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Initiative Q: scam o sfida al mondo crypto?

Cosa hanno in comune un imprenditore seriale, un economista di stampo libertario e la realizzazione di una nuova rete di pagamenti globale? Facile, un acronimo: I.Q., ovvero Initiative Q.

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Initiative Q è un iniziativa nata dall’imprenditore israeliano Saar Wilf, il creatore di Fraud Sciences, compagnia di cyber-security acquisita da PayPal nel 2008 e sostenuta dal noto economista Lawrence H. White, professore alla George Mason University, anche membro del Cato Institute.

Ma cos’è esattamente Initiative Q?

Initiative Q non è una crypto ma un progetto dedito alla creazione di una rete di pagamento globale del futuro con una propria moneta, libera da banche e intermediari e con transazioni internazionali a bassissimo costo. Il suo slogan, infatti, è “Q is tomorrow’s payment network”.

Tuttavia, Initiative Q per ora non sarà basato su blockchain, ma su non meglio specificate  “nuove tecnologie di pagamento” e, a differenza delle più conosciute crypto, sarà un sistema monetario in parte centralizzato con tanto di reversibilità di pagamenti.

Per realizzare questo nuovo network finanziario, I.Q. propone 7 step che devono essere intrapresi al fine di sostituire l’attuale rete di pagamenti:

  1. I sistemi di pagamento di oggi (carte di credito, contanti, bonifici bancari) sono obsoleti e comportano costi aggiuntivi;
  2. Esistono molte tecnologie avanzate di pagamento e innovazioni che attendono di essere implementate;
  3. Perché non utilizziamo già queste tecnologie? Semplice, perché nessun acquirente si unirà a una nuova rete di pagamento priva di venditori e nessun venditore offrirà una nuova opzione di pagamento che nessun acquirente utilizzerebbe mai.
  4. Se qualcuno costruisse un moderno sistema di pagamento in grado di implementare queste tecnologie in modo da comprendere tanti acquirenti e venditori, questo sistema diventerebbe immediatamente molto popolare. Potrebbe avere fino a 20 trilioni di dollari in transazioni all’anno.
  5. Ora, facciamo finta che tutto ciò sia successo e che ci sia una valuta globale dedicata. Chiamiamola Q. Secondo i modelli economici, il valore di tutte le Q sarebbe di diversi trilioni di dollari;
  6. Iniziativa Q ha “prenotato” tutto ciò per le persone che si iscrivono oggi: prima ti iscrivi più Q che puoi prenotare!
  7. Come una profezia che si auto-avvera, con l’adesione di milioni di persone, tecnologie di pagamento avanzate vengono implementate e il sistema di pagamento diventa ancora più globale. Di conseguenza la valuta Q diventerà preziosa e le promesse fornite agli utenti iniziali raggiungeranno il loro potenziale valore.

Al momento I.Q. funziona solo su invito e i Q coin possono essere solo prenotati tramite la ricezione di un link da un utente già registrato.

Più utenti si registrano, meno Q coin si possono prenotare, creando così di fatto la percezione un club esclusivo al quale solo chi accede per tempo potrà in seguito beneficiarvi. La registrazione e prenotazione di questa nuova moneta comporta solo nome, cognome e email.

Una volta registrati, se l’utente estenderà l’invito ad altri 5 amici, si potranno prenotare ulteriori lotti di Q coin.

Ma se questo nuovo sistema nascente non sarà né una crypto, né basato sulla blockchain, perché parlare di Initiative Q?

Semplice: il target di Initiative Q è pressoché identico a quello di molte crypto, visto che strizza l’occhio agli stessi utenti interessati al mondo delle crypto. Ma, d’altra parte, il fatto che che Initiative Q non sia una crypto lo rende un prodotto unico e diverso, più appetibile a gli ultimi arrivati nel mondo delle valute digitali.

In un momento in cui il mercato delle crypto sembra essere in ribasso – per la prima volta capitalizzazione è scesa sotto i 200 milardi di dollari dal 2017 – anche a causa della lotta interna tra Bitcoin Cash e Bitcoin ABC – il progetto Initiative Q sembra stia diventato virale e si propone di fatto come un’alternativa al mondo delle crypto valute.

