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Spesso per testare le eventuali vulnerabilità di un software si assumono veri e propri hacker ai quali viene chiesto di provare ad hackerarli, e riferire i punti deboli trovati.
Oppure, in alternativa, si promettono laute ricompense a chi riesce a farlo per conto proprio.
È il caso di Tron, il nuovo “sistema operativo” online basato su blockchain che ha appena lanciato la sua mainnet e che vuole sfidare Ethereum.
Ora che la mainnet è lanciata è necessario esaminarla a fondo per cercare eventuali vulnerabilità.
In un primo momento, il fondatore di Tron Justin Sun aveva dichiarato su Twitter che avevano messo in palio dei “bug-bounty” dal valore compreso tra 100 e 100.000 dollari per chi fosse riuscito a scovare bug sulla mainnet di Tron, segnalandoli all’indirizzo email [email protected].
In un secondo momento, sul blog ufficiale di Tron su Medium, è stato poi annunciato il lancio di Tron Bug Bounty, con in palio un premio complessivo di 10 milioni di dollari.
Lo scopo, ovviamente, è quello di scoprire potenziali vulnerabilità tecniche della nuova mainnet grazie all’aiuto dei membri della community di Tron.
L’obiettivo, infatti, è nel rendere la nuova piattaforma di Tron il più sicura possibile, e per questo, il contributo degli hacker cosiddetti “etici” è fondamentale.
Il 25 giugno verrà lanciato il cosiddetto Genesis block e per quella data la mainnet di Tron dovrà essere sicura e stabile perché gli sviluppatori di tutto il mondo inizieranno ad utilizzarla per creare applicazioni decentralizzate (le Dapp).