borse USA, il prezzo era tornato ad 81.000$, e nella notte si è portato anche a quota 83.000$. 

Si è trattato quindi di un rimbalzo dovuto alla chiusura delle inefficienze generate dalle liquidazioni forzate di lunedì, tanto che potrebbe non essere ancora concluso, visto che ve ne sono ancora alcune da recuperare sopra quota 84.000$.

I rischi su una possibile ripresa del prezzo di Bitcoin

Alla luce di ciò sarebbe scorretto interpretare questo piccolo rimbalzo come un tentativo di ripresa. 

Si tratta invece a tutti gli effetti solamente di una pausa, anche se ciò non significa necessariamente che la discesa prima o poi debba riprendere. 

Il fatto è che per i prossimi sette giorni non è prevista particolare volatilità sul mercato di Bitcoin, ma nella seconda parte della prossima settimana la volatilità potrebbe tornare. 

Sebbene non sia possibile stabilire a priori se tale volatilità possa essere al rialzo o al ribasso, il quadro descritto prima fa propendere la bilancia più verso questa seconda ipotesi. 

In particolare il prezzo dell’oro è ancora nella fase ascendente iniziata addirittura il 18 dicembre, giorno del picco del prezzo di Bitcoin della bull run di fine 2024, e questa continua crescita che non sembra volersi fermare indica chiaramente come da quasi tre mesi vi sia in atto una fuga di capitali dagli asset risk-on, come Bitcoin, a quelli risk-off, come l’oro. 

La politica dei dazi di Donald Trump

Il problema di fondo sono i rischi di una recessione negli USA, saliti al 40% su Polymarket

Questi a loro volta sono causati dalla politica economica e soprattutto commerciale di Donald Trump, visto che i dazi che sta imponendo a mezzo mondo hanno un doppio effetto negativo, dato che da un lato riducono il commercio riducendo così anche la possibilità di produrre ricchezza negli USA, mentre dall’altro aumentano l’inflazione. 

A dire il vero il dato uscito ieri sull’inflazione negli USA a febbraio è stato decisamente positivo, e migliore delle attese, ma non va dimenticato che il grosso dei dazi è entrato in vigore solamente a marzo. 

I mercati in realtà stanno prezzando un calo dell’inflazione anche a marzo, ma non si limitano a questo. Infatti stanno probabilmente già prezzando anche un incremento dell’inflazione a partire da aprile, e soprattutto l’aumentato rischio di recessione per il 2025. 

In un tale quadro, se la politica commerciale e economica di Trump non cambia è lecito attendersi ulteriori problemi anche sui mercati finanziari, compreso quello di Bitcoin

I prossimi livelli di prezzo

Secondo l’analista Matthew Hyland, occorrerebbe una chiusura settimanale addirittura sopra gli 89.000$ per poter ipotizzare la fine dell’attuale trend ribassista di breve termine.

Questo scenario ad oggi non sembra particolarmente probabile. 

Hyland inoltre avverte che in caso invece di ripresa del trend ribassista, i due successivi approdi potrebbero essere 74.000$, e forse addirittura 69.000$. 

In altre parole potrebbe finire per perdere tutti i guadagni ottenuti con il Trump trade. 

A tutto ciò va aggiunto che in fasi come queste spesso il periodo difficile dura fino a metà anno, anche se ad esempio nel 2017 la ripresa iniziò a fine aprile. 

La sofferenza delle altcoin

Il discorso per le altcoin è differente. 

Infatti, il trend discendente dei prezzi di molte altcoin è stato così intenso che potrebbe persino essere esaurito, in alcuni casi. 

Ad esempio, il prezzo di Ethereum in Bitcoin ha raggiunto il livello in assoluto più basso da giugno 2020, tanto che sembra difficile che possa scendere ulteriormente in modo significativo. Il livello minimo del 2020 fu di 0,021 BTC, mentre ora è a 0,022. 

Inoltre, l’altseason index di CMC rivela che ormai i mercati crypto sono in piena Bitcoin season, tanto che è difficile che il suo livello possa scendere di molto, visto che in una scala da 0 a 100 è a quota 13. 

Ciò non significa affatto che possa iniziare un’altseason a breve, ma potrebbe voler dire che il crollo dei prezzi delle altcoin potrebbe essere vicino al bottom.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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