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Riciclaggio di denaro con Bitcoin, condannato al carcere

Un’attività di riciclaggio di denaro convertito in Bitcoin, per 25 milioni di dollari, è costata al suo ideatore due anni di carcere. Nei giorni scorsi infatti un uomo di Orange County (California), è stato condannato a 24 mesi di prigione per aver operato illegalmente con degli ATM Bitcoin.

L’uomo, Kais Mohammad, noto anche come “Superman29”, 37 anni, è un ex impiegato bancario.

Come spiegato dal dipartimento di giustizia USA, si è dichiarato colpevole nel settembre 2020. I suoi capi di accusa sono relativi all’aver operato business finanziari senza licenza e aver riciclato denaro. Per questo ha restituito allo Stato 17 ATM Bitcoin, 22.820 dollari in contanti, 18,4 Bitcoin (al valore attuale, corrispondono a circa 662.000 dollari) e 222,5 Ethereum (pari oggi a 556.000 dollari circa). 

Herocoin, così avveniva il riciclaggio di denaro con Bitcoin

Il business di “Superman29” prendeva il nome di Herocoin, ed era una compravendita di Bitcoin che è stata condotta fino ad agosto 2019. Aveva allestito sia dei chioschi dove comprare e vendere Bitcoin tramite ATM, con operazioni fino a 25.000 dollari. Ma soprattutto  incontrava i suoi clienti di persona, e gli trasferiva Bitcoin dietro pagamento in contanti, con commissioni pari al 25% del prezzo, un tasso che, dice il dipartimento di giustizia, era ben superiore alla media delle commissioni di mercato.

Ciò che le autorità hanno contestato al 37enne è il fatto di non aver mai condotto procedure anti riciclaggio e in almeno un caso era a conoscenza che i soldi tradati provenivano da attività illecite sul dark web. 

I suoi ATM invece pur permettendo operazioni fino a 25.000 dollari non richiedevano agli utenti di adempiere a procedure AML o KYC. Di fatto, le transazioni erano anonime. 

Secondo le autorità, fino al momento della chiusura delle attività, Herocoin ha scambiato Bitcoin per un valore compreso tra 15 e 25 milioni di dollari, sia negli scambi interpersonali, sia tramite ATM. 

Purtroppo per il suo fondatore, nell’agosto 2019 ha condotto uno scambio di Bitcoin con un agente sotto copertura, e questa è stata probabilmente la sua ultima transazione.

Kais Mohammad era stato addirittura contattato dalla FinCEN per regolarizzare la sua attività, e sebbene l’avesse registrata, aveva continuato a non far rispettare le procedure antiriciclaggio. 

I pubblici ministeri hanno scritto nel loro memorandum di condanna:

“Piuttosto che usare la sua conoscenza per creare un robusto programma di conformità, ne ha evitato uno del tutto e ha approfittato rendendo il suo business un condotto efficiente, non controllato e quasi anonimo per il riciclaggio di denaro e altri crimini”.

Questa sentenza conferma come le autorità siano molto attente a Bitcoin in particolare per i rischi di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. E conferma anche che è difficile farla franca e che le pene possono essere anche molto severe. 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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