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La Cina banna Bitcoin, ma le azioni legate alla blockchain tengono

Nonostante il nuovo ban per bitcoin e criptovalute, le azioni delle aziende cinesi che lavorano con la blockchain non hanno perso di valore. 

Lo rivela Bloomberg, che è andato ad analizzare le performance dei titoli di quelle rare azioni cinesi che sono legate alla blockchain.

Si tratta di otto aziende cinesi con legami con la tecnologia blockchain, come Shenzhen Forms Syntron Information Co., Ygsoft Inc. e Brilliance Technology Co. 

In media il prezzo delle loro azioni nell’ultima settimana è calato di meno del 2%. La cosa curiosa è che se si confronta questo calo con quello di titoli analoghi al di fuori della Cina di scopre che questi ultimi in media sono scesi del 5%. 

In altri termini nonostante l‘ennesimo ban per le criptovalute, in Cina il settore blockchain in questo specifico momento storico sembra passarsela meglio che altrove. 

Secondo Bloomberg il motivo alla base di questa discrepanza potrebbe essere legato a precedenti forti cali del settore delle criptovalute in Cina, visto che il ban di questa settimana è solo l’ultimo di una lunga serie, iniziata quasi quattro anni fa. Questo avrebbe portato ormai ad un legame poco stretto tra le criptovalute e le aziende blockchain cinesi. 

Infatti d’altro canto questi stessi titoli non hanno seguito nei mesi scorsi gli incredibili rialzi dei prezzi delle criptovalute, mostrando chiaramente un disallineamento che invece non si riscontra affatto al di fuori della Cina. 

Il rapporto tra Cina e blockchain

Forse è possibile immaginare che in Cina le aziende che lavorano con la blockchain non stiano lavorando con le criptovalute, ma con tecnologie basate su registri distribuiti, o legate alla nuova valuta digitale di Stato che il paese sta sperimentando. Ovvero non si tratterebbe di vera blockchain decentralizzata, ma solamente di qualcosa di vagamente simile. 

Invece nel resto del mondo le aziende blockchain lavorano a tutti gli effetti con le criptovalute, pertanto risultano essere molto più esposte alle oscillazioni dei loro prezzi, sia in positivo che in negativo. 

Sta di fatto però che ciò implica che la Cina, in realtà, si stia letteralmente defilando dalla vera rivoluzione della blockchain (ovvero la decentralizzazione), mentre invece altri Stati, come gli USA, stanno cercando di cavalcarla. 

D’altronde è davvero difficile immaginare che un regime come quello cinese possa tollerare una reale decentralizzazione della finanza, pertanto è più che logico attendersi che non sia in grado di sfruttare realmente le innovazioni portate dalla blockchain, se non a parole.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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