Il noto artista della NFT Art, Giovanni Motta, è in tour con Lost Paradise: un’esperienza immersiva che ruota attorno a 15 sagome di JonnyBoy. Si tratta di un viaggio attraverso un mondo post-apocalittico, dove la gioventù resiste come ultima forma di ribellione.
Summary
NFT Art e Lost Paradise: l’esperienza immersiva attorno a JonnyBoy di Giovanni Motta
Giovanni Motta, celebre artista della NFT Art, ha presentato presso l’ASSAB ONE di Milano, Lost Paradise, un’esperienza immersiva che ruota attorno al suo protagonista JonnyBoy.
GM from Lost Paradise pic.twitter.com/JVHOLlW9sv
— Giovanni Motta (@mottagio1971) May 11, 2025
In pratica, la mostra vede 15 sagome di JonnyBoy, figure di legno dipinte a mano che incarnano i sopravvissuti di un’umanità frammentata, ognuno con un’identità distinta e un simbolo che racconta la sua storia.
Ogni JonnyBoy è portatore di simboli, oggetti e posture che evocano forza, ironia, speranza e memoria. Si tratta di un’opera totale che mescola pittura, scenografia teatrale e narrazione visiva.
Anche la scenografia ha un suo significato distopico. E infatti, il pubblico si trova di fronte a una gabbia: al suo interno si trovano i “Furbi”, coloro che hanno accelerato la rovina del mondo con il loro cinismo e opportunismo. Tali figure hanno maschere a specchio: i responsabili simbolici della fine del mondo, ora esposti al giudizio dello spettatore. L’opera non accusa, riflette.
Ecco come descrive Motta la gabbia della scenografia:
“La gabbia non è solo un confine, è uno specchio. Chi guarda dentro vede se stesso, perché la differenza tra chi è dentro e chi è fuori è solo una questione di circostanze, di tempo. I “furbi” sono consumati, ridotti a nutrimento per ciò che resta, perché ogni sistema che si autodistrugge alla fine viene riassorbito nel ciclo della sopravvivenza.”
Qui, il linguaggio Pop si intreccia con riferimenti manga, distopie cinematografiche e un’estetica ipercontemporanea.
NFT Art di Giovanni Motta: JonnyBoy in Lost Paradise e la vittoria del bambino interiore
Nella sua intervista, Giovanni Motta ha spiegato che il protagonista indiscusso delle sue opere anche di NFT Art, JonnyBoy, rappresenta il bambino interiore che vive dentro ognuno di noi.
Si tratta di un viaggio, un rito di passaggio inverso, che riporta ogni spettatore alla sua anima incorrotta, come “un eco di chi eravamo prima che il rumore del mondo ci seppellisse nella polvere.”
Anche nella mostra Lost Paradise, JonnyBoy è quel bambino interiore che sopravvive sempre. Ecco cosa dice Motta al riguardo:
“È l’ultimo sopravvissuto. Mentre gli adulti costruiscono imperi per poi distruggerli con la stessa assurda velocità, lui continua a giocare tra le macerie. Questa installazione è il riflesso di un’epoca che si è autodistrutta, ma in mezzo al nulla, JonnyBoy rimane il testimone di un mondo che si rifiuta di morire.”
Continuando con la sua intervista, poi, Motta descrive come dovrebbe essere lo spettatore di Lost Paradise.
In pratica, per l’artista, lo spettatore dovrebbe viaggiare, sentire, perdersi, e riconoscersi in JonnyBoy. Un po’ come se il fatto di provare qualcosa, sia la prova che non ha dimenticato niente, altrimenti sì che sarebbe la vera apocalisse.
La mostra di crypto art a Londra
Un’altra esperienza immersiva di JonnyBoy di Giovanni Motta è stata quella di Londra nel maggio 2023, “Like tears in rain”.
Qui, l’artista digitale italiano ha offerto una profonda meditazione sulla natura dell’esistenza umana e sul passare del tempo. Si è trattato più di una contemplazione della metafora della vita e della morte, come passaggio in un’altra dimensione.
Gli spettatori hanno più considerato la transitorietà finale di tutte le cose, con l’invito a riflettere sui misteri della mortalità umana.
In “Like in the rain”, JonnyBoy ha fatto di evocazione ai ricordi dell’infanzia e dell’innocenza giocosa della giovinezza.