HomeCriptovaluteLa vita di un trader crypto: routine, emozioni e metodo (Guida Evergreen)

La vita di un trader crypto: routine, emozioni e metodo (Guida Evergreen)

Con interventi e riflessioni tratte da un’intervista a Francesco Britti

La vita di un trader crypto viene spesso raccontata come un mix di libertà, rendite rapide e giornate “senza orari”. La realtà è più complessa: è un lavoro fatto di disciplina, gestione del rischio e soprattutto gestione emotiva. Per capire cosa succede davvero “dietro le quinte”, abbiamo raccolto i punti chiave emersi in un’intervista a Francesco Britti, trader e divulgatore, che racconta percorso, errori, routine quotidiana e le regole pratiche che separano il trading dal puro gambling.

Disclaimer: questo contenuto è informativo e non costituisce consulenza finanziaria. Il trading di criptovalute comporta rischi elevati, specialmente con leva.


Chi è Francesco Britti e come è arrivato alle crypto

Britti non nasce come “trader dei social”. Il suo percorso parte da studi economici e finanziari e da un’impostazione pratica: prima di immergersi nel mondo crypto, osserva e sperimenta mercati come Forex e azionario. L’ingresso nel digitale avviene nel 2017 attraverso gli e-commerce; da lì, l’interesse si sposta verso le criptovalute.

Il primo contatto “serio” non è con Bitcoin, ma con Ethereum, che inizia anche a minare. Come spesso accade, i primi passi includono errori: uno dei suoi aneddoti riguarda l’invio di ETH su un indirizzo sbagliato, episodio che diventa simbolo di una lezione fondamentale nel settore: sei responsabile delle tue azioni e non sempre esiste un “help desk” che risolve.


Il punto di svolta: 2019–2020 e la lezione del mercato

Il vero cambio di mentalità arriva tra 2019 e 2020, durante la fase di shock globale e crollo dei mercati. In quel contesto, Britti racconta di aver compreso una dinamica semplice ma potente:

  • chi ha metodo
  • chi ha liquidità
  • chi mantiene sangue freddo

…non scappa, ma pianifica.

In questa visione, le crypto non sono solo “moda”, ma una risposta (con pro e contro) a un sistema finanziario percepito come imperfetto: sovranità sull’asset, trasferibilità globale, autonomia. Ma autonomia significa anche rischio operativo: se sbagli, spesso paghi tu.


Metodo vs gambling: la linea sottile che decide tutto

Uno dei passaggi più utili dell’intervista è la distinzione netta tra trading e scommessa. Secondo Britti, la differenza non è “chi è bravo e chi è scarso”, ma chi ha un processo e chi improvvisa.

Trading vs Gambling: differenze rapide

AspettoTrading (processo)Gambling (improvvisazione)
Entrata a mercatobasata su regolebasata su emozioni
Gestione capitalesize controllata“all-in” o eccesso
Stop lossprevisto e rispettatospostato o ignorato
Obiettivoconsistenzacolpo grosso
Risultato tipicocrescita gradualeboom e poi reset

Britti cita un punto “controintuitivo” ma realistico: rendimenti sostenibili non sono “raddoppi mensili”, ma crescita progressiva. Meglio un percorso coerente che un mese euforico seguito da un mese in cui il mercato “si riprende tutto”.


Gestione del rischio: size, leva, parziali e pazienza

L’idea centrale è che il trading non è un gioco di previsione, ma di gestione del rischio. Anche se hai ragione sul movimento, può arrivare volatilità improvvisa, notizie, spike e stop-out.

Tra le pratiche citate:

  • Entrare con size ridotta (es. 2–3% per trade come ordine di grandezza)
  • Leva moderata (evitare eccessi che amplificano l’impatto emotivo)
  • Gestione attiva: parzializzare, spostare stop in pari, proteggere profitti
  • Soprattutto: pazienza

Una frase che sintetizza bene l’approccio:

“La parte piccola è individuare il trade. La parte enorme è aspettare e gestire.”

In pratica, molte perdite nascono dall’overtrading: entrare perché “non si sopporta” l’idea di restare fuori.


FOMO, FUD e revenge trading: come si gestiscono davvero

Britti non dice “io non provo FOMO”. Dice il contrario: la FOMO esiste, perché è umana. La differenza è come la gestisci.

Una strategia concreta che propone:

  • se senti FOMO, puoi anche entrare, ma con una quota piccola, accettando a priori che è una giocata ad alto rischio
  • non trasformare l’emozione in “operazione seria” con size pesante
  • separare gli asset: ad esempio, meme coin trattate come scommessa (size limitata), mentre asset principali gestiti con regole più rigide

E sul revenge trading (il trade “di vendetta” per recuperare), il punto è chiaro: entrare spinti dall’esperienza precedente (un’occasione persa, una perdita) è spesso la via più rapida per peggiorare.


