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Bitcoin Cash (BCH): un approfondimento sul fork di Bitcoin

Bitcoin Cash (BCH) è un hard fork di Bitcoin. Il fork di un progetto si verifica quando gli sviluppatori prendono una copia del codice sorgente da un pacchetto software e iniziano a svilupparlo seguendo le proprie idee, in modo indipendente dal progetto originario. Il termine spesso implica non solo un ramo di sviluppo, ma anche una divisione nella comunità degli sviluppatori, una sorta di scisma.

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Un po’ di storia

Il 20 luglio 2017 la comunità Bitcoin ha votato, con una percentuale di favorevoli pari al 97%, sulla proposta di miglioramento del Bitcoin (BIP) 91. La proposta, portata avanti da James Hilliard, era quella di attivare l’algoritmo Segregated Witness (SegWit) il 1 agosto 2017 tramite un soft fork.

Tuttavia, alcuni membri della comunità Bitcoin hanno ritenuto che l’adozione del BIP 91 senza aumentare il limite di dimensioni di blocco avrebbe semplicemente rimandato la risoluzione del problema reale del Bitcoin, ovvero la scalabilità. La rete Bitcoin può infatti gestire al massimo 7-8 transazioni al secondo. Per fare un confronto, Visa arriva a 24.000 transazioni al secondo.

Questo gruppo di persone ha quindi espresso l’intenzione di implementare un hard fork della criptovaluta bitcoin, originando Bitcoin Cash. Il fork ha avuto luogo il 1° agosto 2017. La blockchain ha ereditato la cronologia delle transazioni del network Bitcoin in quella data, ma le successive transazioni sono registrate su una blockchain diversa da quella di BTC.

Bitcoin Cash vs Bitcoin

Bitcoin Cash è quindi il risultato di una spaccatura tra i team che sviluppavano Bitcoin e le grandi mining pool.

Ciò che ha cercato di risolvere Bitcoin Cash è il problema della scalabilità di Bitcoin, che è una conseguenza del fatto che i blocchi nella blockchain sono limitati a due megabyte di dimensione grazie a SegWit.

Segregated Witness, abbreviata come SegWit, è una soluzione che viene considerata solo per la caratteristica di aumentare la scalabilità di Bitcoin e ridurne il costo. Negli ultimi mesi, in media, sono stati prodotti blocchi da 1.2MB.

I blocchi più grandi di 2 megabyte vengono automaticamente rifiutati dalla rete. Il limite della dimensione dei blocchi è un collo di bottiglia della rete Bitcoin e ne frena un’adozione su scala globale.

Il numero di transazioni che la rete riesce a gestire è troppo basso per un uso su larga scala. Gli sviluppatori di Bitcoin Cash hanno optato per blocchi di dimensioni pari a 8MB: ogni blocco può contenere molte più transazioni rispetto a un blocco della blockchain di BTC.

Ma perché gli sviluppatori di Bitcoin non vogliono aumentare le dimensioni dei blocchi? Ad un blocco più grande equivalgono più dati da calcolare per ogni transazione, ed i nodi più piccoli non potrebbero più elaborare le informazioni: in tal modo si potrebbe quindi arrivare parzialmente ad una eliminazione della decentralizzazione.

Di fatto Bitcoin Cash è quindi un’evoluzione del BTC: ne eredita la maggior parte delle caratteristiche e cerca di eliminarne alcuni difetti. Questi i principali punti a favore di BCH:

  • Veloce: transazioni più rapide rispetto a BTC;
  • Affidabile: il network è meno soggetto a congestioni;
  • Economico: le fee sono molto ridotte rispetto a quelle della rete Bitcoin;
  • Stabile: un sistema altamente affidabile con una blockchain solida e collaudata.

Bitcoin Cash (BCH) vs Bitcoin (BTC): la spiegazione sulle fee

Non ha senso paragonare le fee di bitcoin (BTC) a quelle di bitcoin cash (BCH) in questo momento. Per quale motivo? Semplicemente perché la domanda di blockspace espressa in kb non è la stessa.

Consideriamo ad esempio la giornata del 30 maggio 2019, di modo da poter paragonare le due tecnologie, alla base di BTC e BCH, completamente aggiornate (e quindi dopo i vari fork).

  • Numero di transazioni in bitcoin (BTC): 376714
  • Numero di transazioni in bitcoin cash (BCH): 32127
  • Average fee per le transazioni in bitcoin (BTC): 4.314 $
  • Average fee per le transazioni in bitcoin cash (BCH): 0.0148 $

Se teniamo conto di questo informazioni, reperibili su bitinfocharts, nonostante il prezzo delle fee per bitcoin (BTC) si aggirasse attorno ad 1 $ fino a un mese fa, è ovvio constatare che bitcoin cash (BCH) vince. Le fee sono nettamente più basse.

Se invece si considera uno scenario in cui la domanda di blockspace in kb è la stessa, la situazione cambia, ma non di molto. Quand’anche bitcoin cash (BCH) fosse allo stesso livello di bitcoin (BTC), dove per livello si intende appunto la stessa domanda di blockspace in kb, ci troveremmo nella stessa situazione. Le fee sarebbero comunque più basse su bitcoin cash (BCH).

BCH si sdoppia: BAB e BSV

Il 15 novembre 2018 anche Bitcoin Cash si è diviso in due blockchain differenti. Anche questo fork è stato necessario a causa della differenze di vedute degli sviluppatori. Alcuni appoggiavano le soluzioni proposte dal team originario che ha guidato il fork di Bitcoin originando BCH, altri appoggiavano Craig Wright.

La catena di BCH si è quindi divisa in due chain diverse. Ogni chain ha le proprie regole, i propri nodi e i propri miner.

Il fork è stato molto chiacchierato perché la fazione di BSV aveva annunciato un attacco al 51% ai danni dell’altra chain. L’attacco non si è mai verificato perché lo spostamento di hash sulla chain di Bitcoin Cash da parte di Roger Ver ha consentito a quest’ultima di minare i primi blocchi molto più rapidamente rispetto alla chain di BSV, rendendo un attacco al 51% di fatto impossibile e troppo costoso.

Si è scatenata quindi la cosiddetta #hashwar e i miner hanno minato in perdita per diverso tempo pur di supportare la propria chain.

In questo contesto Bitmain, importantissimo produttore di ASIC, si è schierata in favore di BCH e al fianco di Roger Ver. Per questo motivo non è chiaro perché da qualche giorno abbia iniziato a minare BSV attraverso la propria pool.

Matteo Gatti
Matteo Gatti
Ingegnere informatico appassionato di tecnologia e di tutto ciò che vi ruota attorno. Segue con interesse il mondo delle criptovalute e lo sviluppo della tecnologia Blockchain. Scrive anche di Linux su LFFL.
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