Read this article in the English version here.
La generalizzata flessione dei prezzi di questa mattina li riporta ai livelli di venerdì scorso, colorando di rosso le prime 25 criptovalute a maggiore capitalizzazione.
Passando oltre il 18° posto occupato da Tezos (XTZ), controverso token, che questa mattina sale oltre l’8% dai valori di ieri.
Per trovare il primo segno verde con un rialzo sopra il 2%, bisogna scendere sino alla 28a posizione impegnata da Bitcoin Gold (BTG), poco sotto i $31.
Nonostante lo spunto positivo di questa mattina, il noto fork del codice di BTC, dopo quello più famoso di Bitcoin Cash (BTC) oggi a -2,3%, sembra ormai destinato a sparire segnando un ribasso del 95% dai massimi di metà novembre a 509 dollari.
In deciso ribasso anche Eos (EOS) e Neo (NEO), entrambe con ribassi oltre il 10%, seguite da Cardano (ADA), Iota (MIOTA) e Monero (XMR) poco sotto il 7% dalle quotazioni di ieri mattina.
Quest’ultima è stata oggetto di un flash crash sull’exchange BitFinex poco dopo le ore 8:00 (UTC+2) con una perdita di oltre il 35%, passando da 131 a 83 dollari in meno di 10 minuti.
Su tutti gli altri maggiori exchange il prezzo oscilla poco sotto la soglia dei 130 dollari senza accusare particolari tensioni.
Torna nuovamente all’attacco del Bitcoin il governatore della BIS (Banca dei Regolamente Internazionali), Augustin Carsters, mettendo in guardia i giovani che vogliono minare le criptovalute dalla promessa di facili guadagni e dall’illusione di trovare una valida moneta alternativa a quella tradizionale.
Gli fanno eco tre noti economisti: Joseph Stiglitz, Kenneth Rogoff e Nouriel Roubini decretando la morte del bitcoin nei prossimi anni, oppure, nella migliore delle ipotesi per Rogoff – ex capo economista del FMI e professore alla Harvard University – il suo valore tornerà a 100 dollari entro i prossimi 10 anni.
Teorie dall’altra parte smentite sia da uno studio inglese condotto dall’Imperial College, il quale afferma che il Bitcoin, al momento inteso solo come riserva di valore, sarà il prossimo passaggio naturale del denaro, sia del noto funzionario statale e studioso francese sulla storia della moneta, Jean-Pierre Landau.
Lo stesso ha ammonito una severa regolamentazione da parte dei Governi, di un settore tecnologico attualmente difficile da inquadrare con i classici riferimenti con i quali siamo abituati.

Bitcoin (BTC)
Fallisce nuovamente l’ennesimo attacco della resistenza dei 6800 dollari. Da metà giugno si contano circa una decina i tentativi di rottura di questa soglia, diventato terreno di scontro tra orsi e tori.
Continua la formazione della spalla destra del possibile Testa&Spalle di inversione al rialzo. Nei prossimi giorni la sentenza definitiva.

Ethereum (ETH)
Per Ethereum, invece, continuano le difficoltà per affermarsi oltre i 500 dollari.
Dopo un primo tentativo vanificato nella seconda decade di giugno, l’attacco del fine settimana non è stato supportato dai volumi.
Tant’è che il prezzo torna ai livelli dove per tutta la scorsa settimana hanno noiosamente oscillato. Si rimane a distanza di sicurezza dai minimi di aprile.
Da solo questo, però, non basta per attirare nuovamente gli acquisti necessari ad affermare i prezzi sopra i 500 dollari.