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Gli Smart contract di Ethereum ora anche su Hyperledger

Un comunicato stampa di pochi giorni fa avverte dell’integrazione dell’Ethereum Virtual Machine (EVM) in Hyperledger con lo scopo di permettere la migrazione (o lo sviluppo) di dApp blockchain su Hyperledger.

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Infatti, grazie a questo sviluppo, sarà possibile la migrazione di smart contract e dApp su questa piattaforma. Il focus del progetto Hyperledger è l’utilizzo aziendale di blockchain permissioned. Allo sviluppo contribuiscono aziende come Intel, Airbus, FedEx e Hitachi.

Secondo Swetha Repakula, ingegnere software della IBM, l’integrazione della EVM consente una maggior flessibilità e personalizzazione del protocollo. Infatti, uno dei principi alla base di Hyperledger consiste nel suddividere la blockchain in data storage, consensus algorithm, membership management e smart contract management e consentire di scegliere tra più sistemi alternativi per ogni componente.

Uno sguardo al futuro

In questo caso, la EVM è uno smart contract runtime che si aggiunge alle possibilità che si presentano a chi intende utilizzare Hyperledger.

Il prossimo passo, sempre secondo Repakula, è ottimizzare le altre feature di Ethereum in modo che qualunque contratto possa funzionare sulla piattaforma di IBM.

Infatti, l’obiettivo primario è permettere lo sviluppo è l’integrazione di tutte le dApp di Ethereum sia su blockchain private che pubbliche senza la necessità di svilupparle separatamente.

“Potrebbe anche essere un passo utile per il potenziale futuro delle permissioned blockchain, che alla fine potrebbero servire da trampolino di lancio tra sistemi centralizzati e blockchain pubbliche, e quindi potrebbero beneficiare di elementi comuni come la possibilità di gestire gli stessi contratti.”

Ethereum come sistema aziendale

Anche Ethereum non è estraneo all’utilizzo aziendale. L’Ethereum Enterprise Alliance (EEA) è una collaborazione su vasta scala tra molte aziende che fanno parte delle cosiddette Fortune 500, oltre che a ricercatori, startup ed esperti che lavorano allo sviluppo di questo aspetto del protocollo. Tra le aziende coinvolte troviamo Intel, Microsoft, Accenture, JPMorgan, ING e Santander.

L’intento della collaborazione, più precisamente è sviluppare una versione del protocollo che sia privata e permissioned per destinarla all’utilizzo aziendale da parte dei membri coinvolti.

Questo significa che le aziende potrebbero creare proprie blockchain Ethereum, proprio come con Hyperledger.

Un aggiornamento dalla EEA

Al DevCon4 che si è tenuto qualche giorno fa a Praga, la Ethereum Enterprise Alliance ha annunciato il rilascio della Client Specification V2 e della Off-Chain Trusted Compute Specification V0.5.

La prima delle due è un insieme di standard comuni i quali dovrebbero spingere i sviluppatori a scrivere software il quale dovrebbe “spingere i clienti enterprise a scegliere le soluzioni basate sulle linee guida EEA.”

La Client Specification V2 offrirà una sorta di etichetta che, se apposta, significherà che un determinato prodotto è stato testato da terze parti ed è risultato conforme alle norme della EEA.

La Off-Chain Trusted Compute Specification V0.5, a sua volta, è un set di API che possono spostare la calcolazione delle transazioni off-chain e poi salvarne l’esito sulla mainchain. Questo consente di processarle più efficientemente e evitare di “pesare” eccessivamente sulla blockchain.

Le API utilizzanti sono state verificate come compatibili con Trusted Execution Environments, Zero-Knowledge Proofs e Trusted Multi-Party Compute.

Adrian Zmudzinski
Adrian Zmudzinski
Adrian è un appassionato di tecnologia e IT, specializzato nell'analisi di token, tecnologia blockchain e crypto. Il suo interesse verso Bitcoin risale al 2009, espandendosi al mondo delle crypto più in generale. Le sue analisi si concentrano per lo più sulle potenzialità tecnologiche alla base dei token.
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