La SEC statunitense (Securities and Exchange Commission) inizierà il proprio “crypto road trip”, FinHub, il prossimo 26 marzo a San Francisco.
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Infatti, il FinHub (Hub for Innovation and Financial Technology) aprirà le porte, dalle 12:00 alle 4:00 p.m., al mondo crypto e alla blockchain per permettere a chi lavora nel settore di fare domande di diverso genere, dagli strumenti alle procedure, direttamente al regolatore. Questa rappresenterà la prima commissione “local peer-to-peer” del territorio USA.
Il FinHub è stato realizzato proprio per rendere più accessibile a tutti gli utenti del settore i supporto con la SEC ed instaurare un rapporto reciproco di assistenza sotto il profilo della regolamentazione; le materie principali dell’evento saranno:
- Servizi di advisory relativi agli asset digitali;
- Asset digitali;
- Piattaforme di trading crypto;
- Piattaforme di finanziamento.
L’evento si terrà il 26 marzo 2019 presso gli uffici della U.S. Securities and Exchange Commission al San Francisco Regional Office di 44 Montgomery St., Suite 2800, San Francisco, in California.
Per partecipare all’evento ovviamente bisogna registrarsi preventivamente sul sito della SEC e compilare l’apposito form.
Si tratta sicuramente di un’ottima opportunità per tutte le aziende che lavorano nel settore, ma che ancora hanno dei dubbi o vogliono dei chiarimenti in alcuni ambiti per cui potranno sfruttare l’occasione per poter chiedere direttamente alla SEC come funziona la regolamentazione crypto US.
America, regolamentazione e il Petro
Nel frattempo, sempre in America, il governo USA ieri ha sanzionato una banca russa perché finanziava il Petro.
Il dipartimento del tesoro statunitense (Office of Foreign Assets Control – OFAC) ha infatti sanzionato la EvryoFinance Mosnarbak, banca di proprietà del governo russo in quanto primo istituto a finanziare il Petro.
Uno dei motivi che ha spinto alla creazione del Petro è stato anche quello di aggirare le sanzioni da parte degli USA per quanto riguarda le riserve di petrolio e di minerali.
L’U.S. Treasury ha così commentato la decisione contro la banca:
“Come risultato dell’azione di oggi, tutte le proprietà e gli interessi di questa entità, e tutte le entità in possesso, direttamente o indirettamente, al 50% o più da questa entità che sono gli U.S.A. o in possesso o controllo da cittadini U.S. sono bloccate e devono essere riportate all’OFAC”.