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Il rialzo dell’inflazione ipotizzato dalla Fed potrebbe non nuocere ai mercati crypto

I dazi di Trump fanno salire le previsioni sull’inflazione, e la Fed potrebbe rispondere a questa crisi con una politica che aiuterebbe i mercati crypto.

Sebbene non vi siano certezze a riguardo, occorre prendere sul serio le dichiarazioni di Waller, perché è uno dei membri più importanti del Board of Governors della banca centrale americana. 

Il rialzo dell’inflazione in USA: la Fed potrebbe accontentare il mercato crypto

Ieri, il membro del Board of Governors della Fed, Chris Waller, ha dichiarato che i dazi di Trump potrebbero riportare l’inflazione vicino al 5%. 

Waller ha ipotizzato che già quest’anno l’inflazione negli USA potrebbe risalire fino a quasi il 5%. Inoltre ha anche detto che la crescita economica potrebbe rallentare, sempre a causa dei dazi. 

Il membro del Board of Governors della Fed ha però ragionato su due scenari ipotetici leggermente differenti, anche se entrambi ad oggi solamente ipotetici. 

Il primo è quello che ipotizza che dazi medi sulle merci importate dagli USA rimangano al 25%, mentre il secondo è che vengano portati al 10%. 

Tali ipotesi servono per iniziare ad immaginare come la stessa Fed debba rispondere all’aggressiva politica commerciale estera del presidente Trump, definita “uno degli shock più grandi che abbiano colpito l’economia statunitense in molti decenni”.

Se i dazi medi dovessero rimanere al 25%, Waller prevede un aumento significativo del tasso di disoccupazione, ed un sensibile aumento dei prezzi che finirebbe persino per ridurre la spesa degli statunitensi. 

Inoltre, in caso di rallentamento significativo ipotizza che ciò possa minacciare l’arrivo di una recessione.

In questo scenario Waller vede l’inflazione raggiungere un picco prossimo al 5% nei prossimi mesi, ipotizzando che se i dazi imposti da Trump fossero trasferiti solo parzialmente ai consumatori, l’inflazione comunque potrebbe salire fino a circa il 4%.

Nel secondo scenario Waller ipotizza un’inflazione attorno al 3%, con una crescita penalizzata ma di meno rispetto al primo scenario. 

Le conseguenze del rialzo dell’inflazione sulla Fed e sui mercati crypto

Nel primo caso, l’aumento significativo del tasso di disoccupazione indurrebbe la Fed a tagliare i tassi prima ed in misura maggiore delle precedenti previsioni. 

Questo ipotetico allentamento della politica monetaria restrittiva della Fed da un lato potrebbe giovare ai mercati finanziari, compresi quelli crypto, ma dall’altro potrebbe finire per far ulteriormente aumentare l’inflazione. 

Invece, nel secondo scenario la Fed potrebbe limitarsi ad aspettare e vedere come si evolve l’economia, prima di intervenire.

Waller però sottolinea come un’impennata dell’inflazione legata ai dazi potrebbe essere in realtà solamente temporanea, facendo sì che il problema principale diventerebbero la crescita e l’occupazione, spingendo così la Fed ad intervenire sui tassi. 

Va ricordato che la riduzione dei tassi di interesse è uno degli obiettivi principali di Trump, dato che tassi inferiori significa anche interessi inferiori pagati dallo Stato americano sul debito che andrà ad emettere nel corso del 2025. 

Gli effetti sull’economia statunitense

Waller non ha negato che però è anche possibile che gli effetti sull’economia siano più persistenti. 

Quindi, da un lato ci sono considerazioni più prettamente finanziarie, che potrebbero portare a scenari pessimistici ma non troppo, mentre dall’altro ci sono considerazioni di carattere economico che invece potrebbero portare a scenari piuttosto pessimistico. 

Alla fine è possibile che gli effetti negativi sull’economia si riflettano anche sulle variazioni di prezzo, rendendole più durature anziché temporanee.

Anche il Presidente della Fed di New York, John Williams, ha rivisto al ribasso le sue previsioni per l’economia statunitense, ed alzato le sue aspettative riguardo l’inflazione.

Secondo Williams quest’anno la crescita economica rallenterà sotto l’1%, con inflazione tra il 3,5% e il 4% e tasso di disoccupazione al 5%. 

Gli effetti sulle crypto

In un tale scenario pertanto sembrano aumentare le probabilità che la Fed tagli i tassi in modo significativo quest’anno. 

In questo momento i mercati stimano quattro tagli da 25 punti base entro fine anno, e questo sul medio/breve termine potrebbe portare giovamento ai mercati finanziari, ed in particolare a quelli crypto. 

Inoltre il Dollar Index appare avviato verso una continuazione del calo iniziato a fine gennaio, e ciò potrebbe aiutare non poco il prezzo di Bitcoin. 

Se BTC dovesse ripartire, molto probabilmente si porterebbe dietro l’intero mercato crypto, anche se prima occorre che termini la fuga dal risk-on iniziata ormai da qualche settimana.

A dire il vero negli ultimi giorni tale fuga sembra essersi significativamente ridotta, con un rapporto tra il prezzo di un BTC e quello di un’oncia d’oro sceso dalle 36 volte di inizio febbraio alle attuali 26 volte. 

Sul breve periodo però l’indice VIX rimane molto alto, attorno ai 30 punti, ma in netto calo rispetto ai 50 punti di martedì scorso. 

Rimane comunque possibile che la politica monetaria della Fed nel corso dei prossimi mesi si faccia meno restrittiva, e ciò potrebbe costituire l’innesco perfetto per una seconda parte di 2025 positivo per i mercati crypto.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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