HomeCriptovaluteBitcoinCraig Wright: "Silk Road non è stato utile per bitcoin"

Craig Wright: “Silk Road non è stato utile per bitcoin”

Craig Wright, uno dei principali promotori di Bitcoin Cash Satoshi Vision e personaggio che si era dichiarato il creatore di bitcoin Satoshi Nakamoto (senza però darne una prova), in un post su Medium, prendendo come esempio il caso di Silk Road, mette in guardia sul concetto di privacy per le criptovalute.

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La sua analisi è molto profonda, quasi introspettiva, e partirebbe dalla sua personale esperienza come analista di network, a quanto dichiara Wright.

Prima di bitcoin, nel 2006 Wright ed il Dr. Pang avrebbero presero parte ad una indagine che coinvolgeva due bambine, di 11 e 15 anni, vittime di una banda in un losco affare di pornografia infantile e di sfruttamento minorile.

I due esperti avrebbero aiutato la polizia del Southern Australia a sbrogliare il complesso network di relazioni che collegava i vari membri con le due bambine e da questo lavoro nacque un paper scientifico chiamato ‘Una visualizzazione tridimensionale delle interazioni nei social network’, ma anche un profondo turbamento che avrebbe fatto ragionare Wright.

Da quel momento, Wright ha aiutato forze di polizia in diversi paesi del mondo ad interpretare network di comunicazioni e di transazioni attraverso BTC, come Silk Road, per riuscire a risolvere numerosi casi criminali.  

La distinzione di base è fra il concetto di privacy e quello dell’anonimato totale da perseguire con la scusa della sicurezza.

La privacy è il fatto che le transazioni non siano tracciabili, se non con grandi sforzi e l’utilizzo di esperti, l’anonimato è invece l’impossibilità di tracciare, in modo assoluto, impedendo anche quelle operazioni al servizio della legge che vengono svolte dai periti.

Molti vorrebbero costruire una nuova Silk Road, mercato per crimini e droga, molto migliorato, veramente sicuro per i criminali, ma questo non potrebbe in teoria accadere sulla base di BTC.

Bitcoin è stato creato per essere privato ma onesto, e non avrebbe nulla a che fare con le privacy coin come Monero che invece fanno dell’anonimato il proprio principale, se non unico, fine.

L’idea di proclamarsi creatore di Bitcoin, nel 2015, non portò bene a Wright perché, da lì a poco, la sua casa e le sue proprietà furono perquisite dalla polizia australiana con l’accusa di evasione fiscale. Perquisizione che, in realtà, poi si è scoperto non essere legata alla sua impersonificazione di Satoshi, ma alla truffa di 54 milioni di dollari ai danni dei fondi pubblici per la ricerca australiana.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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