Mentre il mondo finanziario si rifugia in oro e bitcoin per proteggersi dall’inflazione, JPMorgan va in direzione opposta e sceglie di accumulare denaro cash.
Lo ha dichiarato il CEO Jamie Dimon durante una conferenza. Come riportato dalla CNBC, Dimon sta portando l’istituto di credito ad accumulare contanti piuttosto che buoni del Tesoro o altri tipi di investimenti, perché a suo avviso l’inflazione porterà la FEd ad alzare i tassi di interesse.
Ha dichiarato Jamie Dimon:
“Abbiamo molta liquidità e capacità e saremo molto pazienti, perché penso che ci siano ottime possibilità che l’inflazione sia più che transitoria”.
La sua strategia è chiara:
“Se guardate il nostro bilancio, abbiamo 500 miliardi di dollari in contanti, abbiamo effettivamente accumulato sempre più contanti in attesa di opportunità per investire a tassi più elevati. Mi aspetto di vedere tassi più alti e più inflazione, e siamo preparati per questo”.
Il dibattito sull’inflazione negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, dopo l’iniezione di liquidità della Federal Reserve, si temono rischi connessi all’inflazione. Ciascuno sta reagendo come meglio crede. JPMorgan a quanto pare preferisce tenere il denaro cash.
Altre grandi aziende preferiscono invece ricorrere ad accumulo di oro e bitcoin.
Resta da capire come la Fed reagirà al rischio di aumento dell’inflazione. L’ipotesi di aumento dei tassi di interesse aveva già sconvolto i mercati.
JPMorgan e il cash meglio di Bitcoin
Jamie Dimon non è un fan di BItcoin. Questo spiega perché la sua banca stia preferendo accumulare denaro cash piuttosto che ricorrere ad altre soluzioni tra le quali l’accumulo di Bitcoin.
Tuttavia JPMorgan sta iniziando ad offrire Bitcoin ai suoi clienti, tramite un apposito fondo. Questo perché, come ha spiegato il CEO, lui può essere ostile a Bitcoin, ma a quanto pare ai clienti di JPMorgan Bitcoin piace. È singolare però che non pensi a Bitcoin come sistema di difesa dall’inflazione. Probabilmente l’elevata volatilità continua a non essere garanzia di sicurezza per la banca statunitense.