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dApp: come funzionano su Ethereum e Tron

Le dApp sono delle decentralized application, ovvero app decentralizzate che non usano server centrali con l’obiettivo di tenere al sicuro i dati sensibili degli utenti.

Le app tradizionali, invece, operano con server centralizzati, mentre le dApp si differenziano in quanto funzionano grazie ad un network decentralizzato, peer-to-peer, in cui nessuna entità ha il pieno controllo.

Lauren Foye, analista di Juniper ha affermato che: 

“le dApp metteranno in comune le risorse su numerose macchine a livello globale… i risultati sono applicazioni che non appartengono a un’unica entità, ma che piuttosto sono guidate dalla comunità.”

Ed è proprio per queste motivazioni che le dApp rappresentano una vera e propria innovazione nel campo delle applicazioni e attualmente sono classificate in 3 tipologie:

  • dApp di tipo 1 che posseggono una propria blockchain e per la loro funzionalità necessitano dell’asset originario di questa; un classico esempio è Ethereum;
  • dApp di tipo 2 che per la propria operatività si basano su un protocollo della blockchain delle dApp di tipo 1, ma con un token proprietario;
  • dApp di tipo 3 che utilizzano il medesimo protocollo delle dApp di tipo 2.

Le dApp sulla Blockchain di Ethereum e Tron

Le dApp basate su blockchain, di solito su Tron o Ethereum, ma anche spesso su EOS, offrono un vantaggio sostanziale che consiste nell’auto-sostenibilità nel tempo, sia a livello finanziario che di sviluppo. 

Le stesse persone che usano le dApp spesso sono coinvolte nel miglioramento dell’applicazione decentralizzata che, infatti, spesso riconosce una ricompensa in token agli utenti interessate.  

I token possono essere usati sulle dApp oppure essere scambiati in criptovaluta. 

Queste app decentrate sono open-source e il guadagno va ai dev coinvolti nel progetto, ma anche agli utenti e a coloro che investono nella dApp contribuendo al miglioramento del sistema.

In dettaglio il guadagno consiste:

  • Per gli sviluppatori in riferimento al lavoro svolto in sede di programmazione, nell’osservare la crescita e la diffusione dell’applicazione verso un numero maggiore di utenti; 
  • Per gli addetti al marketing, in relazione alla promozione e alle vendite crescenti;
  • Per gli utenti che pagano per usare il servizio e quindi collaborano al mantenimento delle dApp stessa.

App vs dApp

Confrontiamo WhatsApp e Status, rispettivamente App e dApp di messaggistica.                          

I messaggi e i multimedia che scambiamo tramite WhatsApp sono criptati e in fase di registrazione all’applicazione occorre inserire il numero telefonico che viene registrato su un server. 

Tutto ciò è salvato in dei server centralizzati che per questa loro natura sono soggetti a possibili attacchi hacker e censura.

Con la app Status i messaggi e i multimedia scambiati sono crittografati e salvati sul cellulare degli utenti e su un server offline non accessibile. Il codice dell’applicazione della dApp, essendo appunto open-source, funziona grazie agli smart contract e ad Ethereum.

Entrambe le applicazioni sono gratuite per gli utenti.  WhatsApp si finanzia grazie alla parte Business dove vengono inserite e pubblicizzate le aziende. 

Status, invece, obbliga al pagamento gli utenti che utilizzano le funzioni interne aggiuntive le quali permettono di scambiarsi criptovalute, di navigare in internet, di fare sondaggi etc.. 

Criticità delle dApp

Attualmente le dApp riescono ad elaborate circa 15 transazioni al secondo e per questo sono etichettate come molto lente, anche se quelle su EOS pare che siano più veloci, per esempio, di quelle su Ethereum.

Per il loro utilizzo, oltre alla registrazione e alla creazione di un semplice account, è necessario creare un portafogli di criptovalute, quindi è ovvio che sono più user-friendly per un pubblico che conosce il settore e probabilmente ci vorrà molto tempo finché raggiungeranno la cosiddetta adozione di massa.

Essendo legate alla blockchain, l’unica modalità per poterle rimuovere è la chiusura della rete; il che comunque potrebbe anche essere considerato un vantaggio nel senso che sono più difficili da chiudere e hackerare.

Inoltre, la creazione di dApp segue dei linguaggi di programmazione propri che richiedono una preparazione specifica, per cui servono developer blockchain specializzati nel settore.

Roberta Di Mario
Roberta Di Mario
Roberta Di Mario, nata a Roma nel 1993, è una studentessa universitaria. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Economia e Gestione delle Imprese, attualmente si sta specializzando nel corso magistrale di Management and Finance.
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