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USA: il Tesoro vuole più condivisione di dati crypto

Il Tesoro USA chiede nuove regole per una maggiore condivisione di dati da parte degli exchange di criptovalute. 

Lo riferisce Roll Call citando un funzionario governativo non autorizzato a parlare, secondo cui l’amministrazione Biden sta esortando i Democratici ad aggiungere maggiori regole riguardo la conformità fiscale delle transazioni in criptovalute nel prossimo pacchetto di riconciliazione del budget da 3.500 miliardi di dollari.

In particolare, si vorrebbe che gli intermediari che operano con le criptovalute negli USA segnalassero gli eventuali titolari di conti esteri al governo, in modo da poter utilizzare questi dati come merce di scambio per ottenere informazioni riguardo investitori statunitensi che scambiano valute digitali in altri Paesi.

La regolamentazione crypto negli Stati Uniti

L’obiettivo è un maggior controllo fiscale, visto che lo stesso Tesoro USA si dice preoccupato per la proliferazione di società di comodo offshore che i contribuenti statunitensi utilizzano per cercare di evadere le tasse, in particolare sui guadagni derivanti da trading di criptovalute.

Secondo il commissario dell’IRS, Charles P. Rettig, la differenza tra le tasse realmente dovute dai contribuenti statunitensi e effettivamente pagate è di mille miliardi di dollari ogni anno ed una parte di queste sarebbe costituita da tasse non pagate sulle operazioni in criptovalute.

La condivisione dei dati per combattere l’evasione fiscale con le crypto in USA

La proposta del Tesoro comunque non è ancora stata accolta dal Congresso, e qualora venisse approvata le nuove regole verrebbero applicate solamente a partire dal 2023.

Per combattere il potenziale utilizzo delle criptovalute per evadere le tasse, vengono ritenute fondamentali le segnalazioni di informazioni da parte degli intermediari per aiutare a identificare i contribuenti promuovendo al tempo stesso la conformità fiscale volontaria.

Secondo il funzionario che ha svelato questa richiesta, il nuovo sistema sarebbe simile agli obblighi previsti da una legge del 2010.

Inoltre, grazie ad accorti già in vigore, per poter ottenere dati di questo tipo da intermediari esteri, è necessario a proprio volta fornire lo stesso tipo di informazioni alle autorità estere, e per questo motivo il Tesoro vorrebbe acquisire informazioni sull’operatività dei cittadini esteri sugli exchange USA.

La risoluzione del bilancio fiscale 2022 in cui dovrebbero essere inserite le nuove norme impone di presentarle entro il 15 settembre.

Tuttavia pare che la discussione in merito sia già iniziata, con alcune voci scettiche a riguardo, in particolare a causa del fatto che norme simili potrebbero risultare eccessivamente gravose per gli exchange crypto.

In teoria per gli utenti invece dovrebbe cambiare poco, se non per il fatto che sarà loro più difficile occultare eventuali guadagni ottenuti con il trading di criptovalute.

Non ci sarebbero invece differenze per chi dichiara tutto ciò che guadagna.

In pratica però consentire di fatto ad autorità estere di chiedere informazioni sull’operato dei cittadini dei loro Stati di appartenenza agli exchange USA, in modo da ottenere le stesse informazioni dagli exchange esteri sui cittadini USA, aprirebbe le porte ad uno scambio di informazioni che potrebbe anche essere utilizzato in modo non necessariamente illegittimo.

Già dal 2010 i mercati finanziari tradizionali operano in questo modo, quindi è difficile immaginare che gli intermediari crypto possano evitare di doverlo fare.

Resta però impossibile ottenere queste informazioni da exchange decentralizzati.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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