Stando agli ultimi dati disponibili, la Corea del Nord sarebbe il quinto Stato al mondo per numero di Bitcoin detenuti.
I primi sono ancora gli USA, con quasi 200.000 BTC, seguiti dalla Cina con 190.000. In questi due casi si tratta di Bitcoin confiscati durante dei casi giudiziari.
Al terzo posto, molto distaccato, c’è il Regno Unito con più di 61.000 BTC sempre frutto di confische giudiziarie. Al quarto invece c’è l’Ucraina (più di 46.000 BTC) ricevuti soprattutto come donazione.
Summary
I Bitcoin della Corea del Nord
Al quinto posto per l’appunto spunta la Corea del Nord, con più di 13.500 BTC, per un controvalore attuale in dollari superiore agli 1,1 miliardi.
Da notare che il PIL della Corea del Nord risulta essere di circa 16 miliardi di dollari, quindi il controvalore attuale dei Bitcoin da loro detenuti è pari al 6,3% del PIL.
Questi BTC però non sono frutto né di confische, né di donazioni, né di acquisti, ma di veri e propri furti.
Infatti provengono dalle attività illecite del famigerato gruppo di hacker Lazarus Group, che però nonostante svolga attività criminali in giro per il mondo non solo è tollerato in patria, ma probabilmente anche sostenuto dal governo del dittatore Kim Jong-un.
E così grazie ai furti “di Stato” del Lazarus Group, la Corea del Nord si trova quinta nell’attuale classifica mondiale dei Paesi che detengono più Bitcoin, nonostante ad esempio per PIL sia al 140° posto al pari di Laos ed Afghanistan.
Gli altri Stati che detengono Bitcoin
Risultano esistere solo altri due Stati al mondo che detengono più di mille Bitcoin, il Bhutan (più di 10.000 BTC) ed El Salvador (più di 6.000).
Il Bhutan è l’unico tra i maggiori Stati al mondo a detenere Bitcoin ad averli minati, mentre El Salvador è l’unico ad averli acquistati.
Quindi i tre Stati al mondo che detengono più Bitcoin li hanno ottenuti dalle confische giudiziarie, mentre il quarto li ha ottenuti soprattutto dalle donazioni.
Il quinti li ha ottenuti primariamente con furti di Stato, il settimo con il mining, e solo l’ottavo con veri e propri acquisti sul mercato.
Fino a poco tempo fa tra i primi tre rientrava anche la Germania, che li aveva ottenuti sempre con le confische giudiziarie, ma l’anno scorso li ha venduti tutti.
Il furto di Stato
Il furto di Stato più clamoroso del Lazarus Group è quello avvenuto poco tempo fa ai danni dell’exchange crypto Bybit.
Non solo si è trattato del maggior furto crypto di sempre, per quanto riguarda il controvalore in dollari, ma probabilmente anche il singolo furto di maggior valore dell’intera storia umana, se calcolato in valore nominale.
Sono riusciti a prelevare indebitamente dai wallet dell’exchange più di 400.000 ETH, per un controvalore totale di circa 1,5 miliardi di dollari al momento del furto.
In totale il 22 febbraio Lazarus Group risultava detenere sui suoi wallet più di 490.000 ETH e 778 BTC, ma in seguito sono riusciti a vendere Ethereum per comprare Bitcoin. In questo modo gli ETH sono poi scesi a poco più di 13.700 (26 milioni di dollari), mentre i BTC sono saliti ad oltre 13.500 (1,1 miliardi).
È possibile che queste massicce vendite di ETH in così poco tempo abbiano anche impattato negativamente sul prezzo di Ethereum.
Da notare che in precedenza erano arrivati a detenere solamente 1.300 BTC, oltre ai 778 BTC, quindi è proprio solo grazie a quel singolo furto che sono riusciti a diventare uno degli Stati con più Bitcoin al mondo.
Lazarus Group
Il Lazarus Group è un gruppo di cybercriminali sostenuto proprio dallo stesso Stato nordcoreano.
Uno dei clamorosi primi attacchi fu quello del 2014 contro Sony Pictures, grazie al quale riuscirono a rubare dati sensibili ed a distruggere file aziendali.
In seguito nel 2016 riuscirono a rubare 81 milioni di dollari dal conto della Bangladesh Bank presso la Federal Reserve Bank di New York, e l’anno successivo con il ransomware WannaCry colpirono contemporaneamente migliaia di computer in tutto il mondo, causando interruzioni di vari servizi e perdite finanziarie.
Si tratta di un gruppo sofisticato e ben finanziato, creato proprio con l’obiettivo di condurre attacchi informatici su larga scala, spesso nei confronti di obiettivi politici o finanziari. Lo stesso attacco a Bybit è stato decisamente molto sofisticato.
Inoltre è noto per la sua capacità di adattarsi e cambiare tattiche, rendendo difficile la difesa contro i suoi attacchi.
Il futuro dei Bitcoin detenuti dalla Corea del Nord
Ora la domanda è: cosa se ne farà lo Stato nordcoreano di tutti quei BTC?
Molto probabilmente li venderà per finanziarie parte delle proprie attività, come ad esempio quelle militari.
In teoria anche l’eventuale vendita di Bitcoin potrebbe avere impatti negativi sul prezzo, anche se a dire il vero l’anno scorso quando la Germania ne vendette in un solo colpo circa 50.000 il prezzo di Bitcoin subì solo un piccolo calo temporaneo da 60.000$ a 55.000$, poi completamente riassorbito nel giro di sole due settimane.
Oltretutto la Corea del Nord non potrà certo procedere a quella vendita sui tradizionali exchange centralizzati, dato che i suoi fondi sono tracciati e verrebbero bloccati non appena depositati su un exchange che rispetta le leggi.
Quindi la vendita sarà di gran lunga inferiore a quella dell’anno scorso della Germania, molto probabilmente non avverrà in tempi brevi, e non passerà attraverso i principali exchange crypto.