Dopo il G20 che è avvenuto recentemente in Giappone che aveva che tra i temi discussi anche quello relativo alle criptovalute ed alla blockchain, la FSA (Financial Services Agency) ha rivelato che 110 exchange crypto hanno fatto domanda per ottenere una licenza ad operare in Giappone.
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Nella lista d’attesa c’è anche LINE Cooperation, che è dietro l’omonima app di messaggistica, quasi vicina ad ottenere la licenza per il suo exchange Bitbox, che attualmente opera in diversi Paesi del mondo ad eccezione degli USA e del Giappone.
Inoltre, essendo stato anche uno dei primi Paesi al mondo a venire incontro agli exchange crypto, anche se si è fermato nell’ultimo periodo a causa degli avvenimenti sopra citati, il Giappone ha anche una base di utenti molto importante e che è seconda solo a quella degli USA per quanto riguarda i volumi sui vari exchange sparsi nel mondo.
La FSA e gli exchange in Giappone
Nell’aprile 2019, la FSA aveva concesso la licenza a due exchange crypto su 23 nuovi candidati, Rakuten Wallet Co. Ltd. e Decurret Co. Ltd.
Se vediamo in passato come si è evoluta la vicenda degli exchange crypto in Giappone, nel 2017 ne sono stati approvati solo 16, ma dopo il disastro di Coincheck e l’hack relativo a milioni di NEM, le autorità avevano introdotto una nuova legislazione che permette un’ispezione dei crypto exchange sul luogo e, con questa nuova legislazione, solo 3 exchange sono riusciti ad ottenere la licenza.
Inoltre, la FSA ha imposto l’utilizzo di cold wallet non connessi in tempo reale sulla rete anche se, come rilevato dalla stessa FSA, un cold wallet non può essere da solo una misura di sicurezza sufficiente ad evitare altre tipologie di breach. Pertanto la FSA, oltre a richiedere l’adozione dei cold wallet, analizza ora anche le misure di sicurezza interne poste a tutela dei dati gestiti dai dipendenti dell’exchange.