Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha dichiarato che rendere Bitcoin la moneta ufficiale di un Paese “potrebbe essere un disastro”.
Il riferimento a El Salvador sembra piuttosto evidente, anche se nel blog post dell’FMI non viene direttamente menzionato.
In realtà, il direttore del reparto marketing dell’FMI, Tobias Adrian, e il consigliere generale del dipartimento legale Rhoda Weeks-Brown, hanno anche spiegato che Bitcoin potrebbe essere un toccasana per i Paesi con alta inflazione e potrebbe aiutare i cosiddetti unbanked, ma quello che sottolineano i due è che ci potrebbero essere anche grossi rischi.
Secondo l’FMI, infatti, si rischia che i prezzi diventino instabili, in quanto le criptovalute hanno alta volatilità e che non vengano seguite le misure antiriciclaggio e di lotta al finanziamento del terrorismo.
Bitcoin e i rischi per l’ambiente
Adrian e Weeks-Brown hanno anche sottolineato i rischi per l’ambiente, in linea con l’ormai risaputa obiezione a Bitcoin per quanto riguarda il consumo di energia dovuto al mining e alla Proof of Work, il meccanismo di consenso su cui è basata la blockchain di BTC.
Queste le loro parole:
“Se beni e servizi fossero denominati sia in una valuta reale che in un asset crypto, le famiglie e le imprese impiegherebbero parecchio tempo e risorse per scegliere quale denaro tenere, piuttosto che impegnarsi in attività produttive. Le entrate del governo sarebbero esposte a rischi legati al tasso di cambio se le tasse venissero stabilite in anticipo utilizzando le criptovalute e le uscite rimanessero principalmente nella valuta locale, o viceversa”.
In realtà, anche quando Elon Musk lo disse facendo un passo indietro nell’accettazione dei pagamenti in Bitcoin per Tesla, si era già discusso di questa tematica, sottolineando come Bitcoin non inquini più delle banche o di altri settori.
Bitcoin e la volatilità dei prezzi
Ad ogni modo, è anche normale che il Fondo Monetario Internazionale, il cui scopo è promuovere la cooperazione monetaria in tutto il mondo, non possa essere al cento percento entusiasta di qualcosa di decentralizzato come BTC.
Ma soprattutto, quello che l’FMI sembra sottolineare è la sua paura verso la volatilità di Bitcoin e infatti la nota continua parlando delle “enormi fluttuazioni dei prezzi delle criptovalute”.