Oggi la ECON (Commissione Politica economica del Parlamento Europeo) voterà la bozza di modifica del regolamento dell’Unione Europea sulle criptovalute (MiCA). Al suo interno c’è un emendamento che potrebbe portare al ban di Bitcoin.
L’emendamento che porta il ban a Bitcoin in UE
Nonostante qualche giorno fa il relatore di tale bozza, Stefan Berger, aveva rivelato di aver stralciato dal testo la parte che riguardava le problematiche legate al consumo energetico della Proof-of-Work (PoW) di Bitcoin, è spuntato fuori un emendamento dell’ultimo minuto che lo vorrebbe reintrodurre.
Berger ha depositato la bozza definitiva una settimana fa, mentre l’emendamento è stato proposto solo negli ultimissimi giorni.
Tale emendamento non è stato proposto da Berger, ma da un ex-parlamentare europeo, sempre tedesco, di nome Sven Giegold.

Da un lato è molto probabile che la bozza di Berger sia stata elaborata appositamente per poter avere i voti per essere approvata dalla Commissione, tanto che ci si attende un voto positivo a riguardo.
Invece l’emendamento di Giegold, insieme ad altri emendamenti simili, è stato probabilmente aggiunto solo nella speranza che per qualche strana combinazione venga approvato per “distrazione”. Infatti si crede talmente improbabile che venga approvato che i mercati crypto ieri hanno reagito ben poco alla diffusione della notizia della sua presentazione.
Il percorso della legge
Bisogna inoltre aggiungere che il voto di oggi non è quello del Parlamento Europeo, l’unico in grado di approvare le nuove normative o le modifiche alle normative esistenti, ma di una delle sue commissioni.
Oggi al voto andrà una bozza di modifica dei regolamenti che, se dovesse essere approvata, richiederà un ulteriore voto del Parlamento al completo per poter entrare in vigore.
Inoltre nel caso remoto in cui l’emendamento contro Bitcoin venisse approvato, il testo che verrà proposto al Parlamento conterrà addirittura la proposta di bandire Bitcoin dagli exchange europei, o da quelli che forniscono servizi ai cittadini dell’Unione Europea.
In tal caso le probabilità che un tale testo possa essere effettivamente approvato dal Parlamento si riducono moltissimo.
Quindi o l’idea di Giegold era quella di sperare in una specie di “miracolo”, con la Commissione contraria al ban che per sbaglio voti il suo emendamento, o potrebbe essere un tentativo di sabotare l’intero iter della proposta di legge. In alternativa potrebbe anche solo trattarsi solo di una mossa propagandistica per acquisire qualche consenso sul suo nome.