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Cina: chiusi diversi account social che promuovevano il trading crypto

neopepe presale now live

L’ente che regola la censura di internet in Cina, la Cyberspace Administration of China, ha chiuso più di una dozzina di account sui social media che promuovevano il trading crypto diffondendo false informazioni sul mercato dei capitali e fornendo raccomandazioni illegali.

Lo riferisce su baidu l’account Notizie CCTV.

Cina: la chiusura degli account che promuovevano il trading crypto

La Cyberspace Administration of China ha imposto la chiusura di una serie di account e siti web che diffondevano false informazioni sul mercato dei capitali e raccomandazioni illegali. Gli account inoltre speculavano su transazioni crypto. 

L’iniziativa è stata presa in accordo ai dipartimenti di gestione finanziaria del governo. 

In particolare l’articolo cita quattro tipologie di account. 

La prima pubblicava informazioni false sul mercato dei capitali, come ad esempio falsi accordi istituzionali relativi al trasferimento, al finanziamento e al prestito titoli, oppure false voci sulle politiche di regolamentazione dei fondi quantitativi. 

In questo caso gli account sono stati chiusi per evitare che continuassero a pubblicare informazioni false. 

La seconda tipologia riguardava invece account che fornivano raccomandazioni illegali riguardanti gli investimenti. Questi inducevano gli investitori a pagare per unirsi a gruppi ed a seguire l’acquisto di singole azioni, con previsioni sulle tendenze e promesse che gli acquisti avrebbero portato a profitti sicuri. Questa pratica in Cina è vietata, come anche in altri Paesi in cui solo i consulenti finanziari legalmente riconosciuti sono autorizzati a svolgere questo tipo di attività. 

La terza tipologie di account chiusi riguardava specificatamente i mercati crypto. Si trattava di account che hanno indotto gli utenti a partecipare a transazioni crypto pubblicando in chat di gruppo informazioni e screenshot dei guadagni. In Cina il trading crypto è vietato, ma sono stati scoperti siti web che fornivano applicazioni o servizi di trading indiretto su piattaforme estere. 

L’ultima tipologia di account è stata chiusa perché promuovevano cose come l’ottimizzazione del debito, il rimborso negoziato, e rimborsi completi. In realtà avevano semplicemente inventato storie di successo per indurre ed istigare gli investitori a ricorrere a mezzi illegali e irregolari. 

La censura in Cina

In Cina vige ancora una forma di censura dei contenuti pubblicati online. 

Ad esempio Notizie CCTV riferisce anche che l’Ufficio informazioni Internet ha intimato agli utenti cinesi di Internet di astenersi dal creare, diffondere o credere a voci, oltre che di stare lontano da attività finanziarie illegali e fare attenzione alla perdita di proprietà personali o alla fuga di informazioni. 

Inoltre hanno anche invitato ad adottare corretti concetti di investimento, aumentare la consapevolezza in materia di prevenzione dei rischi, e rafforzare l’identificazione delle informazioni finanziarie. 

Notizie CCTV aggiunge: 

“Allo stesso tempo, l’Internet Information Office continuerà a esercitare una forte pressione repressiva e inviterà la maggior parte degli internauti a segnalare attivamente indizi di problemi”. 

La Cina e il divieto di trading crypto

In Cina il trading crypto è vietato dal 2021. 

Questo comporta non solo la totale assenza di exchange crypto in Cina, ma anche la repressione della promozione del trading crypto

Ciò però non ha mai impedito realmente ai cinesi di fare trading crypto, perché spesso riescono ad accedere ai mercati delle criptovalute sfruttando piattaforme estere compiacenti. 

Tecnicamente non è vietato in Cina possedere criptovalute, ma è vietato sia utilizzarle come mezzo di pagamento, sia scambiarle liberamente sul mercato. 

In altri termini le crypto in Cina sono ancora di fatto vietate, anche se non proprio del tutto, ma qualcosa sta cambiando. 

Ad esempio, questa notizia della chiusura di molti account non riguarda specificatamente il trading crypto, ma le promesse di guadagni, e l’accesso non autorizzato a exchange esteri. 

Va ricordato che a Hong Kong, che fa parte a tutti gli effetti della Cina anche se è un territorio speciale con leggi proprie, sono scambiabili legalmente ETF crypto in borsa. 

Ormai sembra che il gigante asiatico sia correttamente più impegnato a combattere le truffe, che non a combattere il trading crypto in sè. 

La stessa autorità di regolamentazione dei mercati ha avvisato gli investitori di investire saggiamente, stando attenti ai rischi e le attività finanziarie illegali, ma non ha invitato chiaramente a non investire in criptovalute. 

D’altronde ormai i tentativi di truffa sono così tanti che deve essere questa la priorità. È immaginabile che sia particolarmente complicato doversela prendere anche con chi si limita a fare normale compravendita di criptovalute. 

Tra coloro che promuovono piattaforme estere per fare lo stesso trading crypto anche in Cina ve ne sono diversi che promuovono piattaforme truffaldine, e sembra che l’azione dell’autorità di regolamentazione si sia rivolta soprattutto contro questi ultimi. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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