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L’analisi di JPMorgan sul prezzo delle materie prime

La newyorkese JPMorgan Chase & CO. prevede un balzo delle materie prime nel prossimo futuro. 

La previsione di JPMorgan sul mercato delle materie prime

JPMorgan chase
La Big Four JPMorgan rilascia il suo outlook sul settore delle materie prime

Questo è quanto riportato il 7 aprile dalla banca d’affari che nella nota di analisi sulle materie prime riportava:

“In termini di dollari, l’open interest totale dei future su materie prime ex oro è di circa $1,4 trilioni, che, sebbene elevato per gli standard storici, sembra molto più basso rispetto allo stock di azioni, obbligazioni e contanti nel mondo.

Nella congiuntura attuale, in cui la necessità di coperture contro l’inflazione è più elevata, è concepibile vedere le allocazioni di materie prime a lungo termine che alla fine salgono al di sopra dell’1% del totale delle attività finanziarie a livello globale, superando i massimi precedenti registrati nel 2008 o nel 2011.“

In questo contesto la banca fa notare che l’allocazione delle materie prime è superiore alla media storica dai massimi del 2008 e successiva alla debacle di Lehman Brothers, ad indicare che ci sono ancora margini di crescita. 

I prezzi delle materie prime hanno raggiunto un aumento medio del 40% calcolato su un paniere di materie prime e beni, non considerando l’oro ovviamente. 

Il record raggiunto il mese scorso a seguito delle sanzioni alla Russia da parte di Nato e paesi dell’Europa è frutto non solo dall’aumento del petrolio che vola di un più 33%, ma anche dei cereali nella stessa misura, del rame (+7%) e del gas, principe dei rincari con un aumento addirittura del 65%.

Il posizionamento a lungo termine necessita per cui di un sensibile riposizionamento sia da parte degli holder che a livello proprio di magazzino. 

L’outlook del settore

I rialzi non sono finiti qui e sono previsti un ulteriore 30%-40% in maniera diffusa per tutte le materie prime. 

Le sanzioni a Mosca hanno peggiorato la situazione già critica post pandemia e proprio nel momento in cui i consumi potevano ripartire, la guerra in piena Europa ha incentivato l’aumento dei prezzi. 

La pandemia che volgeva al termine stava rilanciando i consumi, ma in un’ottica di precauzione i magazzini avevano già fatto rifornimento. Tuttavia ciò non basta e ci sono ancora margini da coprire in un’ottica di ottimizzazione degli acquisti e per calmierare i prezzi a fronte di un’eventuale escalation che tutti speriamo di scongiurare. 

Questo è uno scenario che si paventa una situazione decisamente pericolosa per la crescita mondiale. La finanziarizzazione delle materie prime innescherà una crescita esponenziale dei prezzi, causerà ancora più inflazione e quindi più ricerca di copertura dall’inflazione. 

Una spirale molto pericolosa che cresce, si può arrestare solo con una depressione della domanda dopo un impoverimento generalizzato apprezzabile. Una pessima prospettiva per il futuro ma la contingenza degli eventi non ci pone in una situazione così tranquilla e costringe tutti a pensare a strategie contenitive onde generare fallimenti a cascata che innescherebbero una catastrofe senza precedenti a livello mondiale. 

JPMorgan Chase & CO ci dà un quadro pessimo ma è propedeutico ad attuare misure prudenti. 

La speranza è la pace che potrebbe quantomeno non incentivare la spirale dei rincari nonostante il quadro rimarrebbe complesso anche a causa dei dati sull’inflazione che oramai in tutto il mondo, nonché in Europa, sono dati a due cifre come dagli ultimi report.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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