Google Cloud ha annunciato che è possibile mettere i dati di BigQuery sulla blockchain di Ethereum utilizzando un oracle smart contract di Chainlink.
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In questo modo i creatori di app basate su Ethereum che utilizzano il software di Google saranno in grado di integrare i dati da fonti esterne alla blockchain grazie proprio ai servizi offerti da Chainlink, una società che fornisce informazioni per i codici auto-eseguibili degli smart contract.
Nel post del blog di Google Cloud si legge che l’adozione di protocolli e tecnologie blockchain può essere accelerata integrandosi con le moderne risorse Internet ed i servizi di cloud pubblico. Le possibili applicazioni sarebbero innumerevoli, e potrebbero riguardare mercati di previsioni, contratti futures e privacy delle transazioni.
Gli smart contract sono incorporati nella blockchain, risultando quindi virtualmente immutabili: questo fornisce il modo per consentire ai partecipanti di impegnare risorse crittografiche-economiche per accordi con le controparti, e di fidarsi che le clausole contrattuali siano applicate in modo automatico, senza richiedere un’esecuzione gestita da terzi.
La domanda a cui questa nuova soluzione vuole rispondere è quella legata alle modalità con cui ottenere i dati relativi alle variabili con le quali viene avviata l’esecuzione automatica degli smart contract: se i dati non sono presenti sulla blockchain è richiesta una fonte dati esterna ed attendibile, chiamata oracolo.
Google già in precedenza aveva reso noti i dati di alcune blockchain pubbliche all’interno di BigQuery, ma questa volta si tratta invece di rendere disponibili agli smart contract residenti su blockchain dati esterni in modo programmatico.
Per ottenere ciò una Dapp può richiamare l’oracle smart contract di Chainlink e includere il pagamento per la richiesta. Uno o più nodi Chainlink ricevono queste chiamate e forniscono i dati, interagendo con un servizio Web App Engine appositamente creato.
Il post riporta anche alcuni casi esemplari di come si potrebbe operare, tra cui quello di un’applicazione basata su smart contract per una criptovaluta come Ethereum che potrebbe utilizzare l’integrazione tra Chainlink e BigQuery per regolare le scommesse speculative nei mercati di previsione.
Chainlink aveva raccolto 32 milioni con una ICO a settembre 2017, proprio per creare servizi di facilitazione per gli smart contract.