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India, pietra tombale sulle crypto

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Con una decisione inaspettata, giunta persino in anticipo rispetto alle previsioni, la Corte Suprema indiana ha confermato il bando alle criptovalute.

Il Supremo tribunale non ha dunque revocato l’ordinanza della Banca Centrale che vieta agli operatori creditizi di operare con le monete digitali.

Oggi, 5 luglio, sarà quindi una data importante per il mondo Crypto & Blockchain in tutta l’India.

Scade, infatti, il diktat lanciato dalla RBI, la banca centrale del paese, nei confronti delle banche con posizioni aperte verso il settore delle criptovalute tramite degli exchange.

Ora la posizione espressa dalla Corte Suprema rischia di mettere la parola fine al mondo crypto nel subcontinente.

La tesi della RBI è che le valute sono solo quelle stampate su cartamoneta o su metallo, per cui non viene riconosciuta nessuna legittimità a qualsiasi valore che non rientri in queste classi.

Dal 5 aprile, da quando cioè è arrivata la richiesta della banca centrale, sono partite diverse richieste di sospensione da parte degli operatori, chiamando in causa anche l’incostituzionalità del provvedimento, tanto da spingere l’Internet and Mobile Association of India (IAMAI), tra i cui membri si contano anche i maggiori esponenti del settore crypto operanti su territorio indiano (ZebPay, Unocoin e Waxzix), a presentare una dettagliata relazione alla RBI per illustrare le dinamiche del mondo delle monete virtuali e del loro scambio.

In attesa della risposta della RBI

Lo scopo era quello di riuscire ad ottenere almeno una proroga sui tempi del provvedimento. Purtroppo, non solo la RBI non ha mai risposto ma la Corte Suprema ha ora deciso per tutti.

Nell’attesa molti operatori come WazirX, Pocketbits, Bitbns, Coinome, BuyUcoin, Coinsecure, Zebpay e Unocoin pur avvertendo i propri clienti sull’incertezza della situazione, hanno tenuto a ribadire che i conti sono al sicuro.

Non solo, per impedire lo stop delle operazioni hanno anche arricchito la propria offerta con altre criptovalute prima assenti dal panorama indiano. Un nome su tutti, LocalBitcoin.

Ora si rischia perfino un certo caos, legato all’incertezza.

Del resto, per evitare situazioni complicate, molti exchange stavano già pensando di spostare la propria sede all’estero. Una decisione che ora appare obbligata e, tra le opzioni fiscalmente più convenienti, ci sono Singapore, Delaware o Bielorussia.

La piccola nazione

Magari qualcuno cercherà di giocare la carta della State Bank of Sikkim.

Sikkim, è il secondo stato più piccolo dell’India. Nel 1947, quando nacque la nazione dividendosi dal Pakistan, rifiutò di unirsi a Nuova Delhi ottenendo successivamente, nel 1950, uno statuto speciale con un trattato dove si specificava che la piccola nazione avrebbe avuto un potere decisionale autonomo per tutte le questioni interne, con l’unica eccezione della sicurezza delle frontiere.

In seguito ad alcuni disordini nel maggio 1975, l’allora primo ministro dello stato autonomo chiese l’intervento dell’esercito indiano assicurando, in cambio, il ritorno all’interno della Federazione.

Tuttavia, ad oggi, la banca istituita dal Royal Proclamation Order of the Chogyals nel 1968 è rimasta indipendente ai sensi dell’articolo 371-F della costituzione indiana.

Sarà questa la carta vincente del mondo cripto indiano? Difficile da dire, infatti per riuscire ad avere il vantaggio di operare con una banca autonoma come la State Bank of Sikkim, trader ed exchange dovranno dimostrare di avere un conto presso la banca stessa, il che imporrebbe agli exchange di spostare la residenza nel piccolo stato, una scelta che potrebbe non essere tra le più felici vista l’aria che tira tra le autorità di controllo riguardo alle monete virtuali. Non resta che aspettare la sentenza del 20 luglio.

Rossana Prezioso
Rossana Prezioso
Appassionatasi alle nuove frontiere dell’editoria online, ha deciso di approfondire ulteriormente le sue conoscenze dedicandosi allo studio dei cambiamenti culturali ed economici derivati dalla nascita della finanza hitech, sviluppando le tematiche riguardanti i nuovi modelli di business ad essa legati e le influenze geopolitiche della new economy criptovalute
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