La volatilità di bitcoin sta subendo un crollo in questo 2018, rivelandosi essere un anno cruciale per la stabilizzazione del valore dei prezzi di BTC.
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Infatti, negli ultimi giorni si stanno registrando i nuovi record minimi di volatilità degli ultimi due anni.
L’attuale livello della volatilità di bitcoin rispetto al valore in dollari è pari a quello del dicembre 2016, ben prima che si innescasse quella che molti hanno definito come “la bolla speculativa del 2017”.
Inoltre, la discesa è stata continua rispetto ai massimi toccati a gennaio 2018, con un paio di veri e propri crolli registrati in questi ultimi mesi.
Con volatilità si intende quanto oscilla il prezzo sul breve periodo (30 giorni): più è alta, meno il valore della moneta è stabile.
Attualmente, il livello di stabilità della moneta è tornato ai livelli di circa 2 anni fa, ma dopo un lungo percorso di riduzione della volatilità iniziato oramai quasi un anno fa. I precedenti minimi, invece, appaiono più come picchi inferiori momentanei, non frutto di un lungo percorso di riduzione.
L’attuale livello di volatilità di bitcoin è pertanto inferiore persino a quello di alcune valute fiat, come il peso argentino o il sol peruviano. Anche molti titoli azionari sui mercati finanziari tradizionali ad oggi risultano più volatili di bitcoin, sebbene non è affatto scontato che questa stabilità regga nel tempo.
Peter Smith, CEO di Blockchain Ltd., ha dichiarato:
“Ho un sacco di amici che gestiscono fondi hedge azionari e stanno scherzando negli ultimi mesi perché vogliono entrare nel ‘calmo mercato delle criptovalute'”.
Secondo alcuni esperti, tale stabilità sarebbe dovuta al ridotto volume medio di scambi giornalieri di bitcoin, che ad ottobre 2018 è stato inferiore di circa il 70% rispetto ai giorni di picco dello scorso dicembre.
Tony Gu, socio fondatore di NEO Global Capital, ha aggiunto:
“Stiamo vedendo alcuni acquirenti istituzionali entrare, perchè altri asset stanno scendendo. Stanno usando le criptovalute come un modo per proteggersi in qualche modo dalla volatilità degli altri mercati”.