In particolare, il team del progetto sta creando un hype tra gli ultimi arrivati, ovvero quei potenziali investitori che si sono interessati al mondo delle valute digitali solo dopo il picco avvenuto a inizio 2018 e che ora hanno difficoltà a investire perché trovano un mercato in ribasso.

Il founder

Saar Wilf, il fondatore del progetto, è stato definito un imprenditore seriale e semi-professional poker player. Il progetto Q è sostenuto anche da Lawrence H. White, economista ben famoso nell’ambito accademico per aver sostenuto per anni la tesi del Free-banking, un sistema monetario basato sul sistema aureo nel quale l’emissione di moneta è lasciata alle singole banche private senza una specifica autorità regolatrice o banche centrale.

Sicuramente l’endorsement di due figure di spicco come Wilf e White rappresenta un asset non da poco per il progetto. Tuttavia, vanno fatte alcune considerazioni.

Per prima cosa, il fatto che Saar Wilf sia un imprenditore seriale, sebbene non un elemento negativo di per sé, crea delle aspettative ben definite sulla sorte del progetto Initiative Q.

Sembra infatti plausibile che, nel momento in cui il progetto dovesse cominciare ad avere un certo successo, possa venir messo all’asta e venduto al miglior offerente a una della grandi big-tech company come già fatto da Wilf in passato.

In seconda battuta, la presenza di un economista come White, invece di rassicurare, desta qualche preoccupazione. L’economista ha sostenuto per anni la necessità di disfarsi di monete nazionali e banche centrali, ma proponendo come alternativa un sistema monetario privato operato da singole banche indipendenti, così come accaduto durante l’era del Free-banking in Scozia nel XIX secolo.

Questo suo coinvolgimento nel progetto, dunque, potrebbe sembrare ai più come una partecipazione bizzarra e forse un tentativo di cavalcare l’onda – o più precisamente la “risacca” – creata dal mondo delle crypto in questo ultimo anno.

In questo senso, è significativo come in una recente intervista del 2018 a Bitcoin Wednesday, White racconti di aver studiato Bitcoin sin dalle prime fasi, rammaricandosi di non averci investito abbastanza denaro a tempo debito.

Il dubbio è legittimo: che forse i due si siano messi insieme per sfruttare la notorietà raggiunta dalle nuove monete digitali per creare così un nuovo hype intorno ad un progetto di moneta digitale alternativo alle crypto? Difficile dirlo.

Riservare coin Q

Fatto sta che al momento Initiative Q non richiede denaro, ma solo un indirizzo email e un nominativo. In questo modo, si possono riservare gli agognati Q coin. Attenzione, però: il sito parla di riservare coin, non di comprare. Una semplice prenotazione insomma e non è escluso che i creatori di Q in seguito non richiedano un pagamento per rilasciare i Q coin prenotati dagli utenti.

Quello che si evince al momento non e un pyramid scheme in senso classico, ma una catena di sant’Antonio in cerca di nominativi. Initiative Q è chiaramente il tentativo di creare un grande database che si ha paura possa forse essere venduto in un secondo momento al miglior offerente.

In conclusione, la domanda che tutti si pongono è: dobbiamo considerare Initiative Q uno scam o un prodotto genuino? Per avere una chiara valutazione di Initiative Q, bisognerà aspettare le sue evoluzioni future.

Ad oggi, Initiative Q sembra un’ottima operazione di marketing per un prodotto relativamente innocuo, vista l’assenza di trasferimenti di denaro, ma solo la richiesta di inserire un nominativo per avvalersi di una futura prenotazione.

Tuttavia, nel mondo iper-tecnologico di oggi, i nostri dati e nominativi posso valere più di quello che pensiamo, Cambridge Analytica docet.  

Francesco Giacomini
Francesco Giacomini
Francesco Giacomini è assistente di ricerca presso la London School of Economics and Political Science (LSE). Ha conseguito un master in Political Economy of Late Development presso la stessa università, ed è specializzato nel moderno mercato della cryptovalute e in sistemi finanziari decentrati del passato. In particolare, ha analizzato il sistema scozzese di Free-Banking nel XIX secolo.
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