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Alla scoperta di Cardano

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Cardano è una piattaforma simile a Ethereum. Infatti, non è solo una criptovaluta basata su blockchain, ma un sistema su cui si possono anche gestire smart contract, applicazione decentralizzate (Dapp) e altro.  

La criptovaluta che utilizza si chiama ADA, ed è interna al sistema (chiamata spesso Ada Cardano). Ada opera sulla blockchain chiamata Cardano Settlement Layer (CSL), che è il livello contabile dell’ecosistema Cardano che supporta le transazioni di contabilità generale.

Esiste però anche un secondo livello chiamato Cardano Computation Layer (CCL) che invece supporterà gli smart contract e le Dapp.

La criptovaluta ha esordito nell’ottobre del 2017 al prezzo di 0,02 dollari, e ad oggi vale circa 0,13 dollari, dopo aver toccato un picco di 1,33 dollari il 4 gennaio 2018.

Attualmente Daedalus è l’unico wallet che supporta Ada.

La piattaforma Cardano è stata creata dalla società Input Output Hong Kong (IOHK) guidata da Charles Hoskinson, ex co-fondatore Ethereum, Ethereum Classic e BitShares.

Hoskinson è un matematico del Colorado, ed ha già fondato tre start-up legate alle criptovalute: Invictus Innovations, Ethereum e per l’appunto IOHK. È stato anche il fondatore ed il presidente del comitato di educazione della Fondazione Bitcoin e ha fondato il Cryptocurrency Research Group nel 2013.

A differenza di altri progetti simili, si basa su vera e propria ricerca accademica e scientifica sottoposta a peer review.

Secondo il fondatore Hoskinson, Cardano è una piattaforma blockchain di terza generazione, mentre Ethereum apparterrebbe alla seconda generazione (la prima è Bitcoin).

Al suo sviluppo lavorano ben tre organizzazioni diverse: la Fondazione Cardano, un ente no-profit che fa da custode del progetto, IOHK, la società di Hoskinson che lavora allo sviluppo tecnologico ed Emurgo, un’altra società, giapponese che si occupa di incubare progetti commerciali che vogliono utilizzare Cardano.

Dopo la creazione della prima blockchain nel 2009, cioè Bitcoin, nel 2015 è stata lanciata quella di seconda generazione, Ethereum. Questa seconda ha aggiunto la possibilità di gestire smart contract, ma ha continuato ad avere problemi di scalabilità.

Per questo sono nate le cosiddette blockchain di terza generazione, come Cardano.

Le tre caratteristiche che Cardano ha in più rispetto a Ethereum sono quindi: la scalabilità, l’interoperabilità e la sostenibilità.

Inoltre, essendo basato sulla ricerca accademica sottoposta a peer review, Cardano ha come obiettivo quello di garantire una maggiore qualità del codice, che costituisce, ad esempio, una delle critiche più diffuse a Ethereum.

La scalabilità di Cardano

Per risolvere il problema della scalabilità, Cardano non utilizza la Proof-of-Work (PoW), come Bitcoin o Ethereum, ma un altro meccanismo di consenso, Ouroboros, basato su Proof-of-Stake (PoS).

PoW infatti è un sistema lento, che consuma molta energia, mentre PoS è più veloce e meno energivoro, sebbene probabilmente meno sicuro.

Il risultato è un notevole incremento del numero di transazioni che la blockchain di Cardano può gestire al secondo, rispetto a quella di Bitcoin ed Ethereum, anche se con Lightning Network il numero di transazioni al secondo che può gestire Bitcoin è superiore (ma off-chain).

Inoltre, invece di avere una blockchain unica, gli utenti di Cardano possono anche utilizzare un blocco della blockchain, in modo da ridurre notevolmente la quantità di dati da memorizzare. Questo rende molto più semplice e veloce il funzionamento dei software basati su questa piattaforma.

L’Internet della Blockchain

Per quanto riguarda l’interoperabilità, Cardano mira a creare un “Internet di blockchain”, ovvero un ecosistema in cui le varie blockchain possono interagire tra di loro, sempre in modo totalmente decentralizzato.

In questo modo, ad esempio, si potranno scambiare criptovalute senza intermediari, come su un exchange decentralizzato, ma con la velocità di Cardano.

Per ottenere ciò si utilizzerebbero le cosiddette sidechain, ovvero delle catene che procedono parallelamente alla catena principale, agganciate a questa tramite un “gancio” a due vie. Con le sidechain si potranno ottenere delle versioni compresse delle blockchain, e soprattutto creare interoperabilità tra le medesime.

Per quanto riguarda la sostenibilità, Cardano si propone di superare il finanziamento dello sviluppo tramite mecenatismo o ICO.

Infatti il primo rischia di mettere in discussione la decentralizzazione del progetto, mentre con le ICO si ottiene un’improvvisa iniezione di denaro creando token non necessari all’ecosistema.

La soluzione è quella di prelevare un po’ di token da ogni blocco quando questo viene aggiunto alla catena, in modo da accumulare un “tesoro”. A quel punto chi vuole sviluppare e apportare modifiche all’ecosistema può chiedere una sovvenzione finanziata con questo tesoro.

L’ecosistema di Cardano, quindi, prevede votazioni per decidere quali sovvenzioni debbano essere concesso.

Il tesoro continua ad incrementarsi mano a mano che vengono “minati” i blocchi, in modo direttamente proporzionale alla dimensione della rete.

Pertanto, più grande diventa la rete più ci saranno risorse disponibili. Inoltre in questo modo il sistema di voto diventerà sempre più decentralizzato.

Il sistema di voto non è ancora stato stabilito, ma dovrà essere equo e incentivare gli elettori stessi a votare. Inoltre dovrebbe essere il più decentralizzato possibile.

Il risultato di questo sistema di votazioni viene chiamato “democrazia liquida” e dovrebbe consentire sia di esprimere un voto diretto, sia di delegare il proprio voto a qualcun altro (magari un altro delegato) che può votare al posto dell’elettore.

Inoltre, gli stessi delegati potranno a loro volta delegare il voto a un altro delegato. E se un elettore che ha delegato il proprio voto non gradisce quello del delegato potrà richiamarlo e votare direttamente.

Cardano è un progetto ancora in corso di sviluppo, anche se la criptovaluta Ada è già disponibile. Su CardanoRoadmap.com è possibile seguire l’evoluzione del progetto passo per passo.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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