Il 4 dicembre 1921, il New York Tribune pubblicò una storia che parlava di un innovativo progetto di Henry Ford per sostituire il sistema valutario dell’epoca, ancora basato sull’oro, con una nuova “valuta energetica”.
Ford si riferiva ad una nuova valuta energetica, che pare avere incredibili somiglianze con il Bitcoin di Satoshi Nakamoto. L’articolo titolava “Ford vuole sostituire l’oro con una moneta energetica e fermare così la guerra”.
Secondo Ford proprio l’oro era alla base dello scoppio del primo conflitto mondiale, così come secondo Satoshi le monete fiat erano alla base della grave crisi finanziaria del 2008. Inoltre, come spiegava Ford al giornale, anche la sua moneta energetica sarebbe stata prodotta in un numero limitato proprio come il Bitcoin. Incredibile poi quello che affermava:
“Il male essenziale dell’oro nella sua relazione con la guerra è il fatto che può essere controllato. Rompi il controllo e fermi la guerra”.
L’incredibile somiglianza tra la valuta energetica di Ford e il bitcoin non si fermano qui. Come sosteneva Ford, questo nuovo sistema avrebbe potuto rompere quello che lui stesso chiamava il cartello bancario esistente all’epoca.
“Si tratta semplicemente di pensare e calcolare in termini diversi da quelli stabiliti dal gruppo bancario internazionale a cui siamo così abituati da pensare che non ci siano altri standard desiderabili”, affermava Ford.
Quella di Satoshi non fu una intuizione così geniale, se si pensa che appunto quasi cent’anni prima esistevano dei progetti simili come quello di Henry Ford. E anche un premio nobel come Friedrich Hayek parlava negli anni 70 dell’eccessivo controllo degli Stati Uniti sul denaro come una componente negativa per l’economia.
Affermava Hayek:
“Non credo che avremo mai più bei soldi prima di togliere la cosa dalle mani del governo”. Cioè, non possiamo toglierlo violentemente dalle mani del governo, tutto ciò che possiamo fare è introdurre in qualche modo subdolo introdurre qualcosa che non possono fermare”.
Una dichiarazione che poteva benissimo essere contenuta nel famoso white paper di Satoshi.
Anche il famoso economista Milton Friedman parlava di una idea di valuta digitale già alla fine degli anni Novanta.
Affermava l’economista:
“Penso che Internet sarà una delle principali forze per ridurre il ruolo del governo”. L’unica cosa che manca, ma che sarà presto sviluppata, è un e-cash affidabile, un metodo con cui su Internet è possibile trasferire fondi da A a B, senza che A conosca B o B conosca A”.
Bitcoin una rivoluzione inarrestabile
Malgrado i tentativi di screditare da parte di governi e banche centrali, la capitalizzazione del mercato delle criptovalute ha superato i 2 miliardi di dollari. El Salvador il 7 settembre ha reso legale il Bitcoin in tutto il paese, e altri stati starebbero pensando di fare la stessa cosa. La sua adozione sta crescendo sempre più sia come moneta di scambio che come riserva di valore al posto dell’oro in ottica anti inflattiva.
80 banche centrali hanno già allo studio la creazione di una valuta digitale di Stato, che possa concorrere con le criptovalute private. Insomma la rivoluzione aperta dal Satoshi nel 2008, sembra ormai essere giunta ad un punto di non ritorno.
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising.
Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist.
Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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