Il noto miliardario Mark Cuban sembra scettico sulla possibilità di creare nuove norme specifiche sulle criptovalute.
Cuban si è già espresso molte volte riguardo il suo interesse per le criptovalute, quindi non va considerato come un novellino che parla senza sapere.
Il suo ragionamento è semplice, ma diretto.
Any discussion of crypto regulation has to start with the facts that there are already laws against fraud and that “crypto” is not monolithic. There are many layers to “crypto” here are my thoughts and all are subject to change as I learn more
— Mark Cuban (@mcuban) September 16, 2021
Un’eventuale regolamentazione delle criptovalute deve partire da due presupposti che rendono il concetto stesso di “regolamentare le criptovalute” di dubbia interpretazione.
Summary
Le leggi che tutelano gli investitori in criptovalute, secondo Cuban, già ci sono
Cuban fa notare che esistono già molte leggi contro le frodi, suggerendo che in molti casi al posto di immaginare di dover crearne di nuove, si possa semplicemente utilizzare quelle già esistenti, o adattarle a questi nuovi asset.
L’utilizzo delle criptovalute non è poi così differente da quello di altri asset tradizionali, se non per il fatto che molti strumenti con cui vengono utilizzate sono decentralizzati.
Cuban invita a prendere atto del fatto che le criptovalute non sono un “monolite”, ma un ecosistema in cui vivono molti nuovi asset di natura anche molto differente tra di loro.
Sarebbe quindi completamente sbagliato trattare Bitcoin e XRP come se fossero la stessa cosa, anche dal punto di vista legale.
Il primo è stato creato come una rete decentralizzata che distribuisce i token ai miner, il secondo è stato creato da una società privata ancora ad oggi proprietaria di più della metà dei token XRP esistenti.
Criptovalute e loro categorie
Differenze enormi ci sono anche tra le criptovalute basate su reti che consentono smart contract complessi, come Ethereum, o token di stablecoin.
Secondo una definizione fornita dalla Finma svizzera qualche anno fa, le criptovalute possono essere suddivise perlomeno in tre grandi categorie, ovvero i token di pagamento (come Bitcoin), gli utility token ed i security token.
Sarebbe completamente sbagliato tentare di normare nello stesso identico modo queste tre tipologie.
Le obiezioni di Cuban, nonostante lui stesso le consideri solamente “pensieri soggetti a modifiche man mano che imparo di più“, risultano essere reali, concrete e soprattutto profonde, mentre non è affatto certo che coloro che si occupano di legiferare sui mercati finanziari ne siano a conoscenza.
Il nuovo presidente della SEC statunitense sicuramente è a conoscenza di queste caratteristiche profonde e complesse del mondo crypto, ma negli USA non è la SEC a legiferare.
Alcuni politici statunitensi di spicco negli ultimi anni hanno dimostrato una conoscenza scarsa e superficiale del settore crypto, probabilmente non adeguata per poter comprendere a fondo queste innovazioni tanto da saperle regolamentare in modo efficace.
È possibile che Mark Cuban sia preoccupato ed abbia voluto portare alla luce questo problema legato alla conoscenza troppo superficiale delle criptovalute da parte del legislatore USA.