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Thailandia, semaforo verde a cinque exchange

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Continua il (lungo) percorso della Thailandia per la regolamentazione del settore cripto.

Dopo aver annunciato una serie di regole sulle ICO, la Securities and Exchange Commission (SEC) thailandese ha pubblicato i nomi delle prime sette società crypto autorizzate ad operare legalmente nel paese.

Di queste sette, cinque sono exchange e due sono rivenditori.

Thai exchange: i nomi

Nello specifico si tratta di Coins TH Co. Ltd. e Digital Coin Limited (Thai WM) mentre gli exchange sono Bitcoin Co. Ltd. (BX), Bitkub Online Co. Ltd., Cash2coins Co. Ltd., Satang Corporation (Tdax) e Coin Asset.

Rapee Sucharitakul, segretario generale della Thai SEC, ha però voluto sottolineare che sebbene le intenzioni del governo siano orientate verso un controllo e una regolamentazione del settore per evitare frodi, resta l’impegno, da parte di tutti coloro che fanno trading nel mondo crypto, di valutare di volta in volta l’operatore con il quale gestiscono i movimenti e la sua posizione all’interno del quadro normativo tailandese.

Le tappe del percorso

Risalgono infatti a maggio le prime misure del governo per regolamentare il settore. Era il 14 del mese quando, per voce dello stesso Ministro delle Finanze tailandese, Apisak Tantivorawong, le criptovalute venivano ufficialmente catalogate come “asset e token digitali” conformi alla giurisdizione normativa.

Era lo stesso rappresentante del Dicastero a indicare già da allora la volontà dell’esecutivo di appoggiare le Initial Coin Offering (ICO), purché preventivamente approvate dalle autorità di controllo.

La settimana successiva (22 maggio) arrivavano le comunicazioni della Sec (Securities and Exchange Commission) per regolamentare sia le attività legate alla criptovalute che le ICO stesse.

Tra crypto e ICO

Si trattava di una serie di norme che imponevano prima di tutto la raccolta di fondi solo in Baht thailandesi e in criptovalute autorizzate dalla SEC (un primo filtro che permetteva di escludere quelle sospettate di riciclaggio) mentre, sul fronte ICO, i progetti presentati dovevano aderire agli standard KYC e antiriciclaggio.

I particolari, resi noti a luglio, imponevano, oltre all’obbligo di controlli periodici da parte delle autorità di controllo, anche la presentazione di piani aziendali che evidenziassero la mission dell’offerta, coerente a sua volta con la tipologia di token offerti.

Non solo, ma i pagamenti dovevano essere effettuati solo attraverso le sette criptovalute già approvate dalle autorità (bitcoin, ethereum, ripple, bitcoin cash, ethereum classic, stellar e litecoin) o, in alternativa, in baht thailandese.

Rossana Prezioso
Rossana Prezioso
Appassionatasi alle nuove frontiere dell’editoria online, ha deciso di approfondire ulteriormente le sue conoscenze dedicandosi allo studio dei cambiamenti culturali ed economici derivati dalla nascita della finanza hitech, sviluppando le tematiche riguardanti i nuovi modelli di business ad essa legati e le influenze geopolitiche della new economy criptovalute
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