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Il 6 agosto del 2016, secondo Coinmarketcap, i principali exchange del mondo erano OKCoin.cn, BtcTrade, Huobi, CHBTC, BTCC, Poloniex, BTC100, BTCBOX, itBit, e Kraken.
Oggi, a quasi due anni di distanza, solo due di questi sono rimasti nei primi dieci, Huobi e Kraken.
Altri quattro, Poloniex, BTCBOX, BTCC e itBit sono scivolati nei primi 50, mentre gli altri sono caduti più in basso, sono stati chiusi, oppure hanno cambiato nome e collocazione: OKCoin, ad esempio, è diventato OKEx, trasferendosi dalla Cina mainland a Hong Kong.
I nuovi arrivati sono Binance, Bitfinex, Upbit, Bithumb e HitBTC.
In meno di due anni lo scenario degli exchange di criptovalute è cambiato completamente.
E, se si risalisse indietro di altri 2 anni, al 2014, lo scenario sarebbe ancora completamente diverso.
In altre parole, le fortune dei top exchange variano molto velocemente.
Il tasso di abbandono degli scambi supera quello delle monete stesse: mediamente, la vita media di un exchange è inferiore a quella di una criptovaluta.
Nel 2016 Coinmarketcap contava 105 scambi, mentre oggi sono addirittura 11.080.
A quel tempo, solo il 60% aveva un volume significativo di almeno 10.000 dollari al giorno, mentre oggi ci arriva il 90% degli exchange.
Ad agosto 2016, sui primi 10 exchange si scambiavano poco più di 1 miliardo di dollari in criptovalute al giorno. Oggi siamo passati a 10,6 miliardi.
Due anni non sono molti, anche se in questo settore in questo momento sembrano un’eternità. C
hissà quali exchange ci saranno nel 2020, quali domineranno il mercato, e quale sarà il volume di scambio?