L’errore che segna: quando “il trade della vita” diventa la lezione più dura

Alla domanda sugli errori più importanti, Britti cita un episodio pesante: un trade costruito con convinzione, vissuto come “il trade della vita”, che in 36–48 ore porta a una perdita rilevante.

La lezione non è tecnica, ma strutturale:

  • il mercato non ti “deve” nulla
  • sopravvalutarsi è un rischio quanto sottovalutare il mercato
  • se la size è sbagliata, anche l’idea giusta può diventare distruttiva

Da lì nasce la svolta: applicare regole, ricostruire, e soprattutto internalizzare che la protezione del capitale viene prima della ricerca del profitto.


Com’è davvero la routine di un trader: libertà sì, ma non all’inizio

Qui l’intervista è particolarmente utile perché rompe un mito: all’inizio il trading è spesso stressante e solitario.

Quando apri un trade e va male:

  • ti rimane addosso
  • condiziona la giornata
  • aumenta l’isolamento

Con il tempo, però, si sviluppa una skill fondamentale: separare chi sei da ciò che fa il mercato. Quando riesci in questa divisione, migliori sia come trader che come persona.

Sul “giorno tipo”, emergono alcuni punti:

  • osservazione del contesto e dei livelli prima di operare
  • fasce orarie in cui il mercato è più “attivo” (in generale: sessioni principali e momenti di apertura/overlap)
  • ridurre il rumore: non guardare il trade ogni minuto, non aprire micro-operazioni continue “per sentirsi in controllo”

Una regola pratica citata è semplice:

“Se 100€ ti pesano emotivamente, entra con 10€. Se non reggi la fluttuazione, la size è sbagliata.”


DeFi vs CeFi: perché il futuro sarà ibrido

Nel confronto tra finanza decentralizzata e centralizzata, Britti non sceglie un “vincitore assoluto”. La DeFi rappresenta libertà, sperimentazione e sovranità; la CeFi è più accessibile per masse e aziende e, con la regolamentazione, può diventare la porta d’ingresso più sicura per il pubblico generalista.

La visione: coesisteranno, e saperle usare entrambe è un vantaggio competitivo.


MiCAR: freno o opportunità per l’Europa?

Il giudizio è pragmatico: la regolamentazione non è perfetta, ma nel lungo periodo può:

  • ridurre spazio a improvvisati e truffe strutturali
  • favorire operatori seri
  • aumentare credibilità e adozione

La vera sfida, dice Britti, non è tanto “la norma”, ma come verrà applicata: cosa limita, cosa abilita, come protegge retail e aziende senza soffocare innovazione.


Il trading è per tutti? No. Ma può diventarlo (per alcuni)

La risposta finale è volutamente cruda: non è per tutti. Non per mancanza di intelligenza, ma per pressione emotiva.

Può diventare “per te” se:

  • sei disposto a lavorare su te stesso prima che sui grafici
  • sei capace di ammettere errori e correggerli
  • accetti un orizzonte di anni (non settimane)
  • ti affidi a un percorso serio, anche con mentorship, per accorciare la curva degli errori

10 regole pratiche per chi vuole iniziare

  1. Proteggi il capitale: senza capitale non esiste trading.
  2. Size prima di tutto: se ti pesa emotivamente, è troppo grande.
  3. Leva moderata: la leva amplifica l’errore e la tua psicologia.
  4. Regole scritte: ingresso, stop, target, gestione.
  5. Parzializza: non trasformare un profitto in una perdita per avidità.
  6. Evita il revenge trading: se vuoi “recuperare”, stai già sbagliando.
  7. Accetta i drawdown: non si eliminano, si gestiscono.
  8. Impara a non tradare: è una skill, non un’assenza di skill.
  9. Separa te dal mercato: il grafico non definisce il tuo valore.
  10. Tempo minimo realistico: ragiona in anni, non in giorni.

Conclusione

La vita da trader non è un percorso lineare: è un “lavoro su di sé” prima ancora che un lavoro sui mercati. L’intervista a Francesco Britti restituisce una fotografia concreta: la differenza non la fa il colpo grosso, ma la disciplina quotidiana, la gestione del rischio e la capacità di attraversare emozioni forti senza farsi guidare da esse.

Guarda l’intervista completa qui!

Francesco Antonio Russo
Francesco Antonio Russo è un analista e divulgatore nel settore delle criptovalute, del Web3 e dell’Intelligenza Artificiale. Da più di 6 anni studia l’evoluzione dei mercati digitali e delle tecnologie decentralizzate, con particolare attenzione all’impatto economico e sociale della blockchain. Su Cryptonomist approfondisce trend, regolamentazioni e innovazioni, offrendo contenuti accurati e comprensibili anche ai non addetti ai lavori.
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