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Kevin O’Leary, Shark Tank: “ Non vendo Bitcoin, sono dentro per il lungo periodo”

In una recente intervista condotta da CryptoPotato, Kevin O’Leary del famoso programma americano Shark Tank si è espresso nei confronti di Bitcoin in maniera piuttosto positiva e infatti O’Leary di recente ha anche dichiarato di aver investito il 3% dei suoi averi in BTC.

Il milionario sessantenne ha spiegato anche che, nonostante i recenti ribassi di Bitcoin, non ha alcuna intenzione di vendere i suoi BTC.

“Non mi interessa se scende di 20.000 dollari o sale di 20.000 dollari. Non lo vendo. Un bitcoin è un bitcoin. Sono dentro a lungo termine”.

Oltre ad aver investito in Bitcoin, O’Leary ha anche spiegato di aver investito in diversi progetti in ambito finanza decentralizzata (DeFi), anche se non è dato sapere quali. Quello che invece ha spiegato è che ha messo i suoi Bitcoin in staking in queste dApp.

Bitcoin vs Ethereum secondo il conduttore di Shark Tank

Per il conduttore di Shark Tank, Bitcoin è insostituibile ed è per questo che ci ha investito e ci crede così fortemente:

“Gli istituzionali sono interessati al Bitcoin come bene. È il gold standard delle valute digitali. È possibile dibattere sul perché lo sia. Semplicemente non c’è nient’altro che possa sostituirlo. Ethereum potrebbe non essere così sostenibile come la gente pensa, perché ci sono altre catene che potrebbero essere più efficienti in termini di velocità di transazione di Ethereum. Quindi, penso che ci siano molti rischi”.

Elon Musk e il mining

Per quanto riguarda Elon Musk e le sue manipolazioni di mercato, O’Leary ha poi detto la sua opinione:

“ESG non sta andando via. Elon ha ricevuto pressioni. Penso che sia stato spinto dai suoi azionisti di Tesla a parlare di questo perché vivono con comitati di sostenibilità e non sono dalla parte di bitcoin usato come valuta per comprare auto Tesla. E così probabilmente lo hanno spinto a fare la dichiarazione che ha fatto. Non mi interessa molto chi twitta cosa. Ho preso una decisione binaria di possedere bitcoin. Ora devo decidere quale allocazione e per ora ho deciso il 3%. Cosa succede dopo? Non mi interessa. E se sarà volatile a causa dei tweet di Elon Musk o di qualcun altro, che sia così”.

Un altro argomento interessante toccato da questa intervista è stato il tema dei Bitcoin ETF negli Stati Uniti, dove la SEC sta ancora decidendo se approvarli o meno.

“Penso che ci vorrà un po’ di tempo, forse un altro paio d’anni prima che le autorità di regolamentazione permettano gli ETF qui. Ci sono un sacco di preoccupazioni: La sostenibilità è una di queste, come anche la fungibilità intorno alle attività criminali e nefaste. Cioè, si dà la colpa a Bitcoin, ma anche i dollari americani sono usati per attività nefaste. Quindi l’idea che sia solo Bitcoin non ha davvero senso. Bitcoin ha anche ottenuto una cattiva reputazione ultimamente a causa della grande diffusione di hackers, in quanto gli hackers chiedono di essere pagati in criptovalute. Alcune persone presumono che sia Bitcoin, sono là fuori a dargli la caccia”.

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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