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Ucraina: un membro del consiglio dichiara 124 bitcoin

Già da qualche mese l’Ucraina, con la spinta del Presidente Zelensky, si sta aprendo al mercato di Bitcoin e delle criptovalute e così di recente un membro del consiglio ucraino, Vladimir Pachesny, ha dichiarato di possedere ben 124 BTC e 500 quote di Tesla.

Il rapporto tra Ucraina e Bitcoin

Obiettivo del governo, che guarda al futuro, è quello di trasformare il paese in un colosso est-europeo in materia di crypto asset. Così, l’8 settembre scorso il Parlamento ha approvato un provvedimento che portava ad un legale utilizzo della moneta virtuale.

Il provvedimento include anche una definizione a norma di parziale regolamentazione delle stesse criptovalute. Solo poco tempo fa, però, in Ucraina l’uso di Bitcoin e affini veniva visto al pari di un vero e proprio atto illecito a causa dell’alta percentuale di scam che si registravano in rapporto alla finanza digitale.

Fonte: Chainalysis

I dati riportano comunque una larga diffusione delle criptovalute nel paese. La compagnia singaporiana Triple-A ha fatto una stima recente che riporta un netto 12.7% di popolazione abbinabile all’uso e al possesso di Bitcoin.

Secondo molti esperti questa apertura verso le criptovalute è anche collegabile al rapporto tra Bukele, Presidente attuale dello Stato di El Salvador e il Presidente ucraino in carica.

Solo due mesi fa i rappresentanti del governo di Volodymyr Zelensky sono stati ricevuti proprio da Bukele in vista di una sottoscrizione reciproca che mettesse in opera un piano di regolamentazione delle criptovalute.

L’Ucraina si presta molto alla ad un’attuazione pratica del mining per la sua diversificazione di sorgenti energetiche. Sono molte le realtà che attualmente gestiscono profitti e implementano iniziative legate a Bitcoin e al mondo blockchain.

Le statistiche e i rapporti resi pubblici che nascono dall’analisi patrimoniale dei privati nel Paese portano però dati discordanti. Un funzionario ucraino è risultato possessore, ad esempio, di 8 milioni di dollari in criptovalute.

Ucraina: i redditi annuali in criptovalute

Questa notizia è anche lo specchio di un’altra problematica legata alla regolamentazione degli asset digitali. Sono diversi i funzionari del Paese che hanno avuto problemi nella loro doppia dichiarazione dei redditi annuale.

Ad settembre, per esempio, un membro del consiglio ha dichiarato di aver perso ben 42 BTC in quanto questi si trovavano in un hardware wallet in una macchina che gli era stata rubata. E ovviamente non è dato sapere se si tratti della verità, visto che è difficile provare la proprietà di queste crypto.

Gli investimenti in criptovalute sono diventati argomento molto trattato tra i politici ucraini che negli ultimi anni hanno investito in questo campo.

Vladimir Pachesny, così come altri funzionari, sono venuti alla ribalta delle cronache proprio per i loro investimenti in criptovalute datati già nel 2013. Pachesny non è né il primo investitore di criptovalute tra i funzionari in Ucraina.

Un rapporto di aprile ha rivelato che i rappresentanti del governo possedevano 46.351 BTC per un valore di 2,6 miliardi di dollari.

La questione è già da tempo sul tavolo dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione della Corruzione (NAPC) che ha fatto sapere che verificherà tutti i numeri.

 

 

 

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