Oggi, il prezzo di Bitcoin finalmente è in salita.
Per ora non si tratta di una salita sufficiente a far ritenere il bear-market iniziato un paio di settimane fa, ma almeno ha consentito di recuperare tutte le perdite del weekend e di lunedì.
A dire il vero la salita di oggi potrebbe anche fungere da trampolino di lancio per altre salite nelle prossime settimane, ma c’è ancora almeno un preciso elemento che sta frenando il prezzo di Bitcoin.
Summary
La salita di oggi del prezzo di Bitcoin
A fine novembre il prezzo di BTC era risalito sopra i 90.000$.
Anzi, per quattro giorni aveva oscillato tra i 90.000$ ed i 92.000$ con una breve escursione a 93.000$.
Si pensava che potesse iniziare dicembre con un nuovo slancio, ed invece nella notte tra domenica e lunedì le cose sono nuovamente precipitate.
Il problema è che proprio alla riapertura delle borse oceaniche dopo il weekend ha iniziato a gonfiarsi una mini-bolla speculativa sul prezzo dell’argento che ha drenato liquidità da altri mercati. A farne le spese è stato principalmente il mercato crypto.
Così nel giro di poche ore il prezzo di Bitcoin è precipitato prima a 85.000$, e poi addirittura sotto gli 84.000$.
Ieri però era poi riuscito a rimbalzare sopra gli 86.000$, e nel corso della giornata era poi riuscito a recuperare anche i 90.000$.
Oggi la salita è continuata fino a sfiorare i 94.000$, per poi ripiegare sui 93.000$.
Il problema di fondo
In teoria quando sui mercati finanziari circola molta liquidità è difficile che un mercato come quello dell’argento riesca a drenare liquidità da uno come quello di Bitcoin.
Il vero problema è che siamo in un momento in cui c’è ancora in atto una piccola crisi di liquidità.
Infatti con l’inizio dello shutdown del governo USA, il primo di ottobre, sono state bloccate per legge le spese dello stesso governo. Ciò ha causato un anomalo accumulo di oltre 150 miliardi di dollari sui conti governativi USA.
Si è trattato di 150 miliardi di dollari che in tempi normali sarebbero stati messi sul mercato, e che invece per ben sei settimane sono rimasti bloccati.
Questo ha causato una piccola crisi di liquidità che ha avuto effetti negativi un po’ su tutti i mercati americani, ma in particolare su quelli crypto.
La fine dello shutdown
Lo shutdown del governo USA è terminato il 12 di novembre, ma nelle settimane successive sono stati rilasciati solo 50 dei 150 miliardi che si sono accumulati sui conti governativi USA.
Anzi, a dire il vero nella prima settimana dopo lo shutdown ne furono rilasciati solo 12, mentre nella seconda ne sono stati rilasciati quasi 40. I dati della terza settimana non sono ancora disponibili, e lo saranno solo domani in tarda serata.
Pertanto sebbene lo shutdown sia terminato, la piccola crisi di liquidità ad esso dovuta ha solo lentamente iniziato a rientrare.
È possibile che per un rientro completo occorrano ancora tra le due e le quattro settimane, anche se in effetti qualche piccolo effetto positivo si è già iniziato a vedere.
È infatti probabile che la risalita di oggi del prezzo di Bitcoin, iniziata ieri, sia dovuta in parte anche al denaro immesso sui mercati dal governo USA negli ultimi giorni.
Le previsioni sul prezzo di Bitcoin (BTC)
Attualmente il gap accumulato a causa della piccola crisi di liquidità di cui sopra è ancora assolutamente in atto.
Per quanto riguarda Bitcoin però tale gap non ha iniziato a manifestarsi dal primo giorno dello shutdown, ma solamente a partire da metà ottobre, quando il suo prezzo è sceso in modo anomalo rispetto alle aspettative.
Inoltre è aumentato attorno alla metà di novembre, quando lo shutdown era già terminato ma la piccola crisi di liquidità non aveva ancora iniziato a rientrare.
Con la discesa di lunedì il gap è ulteriormente aumentato, ma con la salita di ieri e di oggi dovrebbe avere iniziato a rientrare.
Le tempistiche
Purtroppo però sia la piccola crisi di liquidità che il gap accumulato da Bitcoin nelle ultime settimane sono ancora assolutamente in essere.
Affinchè rientrino ci sarebbe bisogno per prima cosa che il governo USA immetta sui mercati almeno altre decine di miliardi di dollari, perlomeno per avvicinare la quota complessiva di 150 miliardi accumulati durante lo shutdown.
È improbabile che ciò accada nei prossimi giorni, mentre invece sembra decisamente probabile che accada nel corso delle prossime settimane.
Inoltre per far sì che venga recuperato anche il gap di Bitcoin occorrerebbe che i mercati finanziari globali tornassero ad una situazione in cui c’è abbondanza di liquidità tanto che non si verifichino più drenaggi come quello di lunedì.
Pertanto sarebbe scorretto affermare che la salita di oggi abbia fatto terminare il bear-market iniziato nella seconda metà di novembre, anche se il percorso di uscita da questa situazione perlomeno sembra iniziare ad intravedersi.

